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lunedì 15 luglio 2013

Come San Michele conta l'età delle anime


Una pia leggenda canadese ci dice il prezzo della devozione al Sacro Cuore di Gesù. 
"Un buon religioso era in preghiera nel suo convento di Montréal. 
Nel mentre che pregava con fervore per l'estensione del regno di Dio e la santificazione delle anime, San Michele gli apparve tutto circondato da una luce troppo bella per essere di questo mondo. 
"Io vengo, disse l'Arcangelo, per confidare alla vostra pietà ed al vostro zelo una missione sacra. Ascoltate bene! Uno dei troni, perduto da uno dei più grandi tra gli angeli che caddero con Lucifero, è rimasto senza possessore fino ad oggi. Occorre che voi mi troviate un'anima degna di occupare questo trono radioso. Ed io, Michele, principe della corte celeste, non mancherò di ricompensare generosamente il servizio che mi avrete reso. 
Solamente, al fine di non perdere troppo tempo nelle vostre ricerche, ricordatevi bene questo: l'anima che sceglierete non deve essere troppo giovane".
Appena egli ebbe sentito quel grazioso messaggio, il religioso si mise in viaggio. Egli camminava, con la gioia nel cuore; poiché diceva: "Le anime pie non mancano sulle rive pittoresche del San Lorenzo, e mi sarà facile trovarne una che avrà passato numerosi anni nel servizio del buon Dio". Ma, come avanzava, l'ultima raccomandazione di San Michele risuonava sempre più forte al suo orecchio, e tutte le anime che incontrava gli sembravano un po' troppo giovani.
Una sera, giunse alla porta di un monastero: i religiosi lo invitarono a trascorrere la notte sotto il loro tetto, e lo ricevettero con tutte le attenzioni della carità cristiana. 
L'indomani, essi gli fecero visitare il loro convento, e gli mostrarono, nell'infermeria, un venerabile vecchio che aveva vissuto cinquant'anni nelle missioni, e che passava per aver fatto dei miracoli. 
- Ecco ben, si disse il viandante, colui che cercavo! E, rapito dalla sua preziosa scoperta, si affrettò ad andare a segnalare il suo candidato all'Arcangelo. 
- O no, disse San Michele, è troppo giovane! Senza dubbio, ha ottant'anni, se si tiene conto del suo atto di nascita, ma il registro dell'Angelo custode non ne porta ancora che sessanta. Solo i cinquant'anni del suo apostolato sono pieni e completi; alcuni dei precedenti sono in parte riempiti; ma il resto è vuoto. Tuttavia, un bel posto lo aspetta in cielo. Cercate un'anima più anziana! 
Il religioso, un po' meravigliato da questo calcolo, riprese il suo bastone da viaggio, dicendosi: "Pare che i posti buoni siano cari, in paradiso. Fortunatamente, l'eternità dura per molto!".
Dopo molte ricerche, ritornò con tre nuovi candidati. 
Uno era un povero che, paralizzato da quindici anni, aveva sofferto la sua prova con pazienza e buonumore, senza smettere di pregare Dio, per tutto il giorno. 
L'altro era un dolce vecchietto, parroco di una modesta parrocchia, santo quanto M. di Galonne, dei Tre Fiumi. 
Il terzo, una madre di quindici figli, di settant'anni. Ella si chiamava Angela: il suo candore e la sua pietà erano veramente angelici. 
San Michele esaminò con attenzione i tre personaggi che gli erano preposti: 
