Penso al 2 giugno del 2002, quando il
Cardinale Martini in occasione della processione del Corpus Domini ha ricordato
i suoi 23 anni trascorsi tra noi, ( il giorno del
suo ingresso fece lo stesso percorso della processione eucaristica )
Milano, 2 giugno 2002
Milano, 2 giugno 2002
In questa processione abbiamo ripetuto lo stesso percorso del 10 febbraio 1980, quando, procedendo a piedi dal Castello verso il Duomo, davo inizio al mio ministero episcopale a Milano.
È perciò per me motivo di grande
commozione l'avere ripercorso 22 anni dopo lo stesso itinerario. Durante il
tragitto, mentre portavo tra le mie mani il Signore presente nell'Eucaristia,
pensavo a tutti quelli che allora c'erano e oggi non ci sono più. Pensavo a
tutti quelli che allora erano bambini e adolescenti e ora sono adulti, a quelli
che allora erano adulti ed ora sono anziani, come lo sono io.
Anche per me infatti sono passati
tanti anni, sono maturate tante esperienze, si sono succeduti tanti incontri,
sono avvenute tante vicende. Ma su tutte e in tutte leggo ora la presenza
amabile e il chiarore mite dell'Eucaristia.
Per questo siamo di nuovo qui in tanti
a ringraziare il Signore e a ringraziarlo proprio perché lui non è cambiato.
Lui è il Signore di ieri, di oggi e di sempre. La sua presenza nell'Eucaristia
e nella Parola ci stimola oggi come allora, anzi con la forza ancora più grande
che viene dalla memoria delle tantissime grazie ricevute.
Pure la pagina evangelica che è stata
proclamata più volte in questa processione è la stessa di quella domenica 10
febbraio 1980, ripresa poi dal Papa nel documento sul terzo millennio (NMI) e
da me nella ultima lettera pastorale "Sulla tua Parola". Allora come
oggi ascoltavamo le parole di Pietro: Gesù sulla tua parola getterò le reti.
Allora sentivo che, fidandomi della parola del Signore, le reti si sarebbero
riempite, e mi pareva di poter pronunciare le parole ardite di Pietro, presenti
nell'altra pagina evangelica letta durante la processione: Signore, se sei tu,
comanda che venga a te camminando sulle acque!
E' davvero un camminare sulle acque il
portare la responsabilità di arcivescovo di Milano, cioè qualcosa di umanamente
troppo arduo, che si può attuare solo fidandosi del Signore, della sua grazia,
espressa anche nella bontà e pazienza di tutti voi, nella dedizione di tutti i
miei preti e dei miei più stretti collaboratori, nell'accoglienza e nella
collaborazione di tutte le forze vive della città. Il Signore mi ha fatto
sentire ogni giorno di più la mia fragilità e insieme la sua bontà, e della sua
bontà voi siete stati strumento.
Ricordo l'altra pagina che veniva
proclamata qui in Duomo all'inizio del mio ministero, dal libro del profeta
Isaia: Ohimè che uomo dalle labbra impure io sono! Ma il Signore stesso mi
prometteva di purificarmi con carboni ardenti, perché potessi proclamare la sua
Parola.
Possiamo dunque dire che tutti questi
anni sono stati ritmati e scanditi dalla parola di Dio e che la Parola ci ha
portato al mistero dell'Eucaristia.
L'Eucaristia al centro della città
L'Eucaristia infatti è al centro della comunità e le comunità cristiane la attuano nella santa messa, che sta al centro della comunità e al centro della città.
L'Eucaristia infatti è al centro della comunità e le comunità cristiane la attuano nella santa messa, che sta al centro della comunità e al centro della città.
Al centro di una città, la quale, come
ha detto il Papa in un discorso del 13 maggio scorso ai sindaci di varie
metropoli, " è molto più di un territorio, di un'aria economica
produttiva, di una realtà politica. È soprattutto una comunità di persone, in
particolare di famiglie con i loro figli. È un'esperienza umana viva, radicata
storicamente e distinta culturalmente".
