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venerdì 13 aprile 2018

Due Storie Sulle Montagne - Paulo Coelho


·       Qui dove sono

Dopo aver vinto numerose gare di arco e freccia, il campione della città  andò a trovare il maestro Zen.
– Sono il migliore di tutti – disse. – Non ho appreso la religione, non ho ricercato l’aiuto dei monaci, e sono riuscito ad arrivare ad esser considerato il miglior arciere di tutta la regione.
Ho saputo che, per un certo periodo, il miglior arciere della regione siete stato voi, e vi domando: c’era bisogno di diventare un monaco per apprendere a tirare?
– No – rispose il maestro Zen.
Ma il campione non si ritenne soddisfatto: estrasse una freccia, la mise nell’arco, la scagliò e colpì una ciliegia che si trovava molto lontana.
Sorrise, come a dire: “Avreste potuto risparmiare il vostro tempo, dedicandovi solo alla tecnica.”
E disse: – Dubito che riuscirete a ripeterlo -
Senza mostrare la minima preoccupazione, il maestro andò dentro, prese il suo arco e cominciò a camminare in direzione di una montagna vicina.
Lungo la strada c’era un abisso che si poteva attraversare solo grazie a un vecchio ponte di corda ormai marcia, quasi pericolante: con la massima calma, il maestro Zen arrivò sino alla metà del ponte, tese il suo arco, vi inserì la freccia, puntò un albero sull’altro lato del burrone e centrò il bersaglio.
– Ora tocca a te – disse gentilmente al giovane, mentre tornava verso il terreno sicuro.
Terrorizzato, guardando l’abisso sotto i suoi piedi, il giovane andò fino al luogo indicato, tirò, ma la sua freccia atterrò molto distante dal bersaglio.
– Ecco a cosa sono valse la disciplina e la pratica della meditazione – concluse il maestro quando il giovane tornò accanto a lui. – Tu puoi avere molta abilità con lo strumento che hai scelto per guadagnarti da vivere, ma è tutto inutile se non riesci a dominare la mente che utilizza quello strumento. -

- Paulo Coelho - 



Contemplando il deserto

Tre persone che passavano in una piccola carovana videro un uomo che contemplava l’imbrunire nel deserto del Sahara dall’alto di una montagna.
– Dev’essere un pastore che ha perduto una pecora e cerca di scoprire dove sia – disse il primo.
– No, non credo che stia cercando qualcosa, e tanto meno al tramonto, quando la vista si confonde. Penso che aspetti un amico.
– Vi garantisco che è un sant’uomo, e cerca l’illuminazione – commentò il terzo.
Si misero a discutere su cosa stesse facendo quell’uomo, e tanto s’infervorarono nella discussione che finirono quasi per litigare. 
Infine, per stabilire chi avesse ragione, decisero di salire sulla montagna e di raggiungere l’uomo.
– Lei sta cercando la sua pecora? – domandò il primo.
– No, non ho nessun gregge.
– Allora, di sicuro, aspetta qualcuno – affermò il secondo.
– Sono un uomo solitario, che vive nel deserto – fu la risposta.
– Poiché vive nel deserto, e in solitudine, dobbiamo credere che lei è un santo, alla ricerca di Dio, e sta meditando! – esclamò, contento, il terzo uomo.
– C’è davvero bisogno che tutto, sulla Terra, abbia una spiegazione? 
Allora vi spiego. Io me ne sto qui unicamente a guardare il tramonto: questo non basta per dare un senso alle nostre vite?


- Paulo Coelho - 






Io direi che sono i sogni a tenerci in vita e la possibilità di realizzarli è la nostra forza vitale, il motivo per cui al mattino trovare forza per alzarci e vivere ogni giorno con la sensazione che proprio oggi il sogno si realizzerà, che oggi faremo un piccolo passo verso la sua realizzazione, che oggi finalmente ci sentiremo realizzati, e guarderemo alle fatiche affrontate felici di avercela fatta. 
A volte ci convincono che i sogni sono irrealizzabili, da non perseguire se si vogliono evitare delusioni ma soltanto una cosa rende impossibile un sogno: la paura di fallire.


- Paulo Coelho - 



 Buona giornata a tutti. :-)



lunedì 6 novembre 2017

Il dolore - Khalil Gibran

E una donna parlò dicendo: «Spiegaci il dolore».
E lui disse:
«Il dolore per voi è lo spezzarsi del guscio che racchiude la vostra comprensione.
Come il nocciolo del frutto deve rompersi affinché il suo cuore sia esposto al sole, così voi dovete conoscere il dolore.
Se solo conservaste in cuore lo stupore per i quotidiani miracoli della vita, il dolore non vi parrebbe meno meraviglioso della gioia;
E accettereste le stagioni del cuore come avete accettato sempre le stagioni che sui campi si susseguono.
Così attraversereste serenamente gli inverni del vostro dolore.
Molto del dolore che provate è da voi stessi scelto.
E’ l’amara pozione con cui il medico che sta in voi guarisce l’infermo che anche è in voi.
Confidate dunque nel medico, e bevete il suo rimedio in sereno silenzio:
Poiché la sua mano, seppur pesante e dura, è guidata da quella tenera dell’Invisibile.
E la coppa che vi porge, benché bruci le vostre labbra, è fatta con la creta che il Vasaio ha inumidito con le Sue stesse lacrime».

- Khalil Gibran -
Fonte :  "Il Profeta" di Khalil Gibran



Quando ho piantato il mio dolore nel campo della pazienza, ho raccolto il frutto della felicità.

- Khalil Gibran -



La mia anima si alza come l'alba
da dentro di me.
Nuda e leggera.
È come il mare agitato.
Il mio cuore getta lontano da sé
i frantumi dell'uomo e della Terra.
Non mi attacco a ciò che si attacca 
a me, poiché desidero raggiungere 
quello che oltrepassa le mie capacità.

- Kahlil Gibran - 


Buona giornata a tutti. :-)