lunedì 2 novembre 2020

La fiera del giorno dei morti – don Tonino Lasconi

La visita al cimitero, pensieri, preghiere e fiori per i nostri cari che non ci sono più: un incontro che non si esaurisce il 2 novembre.

Amo i cimiteri. Ci vado spesso. Non solo in quelli dove riposano i miei cari ma anche in quelli che incontro viaggiando. Sono un luogo dove mi piace riflettere, meditare, pregare. Questo perché amo la vita. Il pensiero dei defunti mi ricorda, senza ombra di dubbio, che la vita è un passaggio, spesso, purtroppo, breve. Per questo va vissuta senza sprecarne un solo istante con la noia, con la banalità, con la volgarità, con ciò che può rattristarla, impoverirla, metterla in pericolo.

Quando sono lì, penso: «Se ci ricordassimo sempre che non vivremo cinquemila anni, saremmo più saggi. Adopereremmo meglio le nostre capacità, i nostri sentimenti, il nostro tempo, i nostri soldi, i nostri giorni».

Metto dei fiori nelle tombe dei miei cari e in quelle abbandonate dai parenti.
I fiori - lo so - non servono ai defunti, ma a me. A noi.
Sono un segno bellissimo che dice: «Da questa morte rinasce una vita nuova, più bella e profumata di prima». E prego.
La preghiera serve ai defunti e a noi. Ci ricorda che, tra noi e loro, gli affetti, la compagnia, l'amicizia continuano, perché davanti a Dio siamo tutti contemporanei, ci abbraccia tutti con un unico sguardo.

E noi camminiamo tutti insieme verso di lui, aiutandoci l'un l'altro. Volete che una madre non cammini ancora accanto ai suoi figli rimasti quaggiù? Che un amico non ti rimanga accanto? Nemmeno a pensarci! Quando esco dal cimitero, mi sento ricaricato, stimolato a vivere con più grinta e intensità.

Non però negli ultimi giorni di ottobre e nei primi di novembre. In questi giorni non vado più al cimitero, perché l'ultima volta che l'ho fatto ho creduto di trovarmi in una fiera: chiacchiericcio, confusione, risate, paragoni sciocchi tra le tombe e i fiori più belli, curiosità stupide, telefonini che squillano dappertutto, commento sul costo dei fiori...
Uno spettacolo triste! Sapete cosa farei? Chiuderei i cimiteri dal 25 ottobre all'8 di novembre. Perché quelli che ci vanno per amore dei defunti e di se stessi ci andrebbero comunque durante l'anno, ogni volta che possono.

Quelli «della fiera» se ne starebbero a casa loro. Meglio così!

Tanto, andare in un cimitero per non pensare, per non pregare, per non meditare non serve né ai defunti né tanto meno ai vivi.

- don Tonino Lasconi -
Fonte: Popotus, 30/10/2004


La Resurrezione (1450-1463)
Piero della Francesca
Museo Civico, Sansepolcro (Arezzo), Italy

Mentre quattro soldati romani dormono, Cristo si leva dal sepolcro ridestandosi alla vita.  Risorge un Gesù “atletico”  ben eretto, come una statua greca ed esce dal sarcofago appoggiandosi con un ginocchio sul bordo, la mano destra regge il vessillo crociato, emblema del trionfo della vita sulla morte (altri autori ritengono che il vessillo rappresenti la vittoria delle crociate e della cristianità).  
Si pensa che  soldato senza elmo sia un autoritratto di Piero della Francesca.



La festa odierna ci invita a volgere lo sguardo al Cielo, meta del nostro pellegrinaggio terreno. Là ci attende la festosa comunità dei Santi. Là ci ritroveremo con i nostri cari defunti, per i quali s’eleverà la preghiera nella grande commemorazione liturgica di domani.
I fedeli cristiani e le famiglie si recano in questi giorni nei cimiteri, dove riposano i resti mortali dei loro congiunti, in attesa della risurrezione finale. Anch'io ritorno spiritualmente alle tombe dei miei cari, dove ho avuto occasione di sostare recentemente, durante il viaggio apostolico a Cracovia.

Il 2 novembre, però, ci chiede di non dimenticare, anzi, in un certo senso di privilegiare nella preghiera le anime di tanti defunti che nessuno ricorda, per affidarli all'abbraccio della divina Misericordia. 
Penso in particolare a tutti coloro che, nell'anno trascorso, hanno lasciato questo mondo. 
Prego soprattutto per le vittime dei fatti di sangue, che nei mesi scorsi ed anche in questi giorni hanno continuato ad affliggere l'umanità. 
La commemorazione di tutti i defunti non può non essere anche una corale invocazione di pace: pace per chi ha vissuto, pace per chi vive, pace per chi vivrà.

- san Giovanni Paolo II, papa
11 novembre 2002





Signore, mio Dio, io ti ringrazio
che hai portato a termine questo giorno;
io ti ringrazio che hai dato riposo
al corpo e all'anima.


La tua mano era su di me
e mi hai protetto e difeso.

Perdona tutti i momenti di poca fede
e tutte le ingiustizie di questo giorno
e aiutami a perdonare a tutti coloro
che sono stati ingiusti con me.

Fammi dormire in pace sotto la tua protezione
e preservami dalle insidie delle tenebre.

Ti affido i miei cari,
ti affido questa casa,
ti affido il mio corpo e la mia anima.
Dio, sia lodato il tuo santo nome. Amen.



- Dietrich Bonhoeffer -


Buona giornata a tutti. :-)


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