- Troppo giovani! Egli disse. Il vecchio Canadese non ha che diciassette anni sul registro del paradiso; quindici anni di meriti, durante la sua malattia, e due anni, nella sua gioventù. Il buon vecchio sacerdote, così umile e così fervente, non ha che trentacinque anni, al calcolo del cielo. Angela, trenta solamente. I venticinque anni, impiegati nel crescere i suoi figli, sono anni buoni. Ma quelli che seguirono furono marchiati da troppo pochi progressi nelle alte strade della perfezione. La croce ne era assente, e la sua vita tranquilla e felice non è stata riempita da grandi meriti. Essi saranno tre gloriosi santi in paradiso; ma nessuno di essi ha la maturità voluta per essere degno di un trono serafico. 
Servo di Dio, cercate ancora ed affrettatevi.
Dopo tre giorni, il vecchio perdeva coraggio, quando la sua attenzione si fissò su di un giovanotto associato alla confraternita del Sacro Cuore del Quebec. in dai suoi primi anni, questo socio era stato consacrato al Cuore del divin Maestro, e viveva con lui nella più stretta ed intima unione, offrendogli i suoi pensieri, i progetti, le azioni di ognuna delle sue giornate. Le sue comunioni erano, nelle sue intenzioni, una riparazione per i peccati e la freddezza degli uomini. La sua vita si immolava, come un olocausto incessantemente rinnovato, a gloria di Dio che ha detto: - Io amo quelli che mi amano. Giornate, come quelle del giovanotto, possono ben contarsi per degli anni! 
Pertanto il messaggero di San Michele rientrava disappunto al suo convento; egli non sospettava il valore del tesoro che aveva scoperto. Glorioso Arcangelo, disse tristemente, ho fatto del mio meglio. Non ho più che un'anima da presentarvi, e mi sembra ben giovane. Non vedo che abbia compiuto dei prodigi di virtù degni di attrarre specialmente l'attenzione dei giudici del paradiso. Quanto alle sue sofferenze, non ne conosco di cui io possa parlarne. 
Ma appena aveva pronunciato il nome del suo cliente, il religioso vide la sua cella illuminarsi d'uno splendore misterioso, e sentì una celeste melodia. Comprese allora che l'eletto era trovato, che quell'anima stava per prendere possesso del trono rimasto vuoto nel mezzo dei Serafini. Ma che età ha dunque quell'anima? Gridò il religioso meravigliato.
Quale modo singolare avete voi, o santi Angeli, di contare gli anni!
- Il giovane che mi avete presentato, rispose San Michele, non aveva che ventitre anni, secondo i calcoli umani, ne aveva centoventidue, secondo gli apprezzamenti angelici. Egli deve tutti i suoi meriti, tutta la sua felicità alla sua devozione, alla sua unione al Sacro Cuore. Nulla si perde di quello che è offerto a Dio, da un'anima amante e delicata. Un bicchiere d'acqua, dato per amore del divin Maestro, diventa una sorgente abbondante che scorre per tutta l'eternità; un pezzo d'oro, dato senza amore di Dio e nello scopo di interesse umano, non ottiene nessun ricordo nel libro del giudizio. 
Vivere agli occhi di Dio e degli Angeli, è evitare il peccato e fare il bene per un motivo d'amore divino. queste rivelazioni celesti fecero ancor meglio comprendere al religioso, la falsità troppo ordinaria dei calcoli di quaggiù. Cadendo in ginocchio, egli elevò il suo cuore verso Dio in un'ardente preghiera, nel mentre che San Michele ritornava in cielo per preparargli la ricompensa dei suoi numerosi viaggi. 
Cuore benedetto di Gesù, potessimo noi, nella nostra ultima ora, non essere trovati troppo giovani! Possano gli Angeli dire di ciascuno di noi: Egli è vissuto poco ed ha terminato la corsa di una lunga vita.