"La componente etica di una città
- aggiunge il Papa - dovrebbe essere soprattutto basata sul concetto di
solidarietà. In una città si affrontano una tale massa di problemi economici,
sociali e culturali che non si possono risolvere senza la creazione di un nuovo
stile di solidarietà umana. Per questo istituzioni e organizzazioni sociali a
diverso livello… devono partecipare alla promozione di un movimento generale di
solidarietà tra tutti i settori della popolazione, prestando un'attenzione
speciale ai deboli e agli emarginati. Non è solo una questione di convenienza.
È una necessità dell'ordine morale al quale tutti vanno educati". Tutti
noi siamo chiamati a impegnarci per questa questione di coscienza, responsabili
civili, religiosi e militari della città e cittadini.
"Lo scopo della solidarietà -
dice ancora il Papa - dev'essere il progresso di un mondo più umano per tutti,
un mondo al quale un individuo possa partecipare in modo positivo e fecondo e
in cui il benessere di alcuni non sia più un ostacolo allo sviluppo degli
altri, ma un aiuto".
L'Eucaristia al centro della città,
che abbiamo proclamato con la nostra processione, è custode e promotrice di
solidarietà. Come mi esprimevo alcuni anni fa in una lettera alla città dal
titolo "Alzati, va' a Ninive la grande città! ", riferendomi anche a
una riflessione di don Giuseppe Dossetti, l'Eucaristia che noi celebriamo è il
sale, il lievito, la luce e l'anima della città. La Chiesa che si realizza
nell'Eucaristia è come "una manifestazione anticipata della polis salvata.
Polis tutta sui generis, che non governa e non ha potere, che non muove verso
gli altri per quello che hanno di appetibile, ma unicamente per quello che sono
in mysterio (cioè davanti al mistero di Dio, anche se poveri, incoscienti, in
tutto inappetibili): cioè non incontra l'uomo dall'esterno e in superficie, ma lo
incontra nel suo sé più intimo, più invisibile... creando e divulgando dovunque
un'atmosfera di rispetto, di comprensione, di fiducia, di valorizzazione degli
esclusi, di amore oblativo, indipendente da ogni condizione esterna
mutevole".
Nell'ultimo capitolo del libro
dell'Apocalisse è scritto che "in mezzo alla piazza della città…si trova
un albero di vita che dà dodici raccolti e produce frutti ogni mese: le foglie
dell'albero servono a guarire le nazioni " (Apocalisse 22,2). E' questo
l'albero di cui ci nutriamo continuamente, l'albero dell'Eucaristia, albero che
non verrà mai meno, pure nel cambio dei vescovi, perché l'Eucaristia è sempre
la stessa, chiunque la celebri e da essa la città trarrà sempre il suo frutto
ristoratore.
Affidiamo a Maria, che la Chiesa
d'oriente chiama "albero dal bel frutto di cui si nutrono i fedeli",
questa visione fiduciosa della città con al centro l'Eucaristia. E ciascuno di
noi si senta spinto da tale visione a contribuire al bene della città con
scioltezza e disinteresse. Il bene della città è troppo grande, troppo prezioso
perché lo possiamo trascurare o in qualche modo dimenticare. L'Eucaristia
celebrata in questo Duomo, centro spirituale della città, sarà sempre un segno
di speranza e un pegno di futuro sereno e operoso.
- Card. Carlo Maria Martini -
"Anima di
Cristo, santificami.
Corpo di Cristo, salvami.
Sangue di Cristo, inebriami.
Acqua del costato di Cristo, lavami.
Passione di Cristo, confortami.
O buon Gesù, esaudiscimi.
Dentro le tue ferite nascondimi.
Non permettere che io
mi separi da te.
Dal nemico maligno difendimi.
Nell'ora della mia morte chiamami.
Comandami di venire a te,
perché con i tuoi Santi io ti lodi.
nei secoli dei secoli. Amen."
Corpo di Cristo, salvami.
Sangue di Cristo, inebriami.
Acqua del costato di Cristo, lavami.
Passione di Cristo, confortami.
O buon Gesù, esaudiscimi.
Dentro le tue ferite nascondimi.
Non permettere che io
mi separi da te.
Dal nemico maligno difendimi.
Nell'ora della mia morte chiamami.
Comandami di venire a te,
perché con i tuoi Santi io ti lodi.
nei secoli dei secoli. Amen."
Buona giornata a tutti :-)
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