Vale a dire delle moschee che esigono e che noi gli costruiamo.
Nel corso d'un dibattito sul terrorismo, al consiglio comunale di Firenze lunedì 11 luglio il capogruppo diessino ha dichiarato: "E' ora che anche a Firenze ci sia una moschea".
Poi ha detto che la comunità islamica ha esternato da tempo la volontà di costruire una moschea e un centro culturale islamico simili alla moschea e al centro culturale islamico che sorgeranno nella diessina Colle val d'Elsa. Provincia della diessina Siena e del suo filo-diessino Monte dei Paschi, già la banca del Pci e ora dei Ds.
Bé, quasi nessuno si è opposto.
Il capogruppo della Margherita si è detto addirittura favorevole.
Quasi tutti hanno applaudito la proposta di contribuire all'impresa coi soldi del municipio cioé dei cittadini, e l'assessore all'urbanistica ha aggiunto che da un punto di vista urbanistico non ci sono problemi. "Niente di più facile". Episodio dal quale deduci che la città di Dante e Michelangelo e Leonardo, la culla dell'arte e della cultura rinascimentale, sarà presto deturpata e ridicolizzata dalla sua Mecca.
Peggio ancora: continua la Political Correctness dei magistrati sempre pronti a mandare in galera me e intanto ad assolvere i figli di Allah.
A vietarne l'espulsione, ad annullarne le (rare) condanne pesanti, nonché a tormentare i carabinieri o i poliziotti che con loro gran dispiacere li arrestano. Milano, pomeriggio dell'8 luglio cioé il giorno dopo la strage di Londra.
Il quarantaduenne Mohammed Siliman Sabri Saadi, egiziano e clandestino, viene colto senza biglietto sull'autobus della linea 54.
Per effettuare la multa i due controllori lo fanno scendere e scendono con lui. Gli chiedono un documento, lui reagisce ingaggiando una colluttazione.
Ne ferisce uno che finirà all'ospedale, scappa perdendo il passaporto, ma la Volante lo ritrova e lo blocca. Nonostante le sue resistenze, dinanzi a una piccola folla lo ammanetta e nello stesso momento ecco passare una signora che tutta stizzita vuole essere ascoltata come testimone se il poverino verrà processato ed accusato di resistenza.
I poliziotti le rispondono signora-ci-lasci-lavorare, e allora lei allunga una carta di identità dalla quale risulta che è un magistrato.
Sicché un po' imbarazzati ne prendono atto poi portano Mohammed in questura e qui... Bé, invece di portarlo al centro di permanenza temporanea dove (anziché in galera) si mettono i clandestini, lo lasciano andare invitandolo a presentarsi la prossima settimana al processo cui dovrà sottoporsi per resistenza all'arresto e lesioni a pubblico ufficiale.
Lui se ne va, scompare (lo vedremo mai più?) e indovina chi è la signora tutta stizzita perché lo avevano ammanettato come vuole la prassi.
La magistrata che sette mesi fa ebbe il suo piccolo momento di celebrità per aver assolto con formula piena tre musulmani accusati di terrorismo internazionale e per aver aggiunto che in Iraq non c'è il terrorismo, c'è la guerriglia, che insomma i tagliateste sono Resistenti.
Sì, proprio quella che il vivace leghista Borghezio definì "una vergogna per Milano e per la magistratura". E indovina chi anche oggi la loda, la difende, dichiara ha-fatto-benissimo. I diessini, i comunisti, e i soliti verdi.
Continua anche la panzana che l'Islam è una religione di pace, che il Corano predica la misericordia e l'amore e la pietà. Come se Maometto fosse venuto al mondo con un ramoscello d'ulivo in bocca e fosse morto crocifisso insieme a Gesù. Come se non fosse stato anche lui un tagliateste e anziché orde di soldati con le scimitarre ci avesse lasciato san Matteo e san Marco e san Luca e san Giovanni intenti a scrivere gli Evangeli.
