"...Quando il mondo è più desolato e tutto sembra
irrimediabilmente perduto, allora si manifesta la presenza di colui che era
stato estromesso.
Percepire questa presenza è l’inizio della resurrezione, dal
momento che il pericolo è proprio quello di naufragare nel vuoto delle creature
provvisorie e relative. L’atto di fede è appunto atto dello spirito che si apre
all’esistenza - consistente e perciò salvifica - del Dio vivo: è un rendersi
conto di che cosa significhi veramente, tra la folla di larve garrule ed
evanescenti, potersi aggrappare a uno che silenziosamente ed efficacemente
esiste.
Perciò la redenzione è in primo luogo, disperse le mille nullità
frastornanti, una manifestazione di esistenza: «Io sono», dice a Mosè la voce
del roveto in fiamme (Es 3,14). «Se non credete che io sono, morirete nei
vostri peccati», dice il Redentore ai Giudei (Gv 8,24). «Sono io», dice Gesù
nell’ora delle tenebre alle potenze umane, che subito sono abbattute (Gv 18,6).
«Sono io», dice Geppetto al burattino incosciente che sta per perire.
C’è chi pensa che la salvezza possa venire dalle idee; c’è chi pensa che la salvezza possa venire dalle azioni: tutte le rivoluzioni - che in definitiva lacerano i tessuti sociali e non cambiano molto - sono ispirate a questi principi, inadeguati senza essere totalmente erronei.
C’è chi pensa che la salvezza possa venire dalle idee; c’è chi pensa che la salvezza possa venire dalle azioni: tutte le rivoluzioni - che in definitiva lacerano i tessuti sociali e non cambiano molto - sono ispirate a questi principi, inadeguati senza essere totalmente erronei.
La sola vera rivoluzione, quella di Dio, è diversamente fondata: la salvezza si
gioca sul piano dell’ essere.
Al risonare della voce di Geppetto, Pinocchiò si rende finalmente conto della propria miseria e insieme intravede la strada per uscirne, nella presenza di colui che lo può ricreare."
Al risonare della voce di Geppetto, Pinocchiò si rende finalmente conto della propria miseria e insieme intravede la strada per uscirne, nella presenza di colui che lo può ricreare."
Card. Giacomo Biffi,
da: "Contro maestro Ciliegia.
Commento teologico alle avventure di Pinocchio"
“A ogni votazione ricevo sempre un solo voto. Se scopro chi è
che si ostina a votarmi giuro che lo prendo a schiaffi”.
A sfogarsi così con un
confratello durante il Conclave 2005 è stato il cardinale Giacomo Biffi,
arcivescovo emerito di Bologna.
“Cosa Eminenza?”, gli domanda perplesso l’altro
cardinale. “Sì, ha capito bene, Eminenza”, replica Biffi. “Giuro che lo prendo
a schiaffi”.
Al che il porporato lo guarda perplesso e gli spiega: “Eminenza,
ormai è chiaro chi stiamo eleggendo come nuovo Papa ed è anche abbastanza evidente
che questo candidato abbia scelto di votare per lei. Quindi se vorrà ancora
mantenere il suo proposito sarà costretto a prendere a schiaffi il Papa”.
Biffi
rimase senza parole: Joseph Ratzinger aveva deciso di votare per lui.
- Conclave 2005 -
“Vorrei dirLe grazie anche perché ci ha donato diagnosi molto acute e precise della nostra situazione di oggi e soprattutto ci ha mostrato come dietro a tanti fenomeni del nostro tempo, apparentemente molto lontani dalla religione e dal Cristo, ci sia una domanda, un'attesa, un desiderio; e che la unica vera risposta a questo desiderio, onnipresente proprio nel nostro tempo, è Cristo.
Vorrei dirLe grazie per il suo realismo, per il suo umorismo e per la sua concretezza; fino alla teologia un po' audace di una sua domestica: non oserei sottoporre queste parole «il Signore forse ha i suoi difetti» al giudizio della Congregazione per la Dottrina della Fede. Ma in ogni caso abbiamo imparato ed i suoi pensieri, Signor Cardinale, ci accompagneranno non solo nelle prossime settimane”.
