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mercoledì 14 agosto 2019

Come si è arrivati all'Assunta?

Il mese di agosto era il Capodanno per gli antichi Egizi, lo è tutt'ora per i Copti egiziani, lo fu per i greci che lo dedicarono ad Athena. 
A Roma, poco dopo l'inizio del segno del Leone, sulle rive del Tevere si celebravano i Neptunalia, feste dedicate a Nettuno, mentre i celti il primo giorno d'agosto lo dedicavano al dio Lug, dio della luce e della resurrezione, mentre nell'antica Roma il 12 si festeggiava Ercole Invitto o Trionfatore, due anticipazioni di San Lorenzo, due miti per parlare delle stelle cadenti che "illuminano la notte, trionfano sulle tenebre". 
Il 13, sempre a Roma, si festeggiava Diana Aventina. Servi e padroni si recavano insieme al tempio sull'Aventino e poi nei boschi per pic nic ante litteram. Nello stesso giorno si festeggiava anche il dio Vortumno, colui che faceva maturare i frutti. Il 17 si festeggiava Portuno, il dio dei porti e delle porte, contemporaneamente a Giano, il dio che guarda al passato e al futuro, il 19 le Vinali Rustiche dedicate a Venere, il 21 era dedicato a Conso, il dio dei raccolti, il 23 a Openconsiva, l'abbondanza agricola. Fino al 18 a.C., ma alcuni storici danno come data il 21 a.C., questo era il calendario romano, poi Augusto decise di riunire tutti i festeggiamenti alle Calende del mese sestile... non dimentichiamo che l'anno iniziava a marzo, che furono chiamare Feriae Augusti (le feste di Augusto). 
Da qui il nostro Ferragosto.
Athena in Grecia, Diana a Roma, nel vicino Oriente nello stesso periodo era festeggiata un'altra Grande Madre, la siriana Atargatis, conosciuta come dea Siria anche nel mondo greco romano, considerata protettrice della fertilità e dei lavori dei campi. 
Come si è arrivati all'Assunta? Maria, madre di Dio, non ha avuto molta storia nei Vangeli. Sparisce con la discesa dello Spirito Santo, ma negli apocrifi si parla di lei con il Transito della Beata Vergine Maria attribuito a Giuseppe d'Arimatea, non databile, e nel VI secolo la Dormizione della Santa Madre ad opera di S. Giovanni il Teologo.
È, dunque, tra il IV e la fine del V secolo che il culto dell'Assunzione incomincia a diffondersi. A Gerusalemme si cominciò a celebrarla all'inizio del VI secolo nella chiesa costruita da Eudossia sui Getsemani, dove si narrava che Maria fosse stata sepolta, perciò defunta. 
L'imperatore Maurizio ordinò che la celebrazione venisse estesa a tutto l'Impero e attorno all'anno Mille la si ritrova come ricorrenza nella quale si osserva il riposo. Chiamata Transito o Dormizione, non esprimeva chiaramente di che cosa si trattasse: in qualche caso si parlava di corpo incorrotto, perciò morto, in altri di corpo che veniva avvolto dalla luce e assunto in cielo dagli angeli. Morta o addormentata? 
Il dibattito continuò per secoli e secoli, si formò il partito a favore dell'assunzione, si fecero petizioni popolari perché fosse proclamato il dogma.
Nel 1950, dopo quattro anni di consultazioni, Pio XII lo confermò indicando che l'Assunzione è un fatto divinamente rivelato, che fonda sull'insieme delle indicazioni desunte dalla tradizione e dalle fede universale dei devoti, sicuro indice dell'intervento dello Spirito Santo.
La collocazione al centro del mese di agosto segue la solita prassi: sostituire le feste pagane con feste cristiane, per rendere più… facili le conversioni.
I neofiti erano allettati anche dal fatto di non perdere nessuna delle feste già codificate.
Non scandalizzatevi: tutte le feste religiose cristiane sono perfettamente sovrapposte alle antiche pagane e, qualche volta, i santi in essere celebrate hanno, stranamente, attributi degli dei che li hanno preceduti.
L'Assunzione ha una grande eco in Spagna, dove le feste durano una settimana.In Italia erano e sono celebrate tutt’oggi, in varie località, imponenti processioni religiose.
La festa dell'Assunta si tiene in tantissime località italiane.

