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domenica 10 novembre 2013

La breve vita dei nostri antenati – Wislawa Szymborska -

Non arri­va­vano in molti fino a trent’anni.
La vec­chiaia era un pri­vi­le­gio di alberi e pie­tre.
L’infanzia durava quanto quella dei cuc­cioli di lupo.
Biso­gnava sbri­garsi, fare in tempo a vivere
prima che tra­mon­tasse il sole,
prima che cadesse la neve.
Le geni­trici tre­di­cenni,
i cer­ca­tori quat­trenni di nidi tra i giun­chi,
i capi­cac­cia ven­tenni –
un attimo prima non c’erano, già non ci sono più.
I capi dell’infinito si uni­vano in fretta.
Le fat­tuc­chiere bia­sci­ca­vano esor­ci­smi
con ancora tutti i denti della gio­vi­nezza.
Il figlio si faceva uomo sotto gli occhi del padre.
Il nipote nasceva sotto l’occhiata del nonno.
E del resto essi non con­ta­vano gli anni.
Con­ta­vano reti, pen­tole, capanni, asce.
Il tempo, così pro­digo con una qua­lun­que stella del cielo,
ten­deva loro una mano quasi vuota
e la ritraeva in fretta, come pen­tito.
ancora un passo, ancora due
lungo il fiume scin­til­lante
che dall’oscurità nasce e nell’oscurità scompare.
Non c’era un attimo da per­dere,
domande da rin­viare e illu­mi­na­zioni tar­dive,
se non le si erano avute per tempo.
La sag­gezza non poteva aspet­tare i capelli bian­chi.
Doveva vedere con chia­rezza, prima che fosse chiaro,
e udire ogni voce, prima che risonasse.
Il bene e il male –
ne sape­vano poco, ma tutto:
quando il male trionfa, il bene si cela;
quando il bene si mostra, il male si acquatta.
Nes­suno dei due si lascia vin­cere
o allon­ta­nare a una distanza defi­ni­tiva.
Ecco il per­ché di una gioia sem­pre tinta dal ter­rore,
d’una dispe­ra­zione mai disgiunta dalla spe­ranza.
La vita, per quanto lunga, sarà sem­pre breve.
Troppo breve per aggiun­gere qualcosa.

(Wislawa Szymborska)



Non c'è vita
che almeno per un attimo
non sia immortale.

(da Sulla morte, senza esagerare)


So che la tomba che si chiude sui morti si apre sul firmamento;
e quello che noi quaggiù consideriamo la fine è il principio

Victor Hugo



Dice il Signore: "Una, una sola scienza è necessaria. Lo ripeterò mille volte: conoscere Dio e servirlo, conoscerlo nelle cose, vederlo negli avvenimenti e sapere distinguere Lui dal suo antagonista per non cadere in perdizione." 


"Io non condanno la Scienza. Ho anzi piacere che l'uomo approfondisca col sapere le cognizioni che è andato accumulando, per potere sempre più comprendere ed ammirare Me nelle mie opere. Vi ho dato l'intelligenza per questo. Ma dovete usarla per vedere Dio nella legge dell'astro, nella formazione del fiore, nel concepimento dell'essere, e non usare l'intelligenza per violentare la vita o negare il Creatore."




I destini dell'uomo sono come fiumi,
alcuni scorrono veloci, senza incertezza, 
lungo facili percorsi. 
Altri passano attraverso mille difficoltà 
ma arrivano ugualmente al mare. 
La meta finale è per tutti la stessa.

Romano Battaglia
"Il fiume della vita"


Preghiera per la sera

Porta a compimento 
la promessa che hai fatto a mio riguardo, Signore,
conservami la vita per mezzo della croce,
e al mio risveglio ti renderò grazie,
per l'amore che hai manifestato alla mia debolezza.
Donami, Signore, per la tua tenerezza, 
di ascoltare e compiere la tua volontà; 
concedimi una sera tranquilla
e una notte santa.
O Cristo, nostro salvatore,
tu sei la vera luce,
a te la gloria, e su di noi le tue misericordie, 
in questo come nell' altro mondo.

(Efrem il Siro)

Buona giornata a tutti. :-)

www.leggoerifletto.it









domenica 20 ottobre 2013

L'acqua - Wislawa Szymborska -

Sulla mano mi é caduta una goccia di pioggia,
attinta dal Gange e dal Nilo,
dalla brina ascesa in cielo sui baffi d’una foca,
dalle brocche rotte nelle citta di Ys e Tiro.
Sul mio dito indice il mar Caspio è un mare aperto,
e il Pacifico affluisce docile nella Rudawa,
la stessa che svolazzava come nuvoletta su Parigi
nell’anno settecentosessantaquattro
il sette maggio alle tre del mattino.
Non bastano le bocche per pronunciare
tutti i tuoi fuggevoli nomi, acqua.
Dovrei darti un nome in tutte le lingue
pronunciando tutte le vocali insieme
e al tempo stesso tacere – per il lago
che non è riuscito ad avere un nome
e non esiste in terra – come in cielo
non esiste la stella che si rifletta in esso.
Qualcuno annegava, qualcuno ti invocava morendo.
E’ accaduto tanto tempo fa, ed è accaduto ieri.
Spegnevi case in fiamme, trascinavi via case
come alberi, foreste come città.
Eri in battisteri e in vasche cortigiane.
Nei baci, nei sudari.
A scavar pietre, a nutrire arcobaleni.
Nel sudore e nella rugiada di piramidi e lillà.
Quanto é leggero tutto questo in una goccia di pioggia.
Con che delicatezza il mondo mi tocca.
Qualunque cosa ogniqualvolta ovunque sia accaduta,
é scritta sull’acqua di babele.



