Se mi ami non piangere!
Se tu conoscessi il mistero immenso del cielo
dove ora vivo; se tu potessi vedere e sentire
quello che io vedo e sento
in questi orizzonti senza fine
e in questa luce che tutto investe e penetra,
tu non piangeresti se mi ami.
Qui si é ormai assorbiti
dall'incanto di Dio e dai riflessi
della sua sconfinata bellezza.
Le cose di un tempo,
quanto piccole e fuggevoli,al confronto!
Mi é rimasto
un profondo affetto per te;
una tenerezza che non ho mai conosciuto.
Ora l'amore che mi stringe
profondamente a te,
é gioia pura e senza tramonto.
Mentre io vivo
nella serena ed esaltante attesa,
tu pensami così!
Nelle tue battaglie,
nei tuoi momenti
di sconforto e di stanchezza,
pensa a questa meravigliosa casa,
dove non esiste la morte,
dove ci disseteremo insieme
nel trasporto più intenso,
alla fonte inesauribile
dell'amore e della felicità.
Non piangere più
se veramente mi ami!
Preghiera/meditazione di Padre Giacomo Perico attribuita nel web a Sant'Agostino
Fonte: "Resta con noi Signore!" San Paolo Edizioni, 2001
Padre Giacomo Perico (Ranica, 1911 - Milano, 2000), sacerdote gesuita, dal 1940 nella Compagnia di Gesù. Specializzato in problemi di bioetica e nelle tematiche della vita familiare e sociale, ha fondato nel 1946 il Centro Studi Sociali di San Fedele (Milano) che ha dato origine alla rivista Aggiornamenti Sociali, sulla quale ha scritto 248 articoli. Nel 1960 ha dato vita all'Istituto Giulio Salvadori per "bambini soli" accanto a quello femminile già esistente. Tra le sue pubblicazioni più diffuse: L'aborto - Adozione e prassi adozionale Giovani, amore e sessualità - A difesa della vita - Problemi che scottano Problemi di etica sanitaria.
A nessuno, anche se debole e inerme, è negata la vittoria della croce, e non v'è uomo al quale non rechi soccorso la mediazione di Cristo. Se giovò a molti che infierivano contro di lui, quanto maggiore beneficio apporterà a coloro che a lui si rivolgono!
Dai «Discorsi» di san Leone Magno, papa
Dai «Discorsi» di san Leone Magno, papa
“Nonostante la morte sia spesso un tema quasi proibito
nella nostra società, e vi sia il tentativo continuo di levare dalla nostra
mente il solo pensiero della morte, essa riguarda ciascuno di noi. E davanti a
questo mistero tutti, anche inconsciamente, cerchiamo qualcosa che ci inviti a
sperare, un segnale che ci dia consolazione, che si apra qualche orizzonte, che
offra ancora un futuro.
La strada della morte, in realtà, è una via della
speranza e percorrere i nostri cimiteri, come pure leggere le scritte sulle
tombe è compiere un cammino segnato dalla speranza di eternità. Solamente chi
può riconoscere una grande speranza nella morte, può anche vivere una vita a
partire dalla speranza.
Se noi riduciamo l’uomo esclusivamente alla sua
dimensione orizzontale, a ciò che si può percepire empiricamente, la stessa
vita perde il suo senso profondo. L’uomo ha bisogno di eternità ed ogni altra
speranza per lui è troppo breve, è troppo limitata. L’uomo è spiegabile, trova
il suo senso più profondo, solamente se c’è Dio”.
(Papa Benedetto XVI, Udienza generale, 2 novembre
2011)
Buona giornata a tutti. :-)