Tra le più importanti manifestazioni, ci sono quelle che si svolgono a Palermo dove le "barette" con la statua della Madonna sono portate da ragazzi o quelle a Sassari dove i "candelieri" di cartapesta, in forma di palma, fanno il giro della città; a Tivoli (Roma) "l’inchinata" della statua della Vergine incontra la statua di Gesù.





''Noi abbiamo in Maria il «tipo», il modello della perfezione umana; abbiamo la «piena di grazia», cioè la Donna fra tutte benedetta, che rispecchia in se stessa il pensiero integro e splendido di Dio, che ha voluto fare dell’uomo, prima della rovina del peccato originale, l’immagine sua propria, e che nella previsione dei meriti infiniti di Cristo Redentore, ha rimodellato in Maria l’eccezionale creatura irradiante la sua affascinante somiglianza. 
Questa è una stella che non si spegne; questo è un fiore, emergente nella palude dell’umana miseria, che non appassisce, ma rimane vergine e puro, tutto candore, tutto bontà, per la gloria di Dio e per la consolazione di noi mortali, come un invito materno, come una sorella beata, esemplare amico, tutto ideale e tutto reale; e tutto per noi, a ricordare le bibliche parole, nostra speranza, che «dove abbondò il male, sovrabbondò la grazia» (1 Rom. 5, 20. 189)'' 

- san Paolo VI, papa -


Ti ringrazio, mio Signore, per Maria, nostra madre, che, custode amorosa della tua parola, medita nel suo cuore immacolato l'abbondanza delle tue grazie.
A volte noi rifiutiamo questa o quella esigenza espressa nel tuo Vangelo, limitandoci a conservare soltanto quanto è di nostro gradimento; lei invece, la madre tua e madre nostra, è il modello perfetto della fedeltà che ha conservato nel suo cuore il seme e il Verbo.
Maria ci aiuti a farci trapassare dalla spada che recide quanto appartiene alla carne destinata alla morte. Allora il grano potrà germogliare nella terra buona e fruttare cento volte tanto, il nostro cuore produrrà frutto grazie alla sua perseveranza.




Buona giornata a tutti. :-)





sabato 18 maggio 2019

Perchè i buoni soffrono - San Massimiliano Maria Kolbe

Non più tardi di ieri l'altro, il signor N. N. mi ha posto la seguente domanda:

“Di solito i buoni soffrono, mentre il più delle volte i cattivi se la passano abbastanza bene. Dove sta la giustizia?”.
“Iddio è infinitamente giusto, non è vero?”.
“Si, certo”.
... “Altrimenti non sarebbe Dio. Di conseguenza, Egli deve ricompensare ogni buona azione e punire ogni azione cattiva. Nessuna azione, nessuna parola, nessun pensiero sfuggirà al Suo giudizio. Attualmente, però, esiste forse al mondo una persona, sia pure la peggiore di tutte, che non faccia mai nulla di buono?”.
“Non esiste di certo”.
“Ebbene, almeno qualche volta ognuno compie bene il proprio dovere, oppure dimostra pietà verso il suo prossimo, oppure riesce a fare almeno qualche altra cosa buona. Ebbene, se quest'uomo sarà vissuto talmente male da meritare, dopo la morte, l'inferno, quando sarà che Dio lo ricompenserà di quel poco di bene che avrà fatto?… Quando?…”.
“Nell'altro mondo”.
“Ma al di là lo attende solo l'inferno”.
“Allora in questo…”.
“Inoltre, esiste forse una persona, sia pure la migliore di tutte, che non abbia mai fatto alcunché di male?”.
“Neppure una persona simile esiste”.
“Ed è vero, poiché anche 'il giusto cade sette volte' (Pr 24, 16) al giorno. Perciò, se Dio vuole abbreviargli il purgatorio o concedergli subito il paradiso, dove avrà luogo il 'saldo dei conti'?”.
“Ah! dev'essere proprio così…”.
“Iddio manifesta un amore particolare proprio verso coloro che punisce già in questo mondo, poiché nel purgatorio vi è soltanto una lunga e pesante punizione, mentre se accettiamo volontariamente le croci in questo mondo, ci meritiamo una gloria ancora maggiore in paradiso; di qui pure il proverbio: "Dio ama colui che Egli percuote”.

Non sono affatto da invidiare, quindi, le persone cattive che godono una vita felice; costoro, anzi, dovrebbero temere fortemente che questo fatto possa essere già la ricompensa per quel poco di bene da essi operato.

