Degli angeli che calarono a frotte dal più alto dei cieli a cantare il “Gloria” stilla capanna dove nacque Gesù Bambino, uno si perse. Era un angelo distratto, sempre assorto nei suoi pensieri. Fu così che, quando scese sulla terra in quella notte fatale, l’angelo favolista vide, poco discosto da Betlemme, un gruppo di ragazzini che, dopo aver anch’essi fatto visita a Gesù, se ne tornavano a casa. Quale magnifica occasione. Sceso accanto a loro in veste di pellegrino dalla barba bianca, incominciò uno dei suoi racconti. Ed era l’alba quando i bambini furono costretti dalle grida delle mamme a tornare a casa, con la fantasia ed il cuore accesi da decine di meravigliose fiabe che l’anziano pellegrino aveva raccontato loro.
Il sole stava sorgendo e per Gesù iniziava la prima giornata terrestre.
L’angelo pellegrino era in ritardo, molto in ritardo. E per di più non
ricordava più, assolutamente, come si facesse a ridiventare angelo: una
formula? ma quali parole? un pensiero chiave? ma quale?
L’unica soluzione era andare da Gesù, chiedergli scusa e raccontargli
tutto. Ma Gesù ora non era che un bimbetto in fasce, un bimbo di donna. E il
Bimbo e la Donna, alle parole del pellegrino, non seppero proprio cosa
rispondere: il Bimbo perché sorrideva soltanto e non sapeva ancora parlare; la
Donna perché non conosceva che il Mistero che portava stretto al petto.
Fu così che l’angelo—pellegrino cominciò il suo girovagare terreno. E tanto gli piacque narrar favole ai bambini di quaggiù che il Signore, quando fu tornato nei Cieli e lo vide attorniato da bambini con gli occhi spalancati e la bocca aperta per la meraviglia, ce lo lasciò.
Ancor oggi di tanto in tanto appare. E’ talmente invecchiato che la sua veste umana gli si è logorata completamente. Ma ben lo conoscono le mamme, quando suggerisce loro le più belle favole; ben lo conoscono i poeti, quando sussurra al loro cuore i versi più ricchi di fantasia e di colore; ed anche qualche prete, quando sente nel cuore un certo pizzicorino che lo spinge a dire — finalmente — cose meravigliose. Ma tutti lo conosceremo, se saremo stati buoni, nel momento del nostro volo verso il cielo.
Quel momento buio sarà illuminato dalla Favola più bella ch’egli solo sa raccontare così bene perché così bene egli solo la conosce.
Ci
ricorderemo d’invocarlo, almeno allora?
Joseph Ratzinger - papa Benedetto XVI
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