“Vorrei dirLe grazie anche perché ci ha donato diagnosi molto acute e precise della nostra situazione di oggi e soprattutto ci ha mostrato come dietro a tanti fenomeni del nostro tempo, apparentemente molto lontani dalla religione e dal Cristo, ci sia una domanda, un'attesa, un desiderio; e che la unica vera risposta a questo desiderio, onnipresente proprio nel nostro tempo, è Cristo.
Vorrei dirLe grazie per il suo realismo, per il suo umorismo e per la sua concretezza; fino alla teologia un po' audace di una sua domestica: non oserei sottoporre queste parole «il Signore forse ha i suoi difetti» al giudizio della Congregazione per la Dottrina della Fede. Ma in ogni caso abbiamo imparato ed i suoi pensieri, Signor Cardinale, ci accompagneranno non solo nelle prossime settimane”.
Ringraziamento di Papa Benedetto XVI al Cardinale Biffi per gli esercizi spirituali per la Curia Romana nella Quaresima 2007.
Mangiare i tortellini con la prospettiva della vita
eterna, rende migliori anche i tortellini, più che mangiarli con la prospettiva
di finire nel nulla.
- Card. Giacomo Biffi -
«Mi accusano di essere
preconciliare, ma poi mi consolo, sapendo che lo era pure Gesù.»
- Card. Giacomo Biffi -
"[...] Possiamo aggiungere un’annotazione, che riguarda da vicino soprattutto il comportamento auspicabile
dallo Stato e da tutte le autorità civili.
I criteri per ammettere gli
immigrati non possono essere solamente economici e previdenziali (che pure
hanno il loro peso).
Occorre che ci si preoccupi seriamente di salvare
l’identità propria della nazione.
L’Italia non è una landa deserta o
semidisabitata, senza storia, senza tradizioni vive e vitali, senza una
inconfondibile fisionomia culturale e spirituale, da popolare
indiscriminatamente, come se non ci fosse un patrimonio tipico di umanesimo e
di civiltà che non deve andare perduto.
In vista di una pacifica e fruttuosa
convivenza, se non di una possibile e auspicabile integrazione, le condizioni
di partenza dei nuovi arrivati non sono ugualmente propizie. E le autorità
civili non dovrebbero trascurare questo dato della questione.
In ogni caso,
occorre che chi intende risiedere stabilmente da noi sia facilitato e
concretamente sollecitato a conoscere al meglio le tradizioni e l’identità
della peculiare umanità della quale egli chiede di far parte".
- Cardinale Giacomo Biffi -
nota pastorale "La città di San Petronio nel terzo millenio", Edizioni Dehoniane Bologna, Bologna
2000
«Io penso che l'Europa o ridiventerà cristiana o
diventerà musulmana.
Ciò che mi pare senza avvenire è la “cultura del niente”,
della libertà senza limiti e senza contenuti, dello scetticismo vantato come
conquista intellettuale, che sembra essere l'atteggiamento dominante nei popoli
europei, più o meno tutti ricchi di mezzi e poveri di verità.
Questa “cultura
del niente” (sorretta dall'edonismo e dalla insaziabilità libertaria) non sarà
in grado di reggere all'assalto ideologico dell'Islam che non mancherà: solo la
riscoperta dell' “avvenimento cristiano” come unica salvezza per l'uomo - e
quindi solo una decisa risurrezione dell'antica anima dell'Europa - potrà
offrire un esito diverso».
- Cardinale Giacomo Biffi -
"Nessun uomo ormai può sfuggire al suo Creatore,
che lo insegue, lo vuol raggiungere e legare a sé. Non possiamo sfuggirgli,
perché il suo amore corre più veloce di noi."
- Card. Giacomo Biffi -
Buona giornata a tutti. :-)
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