Santa giornata a tutti sotto il Manto dell'Immacolata!



- San Massimiliano M. Kolbe -


Il beato Giovanni Paolo II
al campo di concentramento di Auschwitz
visita la cella di Padre Kolbe, 1979

Uno dei testi più belli che si trovano tra gli scritti di San Massimiliano Maria Kolbe: una lettera che egli invia il 13 aprile del 1933 ai suoi figli in Giappone dalla nave che lo sta portando in patria per delle faccende. Da questa lettera, trasuda la follia d'amore che il Santo aveva verso l'Immacolata e il tenero amore che aveva non solo verso i suoi confratelli, ma verso tutte le anime. 

È un testo che commuove, e allo stesso tempo infonde fiducia nell'amore della Vergine, spingendo decisamente le anime piccole a consacrarsi a Lei. Maria!

Miei Cari,
Non ho fatto in tempo a spedire questa lettera da Shanghai, perciò aggiungo ancora qualcosa qui a Hong Kong.
La testa non mi funziona, mi duole, non ho dormito bene, perciò non scrivo molto. 

Ho parlato con don Wieczorek riguardo ai fratelli che dovranno passare di qui. Se non partirà da Hong Kong andrà a prenderli alla nave. Don Siara non sta più a Hong Kong. 
Pomeriggio.
Sono già stato da don Wieczorek e l'ho pregato di andare incontro al nostro quartetto, che arriverà qui il 25 IV, cioè fra 12 giorni. Ho fatto un breve sonnellino, perciò la testa è un po' più fresca. Solo adesso mi sono ricordato della richiesta di fr. Severino a proposito degli articoli di apertura. 

Senza dubbio l'Immacolata stessa dirigerà le cose in modo tale che, se non arriverà nulla da parte mia, sarà bene ugualmente, anzi forse sarà anche meglio. Mando l'articolo di apertura per giugno, ma non è troppo tardi? Preghiamo affinché l'Immacolata divenga al più presto possibile... la Regina del mondo intero, perché ci sono ancora tanti pagani, tanti poveri peccatori.

Inoltre, con il Suo aiuto, ripetiamoLe che per Lei siamo disposti a tutto, ad ogni fatica, sofferenza, umiliazione, alla morte per fame o per qualche altra causa, ma solamente con il Suo aiuto, perché da soli noi non possiamo assolutamente far nulla.Qualche volta mi preoccupo per voi, ma mi consolo pensando che l'Immacolata si ricorda di voi assai di più, senza paragone, di quanto io possa immaginare, mentre voi, da parte vostra, desiderate con tutto il cuore di lasciarvi condurre da Lei liberamente.
Sto pensando perché, invece di raccontare le vicende del viaggio, ritorno continuamente all'Immacolata e all'amore verso di Lei, ma voi, amatissimi Figli, mi comprendete, perché siete di questo medesimo spirito. 

Carissimi Figli, nelle difficoltà, nelle tenebre, nelle debolezze, negli scoraggiamenti ricordiamoci che i paradiso... il paradiso... si sta avvicinando. Ogni giorno che passa è un intero giorno in meno di attesa.
Coraggio, dunque! Ella ci attende di là per stringerci al Cuore.
Inoltre, non date retta al diavolo, qualora volesse farvi credere che il paradiso esiste, ma non per voi, perché, anche se aveste commesso tutti i peccati possibili, un solo atto di amore perfetto lava tutto al punto tale che non ci rimane neppure un'ombra. 
Carissimi Figli, come desidererei dirvi, ripetervi quanto è buona l'Immacolata, per poter allontanare per sempre dai vostri piccoli cuori la tristezza, l'abbattimento interiore o lo scoraggiamento. La sola invocazione “Maria”, magari con l'anima immersa nelle tenebre, nelle aridità e perfino nella disgrazia del peccato, quale eco produce nel Suo Cuore che tanto ci ama! E quanto più l'anima è infelice, sprofondata nelle colpe, tanto più questo Rifugio di noi poveri peccatori la circonda di sollecita protezione. 
Ma non affliggetevi mai se non sentite tale amore. Se volete amare, questo è già un segno sicuro che state amando; ma si tratta solo di un amore che procede dalla volontà.
Anche il sentimento esteriore è frutto della grazia, ma non sempre esso segue immediatamente la volontà. Vi potrà capitare, miei Cari, un pensiero, quasi una mesta nostalgia, una supplica, un lamento...: “Chissà se l'Immacolata mi ama ancora?”.
Figli amatissimi!
Lo dico a tutti insieme e a ciascuno in particolare nel Suo nome, notate bene, nel Suo nome: Ella ama ciascuno di voi, vi ama assai e in ogni momento senza alcuna eccezione.
Questo, carissimi Figli, ve lo ripeto nel Suo Nome. 
E dite questa stessa cosa a quei quattro che giungeranno subito dopo la presente lettera. 
Vostro