Tratto da "L'Angelo Custode" n° 2, Giugno 1896, pp. 42-45



«Naturalmente ci sarà chi, riempiendosi la bocca di laicità dello Stato (che è cosa ben più seria!), ci accuserà di voler imporre una dottrina religiosa. 
Ma qui non c’entra religione o partito, omofobia o discriminazione: sono i fondamentali di una civiltà estesa quanto il mondo e antica quanto la storia ad essere minati; e forse non ci si accorge dell’enormità della posta in gioco.
Affermare che 
omo ed etero sono coppie equivalenti, che per la società e per i figli non fa differenza, è negare un’evidenza che a doverla spiegare vien da piangere. 
Siamo giunti a un tale oscuramento della ragione, da pensare che siano le leggi a stabilire la verità delle cose. Ad un tale oscuramento del bene comune da confondere i desideri degli individui coi diritti fondamentali della persona» (Carlo Caffarra+)

Rubens, i 4 filosofi

Ai corifei della morale del futuro, talvolta pure cattolici, che pensano «ah, se solo la Chiesa si aggiornasse a Messa sì che ci sarebbe tanta gente», ricordiamo la situazione della Chiesa luterana di Svezia che ha “aperto” praticamente a tutto - dalle pretesse ai matrimoni omosessuali - e che, benché goda dell'adesione formale del 67,5% dei cittadini svedesi, alle funzioni domenicali ospita appena il 2% di costoro. 
Un successone che dimostra che quando una Chiesa "apre"...è pronta alla chiusura.

- Giuliano Guzzo -





Dio onnipotente, mi consacro a te, luce della mia vita. 
Ti consacro questo nuovo giorno 
con tutte le sue attività, 
pensieri e azioni. 
Non voglio separarmi da te. 
Voglio restarti sempre fedele. 
Voglio che tu provi compiacimento in me. 
Voglio cantarti un canto di lode sempre nuovo. 
Allontana da me ogni male.

mercoledì 5 dicembre 2012

Gli angeli e la chiesa - Don Marcello Stanzione -

Gli Angeli circondano la Chiesa, essi difendono la Chiesa, preparano la Chiesa al grande giorno delle sue nozze eterne; quel giorno, essi faranno da corteo alla Chiesa, immortale Sposa dell'Agnello.

La missione degli Angeli è di ordine naturale. Anteriormente al battesimo, il bambino che viene al mondo è provvisto di un angelo custode. "Grande è la dignità delle anime, dice San Girolamo, per aver ognuna, fin dalla sua nascita, un Angelo delegato alla sua custodia".

Ma, se l'ufficio degli Angeli di fronte alle anime umane, preso in se stesso, è di ordine naturale, essi esercitano un fine soprannaturale. E' per questo che San Paolo li chiama "degli spiriti incaricati da Dio d'un ministero a favore di quelli che hanno parte all'eredità della salvezza" (Eb.1,14). Questa frase paolina pone la missione degli Angeli nella sua vera luce. Essi sono incaricati di proteggere le creature umane, ignoranti, deboli, od almeno indigenti sotto qualche aspetto.

Ma, pur essendo tutte prese dalla cura dei loro protetti, anche sotto un rapporto puramente naturale, essi lavorano infaticabilmente ad orientare, a guidare il loro itinerario esistenziale terreno verso "l'eredità della salvezza". Così, preposto alla custodia di un acattolico, l'Angelo si sforzerà di aprirgli, di appianargli le vie che lo porteranno alla fede ed al battesimo cristiano.

In unione con gli uomini apostolici, gli Angeli lavorano all'edificazione della Chiesa. Dopo aver preparato gli incontri degli Apostoli con gli infedeli od i peccatori, essi assecondano le loro parole con delle segrete ispirazioni. Noi abbiamo visto all'opera, negli Atti degli Apostoli, questi agenti celesti, questi intermediari invisibili. Quello che hanno fatto allora, essi lo continuano incessantemente. Non vi sono, nell'opera della salvezza delle anime, mille coincidenze che resterebbero inesplicabili, se non vi si vedesse l'azione di questi spiriti tutelari, che si chiamano gli Angeli buoni? Così, primo ufficio degli spiriti angelici: essi concorrono a raggruppare queste pietre vive con cui la Chiesa si edifica. Un secondo ufficio è di far salire verso Dio le preghiere della Chiesa; un terzo è di vigilare su di Lei e di proteggerla dai suoi nemici.