Continua anche la frottola dell'Islam vittima-dell'Occidente. Come se per quattordici secoli i musulmani non avessero mai torto un capello a nessuno e la Spagna e la Sicilia e il Nord Africa e la Grecia e i Balcani e l'Europa orientale su su fino all'Ucraina e alla Russia le avesse occupate la mia bisnonna valdese. Come se ad arrivare fino a Vienna e a metterla sotto assedio fossero state le suore di sant'Ambrogio e le monache Benedettine.
Continua anche la frode o l'illusione dell'Islam Moderato. Con questa, il tentativo di farci credere che il nemico è costituito da un'esigua minoranza e che quella esigua minoranza vive in paesi lontani.
Bé, il nemico non è affatto un'esigua minoranza.
E ce l'abbiamo in casa.
Ce l'avevamo in casa l'11 settembre del 2001 cioé a New York.
Ce l'avevamo in casa l'11 marzo del 2004 cioé a Madrid.
Ce l'avevamo in casa l'1, il 2, il 3 settembre del medesimo anno a Beslan dove si divertirono anche a fare il tiro a segno sui bambini che dalla scuola fuggivano terrorizzati, e di bambini ne uccisero centocinquanta.
Ce l'avevamo in casa il 7 luglio scorso cioé a Londra dove i kamikaze identificati erano nati e cresciuti. Dove avevano studiato finalmente qualcosa, erano vissuti finalmente in un mondo civile, e dove fino alla sera precedente s'eran divertiti con le partite di calcio o di cricket.
Ce l'abbiamo in casa da oltre trent'anni, perdio. Ed è un nemico che a colpo d'occhio non sembra un nemico.
Senza la barba, vestito all'occidentale, e secondo i suoi complici in buona o in malafede perfettamente-inserito-nel-nostro-sistema-sociale.
Cioé col permesso di soggiorno.
Con l'automobile.
Con la famiglia. E pazienza se la famiglia è spesso composta da due o tre mogli, pazienza se la moglie o le mogli le fracassa di botte, pazienza se non di rado uccide la figlia in blue jeans, pazienza se ogni tanto suo figlio stupra la quindicenne bolognese che col fidanzato passeggia nel parco.
- Oriana Fallaci -
dal Corriere della Sera, 16 luglio 2005 pagg. 8 e 9
se vuoi leggere la prima parte_
http://leggoerifletto.blogspot.it/2016/07/il-nemico-che-trattiamo-da-amico-di.html
se vuoi leggere la prima parte_
http://leggoerifletto.blogspot.it/2016/07/il-nemico-che-trattiamo-da-amico-di.html
La Passione di Jacques, Martire di Cristo
"Quest’uomo di Dio con
il suo sacrificio ha sovrastato l’orribile violenza che è stata perpetrata su
di lui.
Questi figli delle tenebre hanno già perso la
battaglia, come l'ha persa il loro comandante. Solo che la vittoria di Cristo,
in Lui come nei suoi figli, si realizza attraverso il sacrificio.
Ma mentre si diffonde la luce di Dio, è doveroso
chiederci tutti se questa situazione in cui ci troviamo a vivere non sia stata
fin troppo favorita da equivocità di posizioni teoriche, da equivocità di
posizioni morali; e soprattutto da una prudenza che non era evangelica, ma solo
il tentativo di dare cittadinanza o dignità alla cosa più terribile che un
cristiano possa vivere come tentazione: quella di avere paura di Dio."
mons. Luigi Negri sul martirio di don Jacques Hamel
avvenuto il 26 luglio 2016 sgozzato come un animale in odio alla fede da due terroristi islamici mentre celebrava l'Eucarestia.
C'è un modo di invocare la preghiera, davanti all'orrore
di questo tempo, che, in realtà, mi sembra evocare piuttosto il nascondimento, il silenzio come assenza di giudizio, l'ignavia. Una
sorta di resa.
Preghiamo, pregate, ci penserà Dio.
Non abbiamo altro.
Non abbiamo altro.
Ma la preghiera è collaborare all'opera di Dio, non
delegargli ogni responsabilità.
E Dio ha voluto aver bisogno degli uomini.
- Franca Negri -
Buona giornata a tutti. :-)