Vittima del suo amore, nel vero senso della parola, Gesù sulla croce dice al padre Suo: "Nelle tue mani rimetto l'anima mia", la sua anima carica di questa tragica messe:
i peccati degli uomini: ecco Padre, ne prendo la responsabilità e per essi Te ne domando perdono, "cancellali",
le sofferenze degli uomini con le mie sofferenza, la loro morte e la mia morte, Te li offro in "penitenza"
i peccati degli uomini: ecco Padre, ne prendo la responsabilità e per essi Te ne domando perdono, "cancellali",
le sofferenze degli uomini con le mie sofferenza, la loro morte e la mia morte, Te li offro in "penitenza"
e il Padre Gli ha ridato la VITA: ecco il mistero della Redenzione.
La madre accetta di soffrire i dolori del parto, perchè dalla sua sofferenza deve nascere la vita.
Ma ciò che è odioso per l'uomo, ciò che egli non può sopportare, è di soffrire per nulla.
Se vuoi che le tue sofferenze e quelle del mondo siano "recuperate" e siano utili, devi guardare, incontrare e unirti a Gesù Cristo sulla croce.
Per mezzo di Gesù Cristo Redentore, la sofferenza inutile, assurda, odiosa, diventa materia prima di redenzione.
Non è la sofferenza in se stessa che riscatta, ma l'amore che, in Gesù Cristo, illumina il dono di questa sofferenza.
Non puoi amare la sofferenza, essa rimane un male anche dopo la venuta di Gesù Cristo, ma tu puoi amare l'occasione che essa ti porge per offrire e ricuperare:
il tuo mal di testa di oggi,
la stanchezza di tutto il corpo oppresso dalla fatica,
la lancinante sofferenza che morde la tua carne e non ti lascia riposare,
l'immobilità dolorosa,
l'infermità,
la sofferenza morale, piccola o grande, passeggera o permanente:
il lavoro penoso o monotono, impegno sindacale o politico che assorbe o strazia, sensibilità urtata, fallimento dei tuoi sforzi, caduta umiliante...
Tutte le tue sofferenze:
il Cristo le ha già sofferte,
offerte,
il Padre le ha ricevute dalle mani del Figlio Suo come penitenza dei peccati,
per mezzo dell'amore di Gesù Cristo esse hanno già riscattato il mondo.
Non ti resta altro che raggiungere il Salvatore nel profondo di ciascuna di esse; guardale in faccia, vedrai che Egli ti dirà di sì e allora:
liberamente portale con Lui,
liberamente offrile con Lui,
liberamente salverai il mondo con Lui.
Tutte le sofferenze dell'Umanità distribuiscono nel tempo la passione di Gesù Cristo.
La Via della Croce passa per tutti i campi di battaglia del mondo, per tutti i tuguri, gli ospedali, gli ambienti di lavoro, le vie della tua città o del tuo villaggio...
La via della Croce passa per tutte le strade degli uomini, ma se incontri e segui Gesù Cristo, la Via Crucis ti condurrà alla Resurrezione.
La madre accetta di soffrire i dolori del parto, perchè dalla sua sofferenza deve nascere la vita.
Ma ciò che è odioso per l'uomo, ciò che egli non può sopportare, è di soffrire per nulla.
Se vuoi che le tue sofferenze e quelle del mondo siano "recuperate" e siano utili, devi guardare, incontrare e unirti a Gesù Cristo sulla croce.
Per mezzo di Gesù Cristo Redentore, la sofferenza inutile, assurda, odiosa, diventa materia prima di redenzione.
Non è la sofferenza in se stessa che riscatta, ma l'amore che, in Gesù Cristo, illumina il dono di questa sofferenza.
Non puoi amare la sofferenza, essa rimane un male anche dopo la venuta di Gesù Cristo, ma tu puoi amare l'occasione che essa ti porge per offrire e ricuperare:
il tuo mal di testa di oggi,
la stanchezza di tutto il corpo oppresso dalla fatica,
la lancinante sofferenza che morde la tua carne e non ti lascia riposare,
l'immobilità dolorosa,
l'infermità,
la sofferenza morale, piccola o grande, passeggera o permanente:
il lavoro penoso o monotono, impegno sindacale o politico che assorbe o strazia, sensibilità urtata, fallimento dei tuoi sforzi, caduta umiliante...
