Quando morrò voglio le tue mani sui miei occhi:
voglio la luce e il frumento delle tue mani amate
passare una volta ancora su di me la loro freschezza,
sentire la soavità che cambiò il mio destino.
Voglio che tu viva mentr’io, addormentato, t’attendo,
voglio che le tue orecchie continuino a udire il vento,
che fiuti l’aroma del mare che amammo uniti
e che continui a calpestare l’arena che calpestammo.
Voglio che ciò che amo continui a esser vivo
e te amai e cantai sopra tutte le cose,
per questo continua a fiorire, fiorita,
perché raggiunga tutto ciò che il mio amore ti ordina,
perché la mia ombra passeggi per la tua chioma,
perché così conoscano la ragione del mio canto.
- Pablo Neruda -
voglio la luce e il frumento delle tue mani amate
passare una volta ancora su di me la loro freschezza,
sentire la soavità che cambiò il mio destino.
Voglio che tu viva mentr’io, addormentato, t’attendo,
voglio che le tue orecchie continuino a udire il vento,
che fiuti l’aroma del mare che amammo uniti
e che continui a calpestare l’arena che calpestammo.
Voglio che ciò che amo continui a esser vivo
e te amai e cantai sopra tutte le cose,
per questo continua a fiorire, fiorita,
perché raggiunga tutto ciò che il mio amore ti ordina,
perché la mia ombra passeggi per la tua chioma,
perché così conoscano la ragione del mio canto.
- Pablo Neruda -
Fonte: “Quando morrò…” in Cento sonetti d’amore, trad it. Paoli
T., Nuova Accademia, Milano , 1960, pp 203-204
Annie Louisa Robinson Swinnerton (1844-1933)
Mater
Triumphalis
La tua voce, il tuo
viso pallido, la tua tenerezza, i tuoi occhi.
La sottile carezza
che ti fa bruciare tutta.
Le due braccia che
emergono come giunchi di stupore.
Tutto il tuo corpo acceso
di biancore nel ventre.
Le gambe pigre. Le
ginocchia. Le spalle.
La chioma di ali nere
che volano attorno.
I ragni scuri del
pube in riposo.
- Pablo Neruda -
Da “Poesie erotiche”,
VII, Anima mia!
Gino Piccioni (1873-1941), Nudo disteso
Nuda sei semplice come una delle tue mani,
liscia, terrestre, minima, rotonda, trasparente,
hai linee di luna, strade di mela,
nuda sei sottile come il grano nudo.
Nuda sei azzurra come la notte a Cuba,
hai rampicanti e stelle nei tuoi capelli,
nuda sei enorme e gialla
come l'estate in una chiesa d'oro.
hai rampicanti e stelle nei tuoi capelli,
nuda sei enorme e gialla
come l'estate in una chiesa d'oro.
Nuda sei piccola come una delle tue unghie,
curva, sottile, rosea finché nasce il giorno
e t'addentri nel sotterraneo del mondo.
curva, sottile, rosea finché nasce il giorno
e t'addentri nel sotterraneo del mondo.
come in una lunga galleria di vestiti e di lavori:
la tua chiarezza si spegne, si veste, si sfoglia
e di nuovo torna a essere una mano nuda.
la tua chiarezza si spegne, si veste, si sfoglia
e di nuovo torna a essere una mano nuda.
- Pablo Neruda-
Fonte: Cento sonetti d'amore, XXVII
Buona giornata a tutti. :-)
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