Un giorno lo chiama e gli dice: «Vai a prendere l’asino e andiamo in città». Il
giovane prende l’asino, aiuta l’anziano monaco a salirvi e si avviano verso la
città, il monaco in groppa all’asino e il ragazzo a piedi.
Alla prima svolta incontrano un gruppo di persone. Qualcuno, naturalmente, ha
qualcosa da ridire: «Ma guarda quanto è infingardo quel vecchio monaco: lui a
cavallo, e quel povero ragazzo così gracile e delicato lasciato a piedi!»
Il vecchio monaco, appena udite queste parole, scende dall’asino, vi fa salire
il ragazzo e tutti e tre si rimettono in cammino. Poco più avanti incontrano
altre persone: «Oh, guarda cosa si deve vedere. Un giovane sano e robusto a
cavallo e un povero vecchio a piedi. Non c’è più rispetto, non c’è più carità».
A queste parole il ragazzo salta giù dall’asino, aiuta l’anziano monaco a
salirvi di nuovo, risale anche lui e proseguono verso la città.
Strada facendo, altra gente, altri commenti: «Guarda quella povera bestia! Fra
poco morirà stremata, sotto il peso di quei due fannulloni! Ci vorrebbe almeno
un po’ di pietà». Il santo monaco e il ragazzo, allora, scendono in silenzio e
proseguono il cammino a piedi.
Ma qualcuno non è ancora soddisfatto: «Guardate, guardate… S’è vista mai una
cosa più sciocca? Quei due hanno l’asino, e vanno a piedi!». A questo punto
l’anziano monaco dice al ragazzo: «Torniamo a casa».
Strada facendo gli spiega: «Hai capito la lezione, figliolo? Per quanto ti
sforzerai di assecondare gli altri, ci sarà sempre qualcuno che avrà qualcosa
da ridire. E allora tu impara a tirar diritto per la tua strada e a non
prestare ascolto alle chiacchiere della gente»
Il sale della vita
Un giorno, un saggio maestro indù
stanco di sentire le lamentele del suo allievo decise di dargli una lezione. Lo
inviò a cercare una manciata di sale. Al suo ritorno, gli chiese di prendere un
poco del sale, metterlo in un bicchiere d’acqua e bere.
– Che sapore ha? – Chiese quindi il
maestro.
– È salata e amara! – Rispose
l’allievo.
Allora il maestro, sorridendo, gli
chiese di accompagnarlo sulla riva di un lago. Gli chiese di lanciare la stessa
quantità di sale nell’acqua del lago e poi di berne un poco. Così fece il
giovane.
– Che sapore ha l’acqua? – Chiese di
nuovo.
– È molto fresca.
– È salata?
– Niente affatto.
Allora il maestro gli disse: “Il
dolore nella vita è come il sale. La quantità di dolore è sempre la stessa, ma
il grado di amarezza che percepiamo dipende dal recipiente nel quale versiamo
la pena. Pertanto, quando provi dolore, tutto quello che devi fare è espandere
la tua prospettiva delle cose. Smetti di essere un bicchiere d’acqua e
trasformati in un lago”.
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