Ma perché non funziona tutto come nei film? Perché gli
estranei in metropolitana, invece che limitarsi a guardarti, non attaccano
bottone dicendoti che hai un sorriso bellissimo? Perché dopo trent’anni, in un
caffé del centro, non rincontri mai la persona per cui hai lottato? Perché le
madri fanno fatica a capire i propri figli e i padri ad accettarli? Perché la
frase giusta arriva sempre durante il momento sbagliato? Perché non ti capita
mai di correre sotto la pioggia, di arrivare davanti al portone di qualcuno,
farlo scendere, scusarti e iniziare a parlare a vanvera per poi trovarti labbra
a labbra e sentirti dire: ‘non importa, l’importante è che sei qui’? Perché non
vieni mai svegliato durante la notte da una voce al telefono che ti dice: ‘non
ti ho mai dimenticato’? Se fossimo più coraggiosi, più irrazionali, più
combattivi, più estrosi, più sicuri e se fossimo meno orgogliosi, meno
vergognosi, meno fragili, sono sicura che non dovremmo pagare nessun biglietto
del cinema per vedere persone che fanno e dicono ciò che non abbiamo il
coraggio di esternare, per vedere persone che amano come noi non riusciamo, per
vedere persone che ci rappresentano, per vedere persone che, fingendo, riescono
ad essere più sincere di noi.
Il treno del tempo è un treno che spinge davanti a sé
le sue rotaie. Il fiume del tempo è un fiume che porta con sé le sue rive. Chi
viaggia si muove tra pareti solide su un pavimento solido; ma pavimento e
pareti son messi insensibilmente in moto rapidissimo dai moti dei viaggiatori.
- Robert Musil -
"L’uomo senza qualità"
Amo tutto ciò che scorre, tutto ciò che ha in sé tempo
e divenire, che ci riporta al principio dove non c’è mai fine: la violenza dei
profeti, l’oscenità che è estasi, la saggezza del fanatico, il prete con la sua
gommosa litania, le parole sozze della puttana, lo sputo portato via nella
fogna, il latte della mammella e l’amaro miele che si riversa dall’utero, tutto
ciò che è fluido, fuso, dissoluto e dissolvente, tutto il pus e il sudiciume
che scorrendo si purifica, che perde il suo senso originario, che fa il grande
circuito verso la morte e la dissoluzione. Il grande desiderio incestuoso è
scorrere all’unisono col tempo, fondere la grande immagine dell’aldilà con
quella dell’hic et nunc.
Un desiderio fatuo, suicida, reso stitico dalle parole e paralizzato dal pensiero.
Un desiderio fatuo, suicida, reso stitico dalle parole e paralizzato dal pensiero.
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