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martedì 14 aprile 2020

La pace del cuore - Wilfrid Stinissen

Non c’è abbandono senza la pace del cuore.
Abbandonare allo spirito divino tutti noi stessi, tutto quel che siamo e quel che facciamo, è possibile soltanto se si è sulla sua stessa lunghezza d’onda, il che vuol dire se si è in pace, perché il nostro è un Dio di pace (cf. 1Cor 14,33).
Quando l’anima è inquieta e il cuore agitato, non filtriamo più i suggerimenti dello Spirito divino. 
«La regola d’oro della vita interiore – scrive il de Caussade – è la pace del cuore.
Bisogna proteggerla con la massima cura ed ogni volta che la si sente minacciata abbandonare qualsiasi altra cosa per tentare di reinstaurarla, proprio come quando scoppia un incendio e si pensa solo a correre a spegnere il fuoco.
Satana usa ogni sua astuzia per privarci della pace.
Mille pretesti sono buoni, persino quelli dettati da una falsa pietà: l’urgenza di esaminare la propria coscienza, di pentirsi dei peccati, di rendersi conto che si abusa della grazia divina, che non si progredisce nel santo viaggio per cui Dio finirà con l’abbandonarci, e altri cento imbrogli che ben pochi riuscirebbero a districare.
Per i maestri della vita interiore, che sanno distinguere la bianca farina di Dio dalla crusca del diavolo, le aspirazioni divine sono sempre miti e pacifiche e generano umiltà e fiducia, le altre invece si distinguono per la violenza, l’agitazione e il frastuono, fanno cadere nello scoraggiamento, portano all'incredulità, alla presunzione, all’insolenza e all’ostinazione.

Allontaniamo quindi sempre da noi quel che non è impregnato di pace, sottomissione, docilità e fiducia, quel che non è dotato di tutti quegli aspetti che sono contrassegnati dal sigillo divino».
Per conservare ed aumentare la pace interiore ci sarà di aiuto compiere le nostre azioni in maniera rilassata, con calma, senza mai perdere il dominio di noi stessi. La tensione sta spesso ad indicare il predominio dell’ego.
Dio non è mai stato un fautore di tensioni.
Ciascuno di noi ha un suo ritmo che va rispettato, quando lo si violenta, senza che sia strettamente necessario, ci si allontana da Dio.
Se non siamo in armonia con noi stessi non possiamo esserlo con Dio.

La calma, il silenzio, la distensione non solo sono benefici al fisico e alla mente, ma producono una maggiore apertura a Dio, ed incarnano in noi la sua pace, che come scrive san Paolo deve «regnare» nel cuori (Col 3,15).

- Wilfrid Stinissen -
Fonte : da “Padre nelle tue mani”




Forse l’uomo d’oggi non percepisce la bellezza, la grandezza e la consolazione profonda contenute nella parola «padre» con cui possiamo rivolgerci a Dio nella preghiera, perché la figura paterna spesso oggi non è sufficientemente presente, anche spesso non è sufficientemente positiva nella vita quotidiana. 

- Papa Benedetto XVI - 
Udienza Generale 23 maggio 2012


Siamo ancora tutti quanti in casa. Nel nord-Italia le cose vanno leggermente meglio, ma i morti sono ancora tanti. 
E' stata sollevata, da più parti, l'ipotesi che l'inquinamento dell'aria possa agire come vettore dell'infezione e come fattore peggiorativo dell'impatto sanitario della pandemia in corso. 
Molti mi scrivono che son stanchi di stare in casa, peggio che in prigione e trovano tutte le scuse per uscire. Qualcuno va a fare la spesa dieci volte al giorno e pare ci sia un giro di cani prestati ai vicini di casa come scusa per poter fare una passeggiatina. 

L'autentica rivoluzione cristiana è "l'assolutamente impensabile": vivere ogni giorno dentro a quel giorno, sino in fondo. 

