«La misericordia dì Dio è più grande del
cielo, è più grande del mare; la misericordia di Dio è più grande dei nostri
peccati.
Tanti anni fa, predicavo le missioni a Castelnuovo Scrivia.
Castelnuovo si può dire che è stato il mio campo di battaglia: spesso vi
predìcai per feste, novene, quaresìmali e vi feci parecchie missioni, tanto
che ero chiamato "il predicatore". Allora ero più giovane e forte:
facevo quattro prediche al giorno e alla sera confessavo per ore e ore. E la
gente mi voleva bene, e anche adesso ci vogliamo bene; quelli di allora sono
morti ma, forse per il ricordo del po' di bene che là si è fatto, ora ci ricordano
ancora volentieri.
A Castelnuovo mi avvenne, dunque, questo
fatto. Era arrivata l'ultima sera di predicazione, che finiva per la festa
dell'Immacolata.
Avevo parlato, quella sera, sulla confessione: la chiesa, che
è più grande del duomo di Tortona, lunga uguale ma più larga, era piena: tutta
una testa. Durante la predica, non so neppur io come, o senza che me ne fossi
accorto, perché non avevo mai pensato ad una simile cosa, mi uscì una
espressione alla quale non avevo prima riflettuto.
Dissi: "Se anche
qualcuno avesse messo il veleno nella scodella di sua madre e l'avesse così
fatta morire, se è veramente pentito e se ne confessa, Dio, nella sua infinita
misericordia, è disposto a perdonargli il suo peccato...".
Finita la predica, mi fermai a confessare
fino a mezzanotte; poi andai in sacrestia e là c'era altra gente che voleva
confessarsi; c'erano altri confessori, ma tutti volevano confessarsi da me,
sapevano che avevo la manica larga..., e poi perché tanti amano confessarsi da
un forestiero: dal parroco o dal curato, che li conoscono, non vanno a dire
certi peccati...
Al mattino c'era già stata la comunione quasi generale, ma
alla sera, dopo la benedizione col crocifisso, ritornando in sacrestia, il
predicatore trovò che ancora c'erano tanti uomini che, toccati dalla grazia di
Dio, dall'ultima predica, si volevano confessare. Sicché finii di confessare
molto tardi. Dovevo tornare a Tortona perché avevo da insegnare, da far scuola:
in quel tempo facevo scuola d'italiano ai nostri ragazzi. Benché stanco, mi
avviai sulla strada che da Castelnuovo Scrivia viene a Tortona.
Il tempo era pessimo: si era d'inverno e
c'era all'intorno tutto coperto di neve, la neve era alta, anzi nevicava.
Io
m'incamminai, a piedi, si capisce.... a quell'ora non c'era più il tram; ed io
del resto facevo spesso quei nove-dieci chilometri a piedi. Avvolto nel mio
mantello, uscii dal paese senza che si vedesse anima viva: erano tutti a letto,
era notte alta, ero solo sulla strada.
Ed ecco che, fuori dal paese, vedo muoversi
davanti a me un'ombra nera, che si avvicinava verso il mio sentiero, da in
mezzo al bianco della neve.
Era l'una dopo la mezzanotte. Era un uomo ammantellato, avvolto in un tabarro, con il cappello calcato sulla testa: camminava anche lui verso Tortona, ma in un modo che sembrava aspettasse qualcuno. Ogni tanto si voltava indietro e mi accorsi che l'aspettato ero io.
Era l'una dopo la mezzanotte. Era un uomo ammantellato, avvolto in un tabarro, con il cappello calcato sulla testa: camminava anche lui verso Tortona, ma in un modo che sembrava aspettasse qualcuno. Ogni tanto si voltava indietro e mi accorsi che l'aspettato ero io.
"Basta, chissà che cosa mi va a
capitare, che cosa vorrà!?". Pensai che fosse un cascinaio che tornava a
casa dalla chiesa. "Vorrà forse derubarmi...: che cosa mi può
prendere?..."