L'Apocalisse, che è la storia profetica della Chiesa, ci traccia un quadro molto espressivo di questi diversi ministeri degli angeli buoni. "Io vidi, ci dice San Giovanni, sette Angeli che stavano davanti al trono di Dio, e ad ognuno di essi fu data una tromba.
Ed un altro Angelo sopraggiunse, e si tenne davanti all'altare, avendo in mano un incensiere d'oro; e gli fu dato dell'incenso in abbondanza, affinché egli facesse salire il profumo delle preghiere dei Santi sull'altare d'oro che è davanti al trono di Dio. Ed il fumo dell'incenso, formato dalle preghiere dei Santi, salì dalla mano dell'Angelo davanti a Dio. E l'Angelo prese l'incensiere, e lo riempie del fuoco dell'altare, e lo sparse sulla terra, e ci furono tuoni, clamori, folgori ed un grande terremoto. Ed i sette Angeli che avevano le trombe si disposero a suonarne, ecc." (Ap.18, 2 e 7).
Ad ogni suono delle trombe angeliche, si produce uno sconvolgimento sulla terra. Più avanti, appaiono diversi Angeli: quello che evangelizza i popoli con una voce che rassomiglia al ruggito del leone, quello che ha una falce appuntita, quello che ha potenza sul fuoco. Infine intervengono sette spiriti celesti che vuotano di volta in volta sulla terra e le acque le sette coppe della collera di Dio (Ap.16 ).

L'ufficio dei Santi Angeli, per assistere e difendere la Chiesa durante il suo pellegrinaggio terreno, è ben chiaramente ed energicamente descritto in queste pagine, di cui non vorremmo attenuare a sproposito l'aspetto formidabile, ma da cui possiamo anche rilevare il lato consolante.
L'assegnazione delle sette trombe ai sette Angeli indica ch'essi sono incaricati di segnare, di aprire e di sviluppare, per così dire, i grandi periodi dell'umanità.
Ma ecco un angelo che è chiamato ad esercitare un ministero sacerdotale, analogo a quello che compie il levita sotto l'antica Legge: gli prende dell'incenso, che rappresenta la preghiera dei Santi; lo fa bruciare e lo fa salire in fumo di piacevole odore davanti al trono di Dio.

Questo passo ci rivela una verità importantissima: i Santi Angeli hanno la missione di presentare a Dio le nostre preghiere. "Il Figlio dell'uomo salva, dice Sant'Ilario, gli Angeli vedono Dio, e gli Angeli dei bambini presiedono alle preghiere dei fedeli. Che vi sia presenza degli Angeli, è un dogma fuori discussione. Gli Angeli, ogni giorno, offrono a Dio, per Cristo, le preghiere dei fedeli. Vi è dunque un grande pericolo nel disprezzare uno di questi piccoli, i cui desideri e le suppliche sono presentate al Dio eterno ed invisibile dal ministero veloce e magnifico degli Angeli".
Gli Angeli non smettono di esercitare utilmente il loro ufficio, introducendo le nostre preghiere alla presenza del Dio invisibile ed eterno.

Come sarebbero più ferventi le nostre preghiere, se noi le facessimo in presenza degli Angeli (Salmo 137,1), per non far che un assieme con le preghiere degli angeli, per essere poste, dalla mano degli Angeli, nell'incensiere d'oro e salire così come un fumo d'incenso davanti al trono di Dio!
Ma ecco un’altra visione dell’Apocalisse. L'Angelo prende l'incensiere, lo riempie del fuoco dell'altare, lo versa sulla terra; e ne consegue un grande movimento, rumori di voci, tuoni e terremoti.
Qui, l'Angelo esercita un ministero di giustizia, ma sempre in favore degli eletti di Dio. Le loro preghiere hanno provocato un intervento divino.

Nel giorno delle rogazioni, la Chiesa chiedeva a Dio, attraverso la voce dei suoi figli, ch'egli "si degni di umiliare i suoi nemici". Queste suppliche ripetute divengono dei carboni di fuoco, che l'Angelo, ad un dato momento, prende nel suo incensiere; ed egli li versa sulla terra e ne risultano delle commozioni salutari, un felice sconvolgimento dell'impero del male.