- Padre Massimiliano M. Kolbe -























"La guarigione completa e radicale è la "salvezza". 
In verità, la lebbra che realmente deturpa l'uomo e la società è il peccato; sono l'orgoglio e l'egoismo che generano nell'animo umano indifferenza, odio e violenza. 
Questa lebbra dello spirito, che sfigura il volto dell'umanità, nessuno può guarirla se non Dio, che è Amore. 
Aprendo il cuore a Dio, la persona che si converte viene sanata interiormente dal male".

- papa Benedetto XVI -
Angelus, 14 ottobre 2007






Atto di consacrazione della famiglia alla Vergine SS. della Mercede

Dègnati, o dolcissima Vergine della Mercede, di visitare con il tuo divin Figlio, questa casa che da oggi in poi è tua; e ricolma i fortunati tuoi figli che vi abitano delle celesti grazie e dei singolari favori che costantemente concedi alle famiglie consacrate al tuo tenero cuore di Madre.
Tu stessa, o Sovrana Redentrice degli schiavi, hai manifestato che desideri e vuoi regnare nelle famiglie. 

Perciò questa famiglia tutta, ascoltando la tua voce, 
risponde premurosa alla tua chiamata e contrariamente all’abbandono e all’indifferenza di tante famiglie, ti proclama, 
o carissima Madre della Mercede, sua amabile Regina 
e ti consacra interamente le sue gioie, le sue fatiche, 
le sue tristezze, il suo presente ed il suo avvenire.
Benedici dunque i presenti, benedici gli assenti, 

benedici anche o amorosa Madre, i nostri cari defunti. 
Prendi dimora in questa tua casa, 
te ne supplichiamo per gli acerbissimi dolori che soffristi ai piedi della croce; stabilisci in essa il tuo dolce regno ed il dominio della tua carità 
e del tuo amore, della tua bontà e delle tue misericordie.
Vieni, o Signora, e regna in questa casa; 

vieni e comanda in essa come Madre, come Regina, come Padrona. 
Tutto qui è tuo, tutto ti appartiene.
Allontana tutto ciò che ti disgusta, correggi tutti i difetti che vedi in essa, ispira in essa l’amore casto e l’osservanza delle sante leggi, 

infondi in tutti i suoi membri lo spirito di fede e di pietà, 
di fortezza e di purezza.
Fa, o Signora, che la mansuetudine, la pazienza, l’umiltà, 

il distacco ed il disprezzo per le folli vanità, 
e tutte le altre virtù che furono tue prerogative, 
formino anche la delizia di questa famiglia.
Aprici, o Signora, il tuo dolce manto di Madre 

e come in un’arca di salvezza custodisci sotto di esso tutti i componenti di questa famiglia che sono tuoi fino alla vita eterna.
Viva sempre amata, benedetta e glorificata tra noi la Vergine SS. della Mercede, unitamente al cuore vittorioso di Gesù. Amen



- Immaculada Concepción -
Fray Juan Sánchez Cotán (Orgaz (Toledo), 1560 - Granada, 1627) Entre 1617 y 1618



Buona giornata a tutti :-)


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venerdì 17 maggio 2019

Diletta Madre – San Luigi Maria Grignion da Monfort

O Maria, la luce della tua fede diradi le tenebre del mio spirito; 
la tua profonda umiltà si sostituisca al mio orgoglio; 
la tua sublime contemplazione ponga freno alle mie distrazioni; 
la tua visione ininterrotta di Dio riempia la mia mente della sua presenza; l’incendio di carità del tuo cuore dilati e infiammi il mio, così tiepido e freddo; le tue virtù prendano il posto dei miei peccati; 
i tuoi meriti siano il mio ornamento presso il Signore.