Soldi veramente non ne avevo, perché andavo alla leggera...;
se facevo la strada a piedi, era perché non avevo cinque lire per una
carrozzella, oppure volevo risparmiarle per comperare il pane ai miei ragazzi:
certo ne avevo pochi...; avevo al più alcune lire: tutt'al più gli avrei dato
quelle. Tuttavia un certo timore l'avevo... Vi ricordate don Abbondio, quando
incontrò i bravi? Anch'io feci l'esame di coscienza per vedere se avessi
peccato contro qualcuno: dei peccati ne trovai, ma non di quelli che
chiamassero vendetta dagli uomini. Come fare? Case, allora, in quel tratto di
strada, non ce n'erano; ora vi sono, ma furono fabbricate dopo.
In breve, perché camminavo svelto,
raggiunsi l'uomo e, passandogli accanto, gli diedi la buona notte, pieno però
di paura nel cuore, temendo che quel viandante fosse un poco di buono.
Lo
salutai per primo: "Buona notte, brav'uomo!".
Qualche momento dopo, però, mi sentii
chiamare; mi voltai e quello disse: "Reverendo, vorrei dirle una
parola...". "Siete anche voi di viaggio? Andate a Tortona?...",
dissi subito anch'io. "Veramente no ...". "Allora aspettate
qualcuno forse? Avete forse bisogno di qualche cosa?". "Veramente sì
...". Aveva detto due volte "veramente". Veramente no, veramente
sì. "Ci siamo", pensai. "Senta, mi disse finalmente, lei è don
Orione? è lei il predicatore? quello che ha predicato in chiesa stasera?",
"Sì, brav'uomo...".
L'avevo chiamato, capite, per la seconda volta, brav'uomo.
L'avevo chiamato, capite, per la seconda volta, brav'uomo.
Egli continuò: "Io ho sentito la sua
ultima predica: lei questa sera ha detto una parola...". "Che
parola?". "Lei stasera ha parlato della confessione, della misericordia
di Dio...". "Sì...". "Ecco, vorrei sapere se quello che ha
detto questa sera è proprio vero". "Ma sicuro! Credo di non aver
detto nulla che non si trovi nel Vangelo. Io ho detto che il sacramento della
confessione è stato istituito da Gesù Cristo; che dopo la sua resurrezione ha
soffiato sugli apostoli dicendo: Ricevete lo Spirito Santo: a coloro ai quali
rimetterete i peccati, saranno rimessi...".
Io pensavo che egli volesse sapere se fosse
vero che la confessione è stata istituita da Nostro Signore. "No, questo;
non è questo che voglio sapere...". "Che cosa allora?".
"Io ero alla predica... Ma lei crede proprio a quello che predica, che ha detto?". "Quello che predico, risposi, lo credo e, se non lo credessi, non lo predicherei". "Vorrei sapere, insistette l'altro, se è proprio vero che, se anche uno avesse messo il veleno nella scodella di sua madre, potrebbe essere ancora perdonato del suo grande peccato...".
Però non mi ricordavo proprio di aver detto quelle parole; tuttavia gli dissi: "Ma sì che è vero! Basta che sia veramente pentito, domandi perdono al Signore e si confessi; qualunque peccato, per quanto grosso sia, sarà perdonato; se è pentito, ci sarebbe per lui misericordia e perdono...". "Allora, disse, io sono proprio quello che ha messo il veleno nella scodella di mia madre: vi era discordia fra mia moglie e mia madre, ed io ho ucciso mia madre... Posso ottenere perdono? ...". E si mise a piangere.
"Io ero alla predica... Ma lei crede proprio a quello che predica, che ha detto?". "Quello che predico, risposi, lo credo e, se non lo credessi, non lo predicherei". "Vorrei sapere, insistette l'altro, se è proprio vero che, se anche uno avesse messo il veleno nella scodella di sua madre, potrebbe essere ancora perdonato del suo grande peccato...".
Però non mi ricordavo proprio di aver detto quelle parole; tuttavia gli dissi: "Ma sì che è vero! Basta che sia veramente pentito, domandi perdono al Signore e si confessi; qualunque peccato, per quanto grosso sia, sarà perdonato; se è pentito, ci sarebbe per lui misericordia e perdono...". "Allora, disse, io sono proprio quello che ha messo il veleno nella scodella di mia madre: vi era discordia fra mia moglie e mia madre, ed io ho ucciso mia madre... Posso ottenere perdono? ...". E si mise a piangere.