Scriveva il Card. Van Thuan: "Sono in prigione, se aspetto il momento opportuno per fare qualcosa di veramente grande, quante volte nella vita mi si presenteranno simili occasioni? No, afferro le occasioni che si presentano ogni giorno, per compiere azioni ordinarie in un modo straordinario". 

Vivere, in pace e felici, nel grigio quotidiano è la vera novità cristiana, dalla quale tutti vogliono invece fuggire. 
Stare dove il Signore ci ha posti, senza sperare un altro luogo, senza voli mentali in paradisi illusori annunciati da falsi profeti, padri d'ogni ideologia e d'ogni idealismo. 
Per chi guarda gli eventi con gli occhi di Cristo il grigio rivela i colori meravigliosi che nasconde. 
Le ferite gloriose di Cristo sono le soglie dischiuse sul cammino alla Vita eterna dentro la vita quotidiana.

Buona giornata a tutti. :-)
Stefania



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sabato 21 luglio 2012

La pace del cuore - Wilfrid Stinissen -

Non c’è abbandono senza la pace del cuore.
Abbandonare allo spirito divino tutti noi stessi, tutto quel che siamo e quel che facciamo, è possibile soltanto se si è sulla sua stessa lunghezza d’onda, il che vuol dire se si è in pace, perché il nostro è un Dio di pace (cf. 1Cor 14,33).

Quando l’anima è inquieta e il cuore agitato, non filtriamo più i suggerimenti dello Spirito divino. 
«La regola d’oro della vita interiore – scrive il de Caussade – è la pace del cuore.
Bisogna proteggerla con la massima cura ed ogni volta che la si sente minacciata abbandonare qualsiasi altra cosa per tentare di reinstaurarla, proprio come quando scoppia un incendio e si pensa solo a correre a spegnere il fuoco.
Satana usa ogni sua astuzia per privarci della pace.
Mille pretesti sono buoni, persino quelli dettati da una falsa pietà: l’urgenza di esaminare la propria coscienza, di pentirsi dei peccati, di rendersi conto che si abusa della grazia divina, che non si progredisce nel santo viaggio per cui Dio finirà con l’abbandonarci, e altri cento imbrogli che ben pochi riuscirebbero a districare.
Per i maestri della vita interiore, che sanno distinguere la bianca farina di Dio dalla crusca del diavolo, le aspirazioni divine sono sempre miti e pacifiche e generano umiltà e fiducia, le altre invece si distinguono per la violenza, l’agitazione e il frastuono, fanno cadere nello scoraggiamento, portano all'incredulità, alla presunzione, all’insolenza e all’ostinazione.

Allontaniamo quindi sempre da noi quel che non è impregnato di pace, sottomissione, docilità e fiducia, quel che non è dotato di tutti quegli aspetti che sono contrassegnati dal sigillo divino».

Per conservare ed aumentare la pace interiore ci sarà di aiuto compiere le nostre azioni in maniera rilassata, con calma, senza mai perdere il dominio di noi stessi. La tensione sta spesso ad indicare il predominio dell’ego.
Dio non è mai stato un fautore di tensioni.
Ciascuno di noi ha un suo ritmo che va rispettato, quando lo si violenta, senza che sia strettamente necessario, ci si allontana da Dio.

Se non siamo in armonia con noi stessi non possiamo esserlo con Dio.

La calma, il silenzio, la distensione non solo sono benefici al fisico e alla mente, ma producono una maggiore apertura a Dio, ed incarnano in noi la sua pace, che come scrive san Paolo deve «regnare» nel cuori (Col 3,15).

(Wilfrid Stinissen)
Fonte : da “Padre nelle tue mani”




Forse l’uomo d’oggi non percepisce la bellezza, la grandezza e la consolazione profonda contenute nella parola «padre» con cui possiamo rivolgerci a Dio nella preghiera, perché la figura paterna spesso oggi non è sufficientemente presente, anche spesso non è sufficientemente positiva nella vita quotidiana. 
(Papa Benedetto XVI - Udienza Generale 23 maggio 2012)



Buona giornata a tutti. :-)