Infine, carissima e diletta Madre, fà, se è possibile, 

che io non abbia altro spirito che il tuo 
per conoscere Gesù Cristo e i suoi voleri; 
che io non abbia altra anima che la tua per lodare e glorificare il Signore; 
che io non abbia altro cuore che il tuo per amare Dio, 
con puro e ardente amore come te.
Amen.



Virgo Potens


Maria viene a vivere nell’anima.

"Un’infinità di ottimi effetti produce nell’anima questa devozione fedelmente praticata [darsi interamente a Maria e per mezzo di lei a Gesù].

Il principale tra essi è che Maria viene a vivere nell’anima in modo che non è più l’anima che vive, ma è Maria che vive in essa e che viene a essere, per cosi dire, l’anima della stessa anima.

E quale meraviglia non opera Maria quando per una grazia veramente ineffabile viene ad essere Regina di un’anima?

È l’operatrice delle grandi meraviglie e lavora soprattutto nei cuori, e molte volte all’insaputa dell’anima stessa, poiché se questa si accorgesse di quanto avvie­ne in lei si esporrebbe al pericolo di perdere, a causa della vanità, questa sua bellezza.

Maria è la Vergine feconda, in tutte le anime in cui va a vivere fa germogliare la purezza di cuore e di corpo, la rettitudine delle intenzioni e abbondanti opere buone.

Non credere che Maria, la più feconda delle pure creature che giunse al punto di pro­durre un Dio, rimanga inoperosa in un’anima fedele.

Sarà proprio ella che farà vivere l’anima incessantemente per Gesù Cristo, e farà vivere Gesù nell’anima:

“Figlioli miei, che io di nuovo partorisco, finché non sia formato Cristo in voi” (cf Gal 2,20).

Come nel venire al mondo Gesù volle essere frutto di Maria, cosi lo è egualmente per ciascuna anima; e in quelle in cui Maria può abitare più liberamente si vede meglio come è suo frutto e capolavoro. (…)

Essendo Dio venuto al mondo, la prima volta, nell’umiltà e nel nascondimento per mezzo di Maria, non si potrebbe affermare che per mezzo di Maria verrà anche la seconda volta per regnare in tutti, come attende la Chiesa, e per giudicare i vivi e i morti?

Nessuno sa come e quando avverrà; ma so che Dio, i cui disegni si innalzano sui nostri più che il cielo sulla terra, verrà nel tempo e nel modo meno sospettato dagli uomini, compresi i più versati e competenti in Sacra Scrittura, la quale in questo punto resta molto oscura.

Io però credo anche, che negli ultimi tempi, e forse più presto di quel che si pensa, Dio susciterà grandi uomini pieni dello Spirito Santo e dello spirito di Maria per mezzo dei quali questa divina Sovrana farà grandi meraviglie sulla terra, per distruggervi il peccato e stabili­re nel mondo corrotto il regno di Gesù Cristo suo Figlio."

- San Luigi Maria Grignion da Monfort -
Da “La vera e perfetta devozione”, di San Luigi M. Grignion de Montfort (1673-1716), (nn. 55-59).



Poiché al momento della resa dei conti ti dovrai pentire di non avere impiegato bene questo tempo nel servizio di Dio, perché ora non lo ordini e non lo impieghi come vorresti aver fatto in punto di morte?


 - San Giovanni della Croce - 




"Chiediamo a Maria, di ottenerci il dono della fortezza in ogni vicenda della vita e nell’ora della morte". 


- san Giovanni Paolo II -



 Ave Maria

E te ne vai, Maria, fra l’altra gente
che si raccoglie intorno al Tuo passare,
siepe di sguardi che non fanno male,
nella stagione di essere madre.


Sai che fra un’ora forse piangerai
poi la Tua mano nasconderà un sorriso:
gioia e dolore hanno il confine incerto,
nella stagione che illumina il viso.

Ave Maria, adesso che sei donna,
ave alle donne come Te, Maria,
femmine un giorno per un nuovo amore,
povero o ricco, umile o Messia.

Femmine un giorno e poi madri per sempre,
nella stagione che stagioni non sente.