Mi raccontò la sua storia, e poi mi si
gettò ai piedi: "Padre, mi confessi, mi confessi: io sono proprio quello
della scodella...". Poi soggiunse: "Da quel momento non ho avuto più
pace. Sono tanti anni...".
Pensate che quell'uomo aveva potuto portare sempre
con sé il suo terribile segreto; la giustizia umana nulla sapeva; nessuno aveva
mai dubitato di nulla su di lui, ma il rimorso c'era... Era già di età. Quanto
dico me lo disse fuori di confessione: nessuno potrà mai individuare quella
persona, che credo sarà morta.
"Ebbene, gli dissi subito, confortandolo, per l'autorità ricevuta da Dio, io vi posso rimettere questo peccato. È tanto tempo che non vi confessate?". "Da allora non mi sono più confessato". "Venite qua".
"Ebbene, gli dissi subito, confortandolo, per l'autorità ricevuta da Dio, io vi posso rimettere questo peccato. È tanto tempo che non vi confessate?". "Da allora non mi sono più confessato". "Venite qua".
Mi avvicinai ad un paracarro, levai il
cappello di neve che c'era sopra: anche per terra spazzai un po' di neve e dissi
sedendomi sul paracarro: "Venite qua, confessate tutte le vostre colpe
dall'età della ragione fino ad ora, confessate anche quel peccato di aver messo
il veleno nella scodella di vostra madre".
Si inginocchiò e poi si confessò piangendo
e gli diedi l'assoluzione; poi si alzò e mi abbracciava e stringeva, sempre
piangendo, e non sapeva staccarsi da me, tanta era la consolazione da cui era
inondato... Anch'io piansi e lo baciai in fronte e le mie lacrime si
confondevano con le sue... Volle accompagnarmi fino quasi a Tortona e, solo per
le mie insistenze, tornò finalmente indietro, ed io continuai la mia strada
con una grande consolazione, con una gioia nel cuore che mai uguale provai
nella mia vita. Io non so di dove fosse, se del paese o delle cascine; veniva
alla predica molta gente anche dalle cascine.
Di lui non seppi più nulla. Arrivai a
Tortona tutto bagnato; quella notte mi levai le scarpe e mi gettai sul letto, e
sognai... Che cosa sognai?... Sognai il cuore di Gesù Cristo; sentii il cuore
di Dio, quanto è grande la misericordia di Dio...»
- San Luigi Orione -
Il bene comune lo costruisce ciascuno di noi giorno per
giorno, il famoso bene comune rimane un appello astratto se non viene compreso
nella sua genesi personale.
Questo nesso tra particolare ed il tutto è qualcosa che abbiamo dentro al sangue: tenere sempre conto di tutto dentro il particolare.
Questo nesso tra particolare ed il tutto è qualcosa che abbiamo dentro al sangue: tenere sempre conto di tutto dentro il particolare.
Donaci, Gesù, la forza di mettere da parte l'orgoglio e
ristabilire prontamente la comunione ogni volta che qualche incomprensione,
parola, ferita, insinua la tagliente e dolorosa lama della divisione nella
nostra anima.
Aiutaci, Gesù, a perdonare subito il torto che crediamo di aver ricevuto e a farci perdonare quello che certamente abbiamo fatto, per non permettere al rancore di avvelenare il nostro cuore.
Rendici, Gesù, strumenti di comunione là dove siamo stati tentati dalla divisione.
Consentici, Gesù, di essere piccoli strumenti della Tua misericordia.
Insegnaci, Gesù, ad essere perfetti nella comunione in Tuo nome.
Amen.
Aiutaci, Gesù, a perdonare subito il torto che crediamo di aver ricevuto e a farci perdonare quello che certamente abbiamo fatto, per non permettere al rancore di avvelenare il nostro cuore.
Rendici, Gesù, strumenti di comunione là dove siamo stati tentati dalla divisione.
Consentici, Gesù, di essere piccoli strumenti della Tua misericordia.
Insegnaci, Gesù, ad essere perfetti nella comunione in Tuo nome.
Amen.
Buona giornata a tutti.:-)