(Don Marcello Stanzione)


Nella Messa tridentina san Michele è ricordato espressamente più volte. Innanzitutto è menzionato nel Confiteor primo fra i santi dopo la Vergine Maria. Lo si ritrova quindi nella preghiera di benedizione dell'incenso, in cui l'Arcangelo viene invocato come «colui che sta alla destra dell'altare dell'incenso». Papa Leone XIII ordinò infine di recitare la Preghiera a San Michele in ginocchio davanti all'altare al termine di tutte le Messe, escluse quelle solenni. Lo stesso pontefice stabilì un rito esorcistico (chiamato "Exorcismus in Satanam et Angelos Apostaticos") in cui, nella prima parte, viene invocato come "Principe gloriosissimo delle milizie celesti", come "custode e patrono della Santa Chiesa", San Michele Arcangelo, affinché venga in difesa dei Cristiani contro il demonio.


Preghiera agli Angeli

Possa il vostro Amore accompagnarci ogni istante,
possa il vostro Amore condurci sul sentiero della verità,
possa il vostro Amore insegnarci la pazienza,
possa il vostro Amore insegnarci la speranza,
possa il vostro Amore insegnarci ad amare.

Voi siete fatti d’Amore,
voi siete fatti di speranza,
voi siete fatti di verità,
voi siete fatti di Cielo.

Siete tra di noi per aiutarci,
siete tra di noi per guidarci alla verità,
siete tra di noi per guidarci all' Amore,
e siete tra di noi per guidarci al Padre.

Che l’Amore che custodite nel vostro grande cuore sia su di me,

per guidarmi,
per aiutarmi,
per aiutarmi a essere Amore,
per avvicinarmi al Padre per scoprire che siamo tutti suoi figli,
noi e voi creature del suo Amore.

Voi Angeli, guidatemi.Amen.

Buona giornata a tutti. :)

www.leggoerifletto.it








mercoledì 31 ottobre 2012

"Quis ut Deus?" Chi è come Dio - Anselm Grün -

Michele è il più grande degli angeli.

Il suo nome significa "Chi è al pari di Dio?"

Dobbiamo farci questa domanda. Ė un bisogno profondo dell'uomo quello di essere come Dio. L’uomo vorrebbe non dipendere da Dio, vorrebbe essere assoluto, vorrebbe potersi determinare autonomamente.

Ma quanto più l'uomo prova a essere come Dio, tanto più fallisce nel suo essere uomo.

Adora se stesso al posto di Dio, trasforma se stesso in idolo e in criterio ultimo.

Quest’atteggiamento è la causa di molte sofferenze nel mondo.

Molti pensano che questo pericolo riguarderebbe tutt'al più le persone più potenti, i sovrani. Ma noi tutti corriamo il pericolo di voler essere pari a Dio. C'è chi ha la tentazione di voler essere perfetto. Vorrebbe essere senza errori e pensa che sia questa la volontà di Dio. In realtà è la sua ambizione a spingerlo a questo.

Un altro vuole porre i suoi criteri come assoluti, non vuole essere messo in discussione da nessuno. Vorrebbe fare e non fare quello che vuole, senza accettare indicazioni di sorta. […]

Un pericolo è che noi stessi vogliamo essere come Dio.

L’altro pericolo sta nel fatto che adoriamo idoli al posto di Dio.

Nella nostra epoca questi idoli sono soprattutto il potere, il denaro, la sessualità. Questi tre ambiti hanno in sé la caratteristica di porsi in modo assoluto e di determinare in modo totale il pensiero e l'aspirazione dell'uomo.

Michele ci lancia contro la frase che non ci lascia in pace: Chi è al pari di Dio?. Solamente se adoriamo Dio, saremo veramente persone, diventeremo capaci di vivere umanamente tra di noi.

Non siamo mai esenti dal pericolo di assolutizzare qualcosa che non ha valore assoluto.

Poniti sempre questa domanda: Chi è al pari di Dio?

Scoprirai allora dove corri il pericolo di assolutizzare ciò che è umano, di mettere te stesso sullo stesso piano dello splendore divino, del potere divino, di voler essere pari a Dio. Ė necessario che ti accetti nella tua limitatezza umana.