- Fabrizio De André -




Buona giornata a tutti. :-)




sabato 8 dicembre 2018

Immacolata Concezione di Maria - 8 dicembre 2018

L’Immacolata Concezione di Maria già chiaramente enunciata dall’Angelo Gabriele al momento dell’Annunziazione ed insegnata da vari Dottori, fra cui sant’Efrem Siro († 370), ebbe il primo culto liturgico in Palestina nel secolo VIII e si estese a tutta la Chiesa d’Oriente che la ebbe obbligatoria nel secolo X. 
Presso i Latini comparve verso il secolo XII e Roma fu introdotta da Sisto IV nel secolo XV.
 Diffusori delle dottrina e della festa dell’Immacolata furono massimamente i Francescani. 
Dopo secoli di discussione teologica sul l’8 dicembre 1854 Pio IX definiva solennemente come dogma per tutta la Chiesa “a dottrina che sostiene che la beatissima Vergine Maria, nel primo istante della sua concezione, per una grazia ed un privilegio singolare di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, è stata preservata intatta da ogni macchia del peccato originale”. Maria è il primo e il più meraviglioso frutto della Redenzione, a lei applicata in modo preventivo; è il capolavoro della creazione e la primogenita della famiglia umana, ideata da Dio da tutta l’eternità, come fa intendere la Lezione dell’Ecclesiastico (Eccli. VIII, 22-35) che la Chiesa legge durante la Messa. 
Lei, sempre unita a Dio, ripiena in maniera traboccante di Spirito Santo, congiunta al figlio Redentore con uno e medesimo decreto è la Donna di Genesi III, 15 predestinata a schiacciare col Figlio, e per virtù del Figlio, il capo superbo del serpente antico, Satana.


O Dio, che mediante l’Immacolata Concezione della Vergine 
preparasti al Figlio tuo una degna dimora: 
Ti preghiamo: 
come, in previsione della morte del tuo stesso Figlio, 
preservasti lei da ogni macchia, 
così concedi anche a noi, 
per sua intercessione, 
di giungere a Te purificati. 
Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, 
tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, 
in unità con lo Spirito Santo, 
per tutti i secoli dei secoli. Amen.


  
Maria non sta soltanto in un rapporto singolare con Cristo, il Figlio di Dio che, come uomo, ha voluto diventare figlio suo. 
Essendo totalmente unita a Cristo, ella appartiene anche totalmente a noi. Sì, possiamo dire che Maria ci è vicina come nessun altro essere umano, perché Cristo è uomo per gli uomini e tutto il suo essere è un “esserci per noi”. Cristo, dicono i Padri, come Capo è inseparabile dal suo Corpo che è la Chiesa, formando insieme con essa, per così dire, un unico soggetto vivente. 
La Madre del Capo è anche la Madre di tutta la Chiesa; lei è, per così dire, totalmente espropriata da se stessa; si è data interamente a Cristo e con Lui viene data in dono a tutti noi. 
Infatti, più la persona umana si dona, più trova se stessa. […] Maria è così intrecciata nel grande mistero della Chiesa che lei e la Chiesa sono inseparabili come sono inseparabili lei e Cristo. 
Maria rispecchia la Chiesa, la anticipa nella sua persona e, in tutte le turbolenze che affliggono la Chiesa sofferente e faticante, ne rimane sempre la stella della salvezza. 
È lei il suo vero centro di cui ci fidiamo, anche se tanto spesso la sua periferia ci pesa sull’anima.

- papa Benedetto XVI -
Omelia, Basilica Vaticana, 8 dicembre 2005




                                            Quando giunse poi l’istante 
In cui nacque il Salvatore, 
Fosti, invece di dolore,
Di letizia ricolmata:
O Concetta Immacolata.

 


Vergine Santissima,
che piaceste al Signore e diveniste sua Madre,
Immacolata nel corpo e nello spirito,
nella fede e nell'amore, concepita senza peccato,
deh! riguardate benigna ai miseri
che implorano il vostro potente patrocinio!
Il maligno serpente,
contro il quale fu scagliata la prima maledizione,
continua purtroppo a combattere
e a insidiare i miseri figli di Eva.
Deh! voi, o benedetta Madre nostra,
nostra Regina ed Avvocata
che fino dal primo istante
del vostro Concepimento
schiacciaste il capo del nemico,
accogliete le preghiere,
che uniti con voi in un cuor solo,
vi scongiuriamo di presentare al trono di Dio,
perché non cediamo giammai
alle insidie che ci vengono tese:
cosicché tutti arriviamo al porto della salute
e fra tanti pericoli, la Chiesa e la società cristiana
cantino ancora una volta l'inno della liberazione,
della vittoria e della pace.
Così sia.
- San Pio X, papa -


Buona giornata a tutti. :-)