(Wislawa Szymborska)



Nulla è in regalo, tutto è in prestito.
Sono indebitata fino al collo.
Sarò costretta a pagare per me
con me stessa,
a rendere la vita in cambio della vita.

(da Nulla è in regalo! 1998)



Non c'è dissolutezza peggiore del pensare.
Questa licenza si moltiplica come gramigna
su un'aiuola per le margheritine.

- Wislawa Szymborska -





La bellezza della vita è proprio nel saper vivere contemporaneamente come se tutto fosse donato e guidato dall'alto e come se tutto dipendesse da noi, in un dosaggio che non è certo paritetico ma che necessita di entrambe le componenti. 


Cardinale Gianfranco Ravasi




:-) Buona giornata a tutti





mercoledì 9 gennaio 2013

Sotto una piccola stella - Wislawa Szymborska -

Chiedo scusa al caso se lo chiamo necessità.
Chiedo scusa alla necessità se tuttavia mi sbaglio.
Non si arrabbi la felicità se la prendo per mia.
Mi perdonino i morti se ardono appena nella mia memoria.
Chiedo scusa al tempo per tutto il mondo che mi sfugge a ogni istante.
Chiedo scusa al vecchio amore se do la precedenza al nuovo.
Perdonatemi, guerre lontane, se porto fiori a casa.
Perdonatemi, ferite aperte, se mi pungo un dito.
Chiedo scusa a chi grida dagli abissi per il disco col minuetto.
Chiedo scusa alla gente nelle stazioni se dormo alle cinque del mattino.
Perdonami, speranza braccata, se a volte rido.
Perdonatemi, deserti, se non corro con un cucchiaio d'acqua.
E tu, falcone, da anni lo stesso, nella stessa gabbia,
immobile con lo sguardo fisso sempre nello stesso punto,
assolvimi, anche se tu fossi un uccello impagliato.
Chiedo scusa all'albero abbattuto per le quattro gambe del tavolo.
Chiedo scusa alle grandi domande per le piccole risposte.
Verità, non prestarmi troppa attenzione.
Serietà, sii magnanima con me.
Sopporta, mistero dell'esistenza, se strappo fili dal tuo strascico.
Non accusarmi, anima, se ti possiedo di rado.
Chiedo scusa al tutto se non posso essere ovunque.
Chiedo scusa a tutti se non so essere ognuno e ognuna.
So che finché vivo niente mi giustifica,
perché io stessa mi sono d'ostacolo.
Non avermene, lingua, se prendo in prestito parole patetiche,
e poi fatico per farle sembrare leggere.

(Wislawa Szymborska)
Wisława Szymborska (Kórnik, 2 luglio 1923 – Cracovia, 1º febbraio 2012) è stata una poetessa e saggista polacca.Premiata con il Nobel nel 1996 e con numerosi altri riconoscimenti, è generalmente considerata la più importante poetessa polacca degli ultimi anni.
  
Paolo Uccello - San Giorgio e il Drago, Londra, National Gallery, 1456
Chiunque si identifichi con la psiche collettiva o, in termini mitologici, si lasci divorare dal mostro, e si annichilisca in esso, arriva al tesoro vigilato dal drago, ma vi arriva contro la sua volontà e con tutto danno per se stesso.

- Carl Gustav Jung -


Lotta fra un drago alato ed un leone, disegno - Leonardo da Vinci
Gabinetto dei Disegni e delle Stampe, Museo degli Uffizi, Firenze
 
Chi lotta con i mostri deve guardarsi di non diventare, così facendo, un mostro. E se tu scruterai a lungo in un abisso, anche l'abisso scruterà dentro di te.

- Friedrich Nietzsche-


Vittore Carpaccio - San Giorgio uccide il drago - 1502, Venezia

È così che si combattono i mostri: lasci che ti vengano vicino, li guardi negli occhi e poi li colpisci.

(Nella valle di Elah)
Raffaello - Studio per San Giorgio e il drago, 1506
Penna e inchiostro su gessetto nero
Non sono io a trovare i mostri... Direi che a volte sono loro a trovare me. Forse per loro il mostro sono io...

(Dylan Dog)



Raffaello Sanzio - S.Giorgio ed il drago.
Tempera su Tavola - 31x27cm Museo: Louvre-Parigi
 
Il sonno della ragione genera mostri.

- Francisco Goya -