Solamente se conservi i tuoi limiti umani, riesci ad accogliere Dio in te e a essere trasparente per la Sua realtà.


(Anselm Grün)


Fonte: “Scoprire i Santi per la nostra vita” Anselm Grün,Queriniana Editrice, Brescia, 2004, pp. 183-186

Tertio Kalendas Octobris. Luna duodecima.
In monte Gargano in Apulia, uenerabilis memoria beati Michaëlis Archangeli, quando ipsius nomine ibi consecrata fuit Ecclesia, uili quidem facta schemate, sed caelesti praestans uirtute.


Nel Nuovo Testamento il termine "arcangelo" è attribuito a Michele. Solo in seguito venne esteso a Gabriele e Raffaele, gli unici tre arcangeli riconosciuti dalla Chiesa, il cui nome è documentato nella Bibbia.
San Michele, "chi come Dio?", è capo supremo dell'esercito celeste, degli angeli fedeli a Dio. Antico patrono della Sinagoga oggi è patrono della Chiesa Universale, che lo ha considerato sempre di aiuto nella lotta contro le forze del male.


Martirologio Romano: Festa dei santi Michele, Gabriele e Raffaele, arcangeli. La Bibbia li ricorda con specifiche missioni: Michele avversario di Satana, Gabriele annunciatore e Raffaele soccorritore. Prima della riforma del 1969 si ricordava in questo giorno solamente san Michele arcangelo in memoria della consacrazione del celebre santuario sul monte Gargano a lui dedicato. Il titolo di arcangelo deriva dall’idea di una corte celeste in cui gli angeli sono presenti secondo gradi e dignità differenti. Gli arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele occupano le sfere più elevate delle gerarchie angeliche. Queste hanno il compito di preservare la trascendenza e il mistero di Dio. Nello stesso tempo, rendono presente e percepibile la sua vicinanza salvifica.



Questa stupenda grotta è la grotta dove è apparso l' Arcangelo Michele a Monte Sant' Angelo, in Puglia in provincia di Foggia.
Da sempre sul monte Gargano si dice che la grotta dell’arcangelo è per gli esseri umani di giorno e per gli angeli di notte. Nessuno infatti osa entrarvi dopo il calare delle tenebre.
L’ampia e suggestiva grotta dell’arcangelo è un luogo di estremo fascino, che suscita in chi vi entra una grandissima emozione. L’attuale basilica gotica sovrastante la grotta fu edificata da Carlo d’Angiò. La statua marmorea dell’arcangelo, opera dello scultore Andrea Cantucci detto il Sansovino (1507), rappresenta Michele, principe delle milizie celesti e vincitore del demonio, rappresentato come mostro orribile che giace ai suoi piedi.

Il santuario di san Michele è stato fin dalle origini meta di innumerevoli pellegrinaggi, divenendo il più famoso luogo di culto dell’Occidente. Le iscrizioni in tutte le lingue e di tutte le epoche rinvenute dagli archeologi attestano la presenza di pellegrini di moltissime nazionalità: goti, franchi, alemanni, angli, sassoni. Un culto che si rinnova da oltre 1500 anni: nel periodo delle crociate il santuario di san Michele divenne tappa d’obbligo prima di partire per la Terra Santa. Sovrani, santi, pontefici percorsero a piedi scalzi i duri tornanti del monte per pregare nella dimora dell’arcangelo.




apparizione di San Michele Arcangelo

"Io sono l'Arcangelo Michele e sto sempre alla presenza di Dio. La caverna è a me sacra, è una mia scelta, io stesso ne sono vigile custode. Là dove si spalanca la roccia, possono essere perdonati i peccati degli uomini Quel che sarà chiesto nella preghiera, sarà esaudito. Quindi dedica la Grotta al culto cristiano". (San Michele Arcangelo apparso in sogno al vescovo di Siponto, Lorenzo Maiorano)


Buona giornata a tutti. :-)