Tutte le tue sofferenze:
il Cristo le ha già sofferte,
offerte,
il Padre le ha ricevute dalle mani del Figlio Suo come penitenza dei peccati,
per mezzo dell'amore di Gesù Cristo esse hanno già riscattato il mondo.
Non ti resta altro che raggiungere il Salvatore nel profondo di ciascuna di esse; guardale in faccia, vedrai che Egli ti dirà di sì e allora:
liberamente portale con Lui,
liberamente offrile con Lui,
liberamente salverai il mondo con Lui.
Tutte le sofferenze dell'Umanità distribuiscono nel tempo la passione di Gesù Cristo.
La Via della Croce passa per tutti i campi di battaglia del mondo, per tutti i tuguri, gli ospedali, gli ambienti di lavoro, le vie della tua città o del tuo villaggio...
La via della Croce passa per tutte le strade degli uomini, ma se incontri e segui Gesù Cristo, la Via Crucis ti condurrà alla Resurrezione.
Il Salvatore non ha inventato o scelto la sua croce.
Ha preso quella che i Giudei e tutti gli uomini gli hanno messo sulle spalle.
Prima di cercare da solo delle penitenze, accetta le sofferenze di ogni giorno. Scegli una croce fatta in serie e non una croce su misura, altrimenti ti crederai più forte e migliore degli altri.
Se poti l'albero per il piacere di tagliarne i rami,
Se interri il seme per la gioia di sapere che marcisce,
Se percuoti il fanciullo per il piacere di vederlo soffrire, sei un disgraziato e un pericoloso squilibrato, perchè la ferita inferta dal potatore è per la bellezza del frutto,
il seme interrato per il turgore della spiga,
La punizione del fanciullo perchè in lui maturi l'uomo.
Allo stesso modo la penitenza cristiana non è mai una sofferenza "per nulla", ma sempre una rinuncia ai frutti selvatici o ai frutti marci per un bel raccolto.
La sofferenza è nel mondo il segno sensibile del peccato.
La sofferenza accettata ed offerta è nel Cristo, il segno sensibile della Redenzione.
Non c'è peccato riscattato senza sofferenza offerta da Gesù Salvatore.
Le tue sofferenze quotidiane, pienamente accettate e offerte al Padre, sono le più efficaci delle tue azioni apostoliche.
Non fare della croce un gingillo,
una attrezzo di allenamento sportivo,
un accessorio da teatro per farti notare,
l'ostacolo deprecato sulla tua strada giornaliera,
essa è lo strumento quotidiano di chi vuole, con Gesù Cristo e con amore, salvare l'uomo e il Mondo.
Ha preso quella che i Giudei e tutti gli uomini gli hanno messo sulle spalle.
Prima di cercare da solo delle penitenze, accetta le sofferenze di ogni giorno. Scegli una croce fatta in serie e non una croce su misura, altrimenti ti crederai più forte e migliore degli altri.
Se poti l'albero per il piacere di tagliarne i rami,
Se interri il seme per la gioia di sapere che marcisce,
Se percuoti il fanciullo per il piacere di vederlo soffrire, sei un disgraziato e un pericoloso squilibrato, perchè la ferita inferta dal potatore è per la bellezza del frutto,
il seme interrato per il turgore della spiga,
La punizione del fanciullo perchè in lui maturi l'uomo.
Allo stesso modo la penitenza cristiana non è mai una sofferenza "per nulla", ma sempre una rinuncia ai frutti selvatici o ai frutti marci per un bel raccolto.
La sofferenza è nel mondo il segno sensibile del peccato.
La sofferenza accettata ed offerta è nel Cristo, il segno sensibile della Redenzione.
Non c'è peccato riscattato senza sofferenza offerta da Gesù Salvatore.
Le tue sofferenze quotidiane, pienamente accettate e offerte al Padre, sono le più efficaci delle tue azioni apostoliche.
Non fare della croce un gingillo,
una attrezzo di allenamento sportivo,
un accessorio da teatro per farti notare,
l'ostacolo deprecato sulla tua strada giornaliera,
essa è lo strumento quotidiano di chi vuole, con Gesù Cristo e con amore, salvare l'uomo e il Mondo.
- Padre Michel Quoist -
Fonte: (da Riuscire. Suggerimenti per una vita autenticamente cristiana. SEI, Torino. traduzione di Aristide Vesco.)
Buona giornata a tutti. :-)