Ti sto chiedendo amami. Ti sto chiedendo
arrampicati sulle mie parole verticali, lanciandoti, imparando a indossare
anche il paracadute dei miei silenzi.
Ti sto chiedendo amami.
Che quando avremo le vertigini faremo attenzione a non guardare giù, per volare
ancora e per ridarci le radici, che il posto non è il luogo, il luogo è l’amore
ed è in ogni dove.
L’Amore è un luogo vero e proprio che racchiude tutti i nostri altri luoghi interiori, è un modo di abitare la vita. Ed è l’ogni dove fondamentale attorno a cui ruota l’intero viaggio dell’esistenza.
Ti sto chiedendo amami. Non restare sulla porta e non lasciarmi sulle scale, affidati all’equilibrio che i tuoi piedi già conoscono, è solo il primo passo ad aver tanta paura.
Ti sto chiedendo amami, non vorrai aggrapparti a fughe infinite, indossare museruole emotive per mascherare la voglia di mordere la felicità.
Ti sto chiedendo ascoltami, chi si ama riceve in dono la fortuna dell’ubiquità e potrai sentirmi ovunque. Ti abbraccio e sento l’anima come nelle conchiglie, sarai marea.
Ti sto chiedendo rompi la monotona armonia delle paralisi planetarie e ricomponila di passi, di presenze, anche da lontano per creare l’infinito, duri pure quel che sia.
Trasformami nell’uomo che vedi perché sai che esiste, ha solo bisogno di completare il mosaico di domani con la cheratina dei fili sottilissimi dei tuoi capelli.
Ti sto chiedendo inarcami la schiena con le mani, sollevami e mentre attorno tutto dorme tu svegliami e chiedimi: - Vuoi ballare con me in mezzo alla stanza? -
Sorprendimi non con regali, non con l’Australia, ma con il tatuaggio di un sogno sulla parte sinistra del cuore, un OttoVolante infinito, per poter viaggiare senza bisogno di agenzie di viaggi, di navigatori, di programmi precisi. Essenze e presenze, io, tu e il caos. Non sei venuta a far la coda, sei venuta a percorrermi, senza barriere, senza caselli.
Ti sto chiedendo amami, cementa una sedia al centro dell’amore, sediamoci a incastro sull’orlo di un desiderio e se dondola basterà un origami di carta a far da fermo per un volo migliore.
Ti sto chiedendo amami, che se per molti è un vanto quel che danno di sé, il mio vanto sarà in quel che tu sei e sarai per me. Ti sto dicendo guardati, la tua foto mi sorride e mi sussurra che avresti la faccia di una che potrebbe essere felice, tu non sei mai così bella come quando guardi me.
Ti sto dicendo amami e bruciami fino a far diventare il mio incendio cenere, spegnendolo con il tuo corpo, una candela liquida mentre mi lecchi con la mente le delizie del desiderio.
Ti sto chiedendo amami, rideremo delle insolazioni, delle insoluzioni, dei nostri irrisolti problemi, gremiti, affollati in una piccola zona d’ombra, per ritornare a cibarci del sole.
Ti sto chiedendo amami, iniziami al secondo tempo del film della mia vita, antagonista dei miei ciak, dei miei tempi morti e sperpera con me l’impossibile per restare povera di luna, per sverginare gli angeli della perfezione, per smettere le ali e camminare a piedi, sfiniti, sorridenti, con qualche ruga in più, più belli anche per questo.
Ti sto chiedendo amami, al parco dei pensieri, con il giornale in mano della condivisione, a passeggiare l’erba della serenità, senza cogliere i fiori, soltanto le occasioni, i sospiri del vento. Senza indossare maschere né di bellezza né di cera, a sfumarci il viso solo di sensazioni e fra i cortocircuiti dei miei errori, elettricista del perdono, illuminami con le tue diversità, senza voler ragione e senza darne, che le carezze sono irragionevoli, sono prose e poesie, mescolate al quadrato.
Ti sto chiedendo amami, ti sto chiedendo senza chiederti, perché se mi ami già lo sai e l’emozione è sfrontata ma mai pretenziosa. E allora arrivami nella mia vita precedente a dare precedenza al pathos, a scoprirmi romantico senza farmi ammalare di gelosia, nella protezione e nella dolcezza che sono petali della stessa rosa.
Sii la mia rosa. Non ti coglierò.
L’Amore è un luogo vero e proprio che racchiude tutti i nostri altri luoghi interiori, è un modo di abitare la vita. Ed è l’ogni dove fondamentale attorno a cui ruota l’intero viaggio dell’esistenza.
Ti sto chiedendo amami. Non restare sulla porta e non lasciarmi sulle scale, affidati all’equilibrio che i tuoi piedi già conoscono, è solo il primo passo ad aver tanta paura.
Ti sto chiedendo amami, non vorrai aggrapparti a fughe infinite, indossare museruole emotive per mascherare la voglia di mordere la felicità.
Ti sto chiedendo ascoltami, chi si ama riceve in dono la fortuna dell’ubiquità e potrai sentirmi ovunque. Ti abbraccio e sento l’anima come nelle conchiglie, sarai marea.
Ti sto chiedendo rompi la monotona armonia delle paralisi planetarie e ricomponila di passi, di presenze, anche da lontano per creare l’infinito, duri pure quel che sia.
Trasformami nell’uomo che vedi perché sai che esiste, ha solo bisogno di completare il mosaico di domani con la cheratina dei fili sottilissimi dei tuoi capelli.
Ti sto chiedendo inarcami la schiena con le mani, sollevami e mentre attorno tutto dorme tu svegliami e chiedimi: - Vuoi ballare con me in mezzo alla stanza? -
Sorprendimi non con regali, non con l’Australia, ma con il tatuaggio di un sogno sulla parte sinistra del cuore, un OttoVolante infinito, per poter viaggiare senza bisogno di agenzie di viaggi, di navigatori, di programmi precisi. Essenze e presenze, io, tu e il caos. Non sei venuta a far la coda, sei venuta a percorrermi, senza barriere, senza caselli.
Ti sto chiedendo amami, cementa una sedia al centro dell’amore, sediamoci a incastro sull’orlo di un desiderio e se dondola basterà un origami di carta a far da fermo per un volo migliore.
Ti sto chiedendo amami, che se per molti è un vanto quel che danno di sé, il mio vanto sarà in quel che tu sei e sarai per me. Ti sto dicendo guardati, la tua foto mi sorride e mi sussurra che avresti la faccia di una che potrebbe essere felice, tu non sei mai così bella come quando guardi me.
Ti sto dicendo amami e bruciami fino a far diventare il mio incendio cenere, spegnendolo con il tuo corpo, una candela liquida mentre mi lecchi con la mente le delizie del desiderio.
Ti sto chiedendo amami, rideremo delle insolazioni, delle insoluzioni, dei nostri irrisolti problemi, gremiti, affollati in una piccola zona d’ombra, per ritornare a cibarci del sole.
Ti sto chiedendo amami, iniziami al secondo tempo del film della mia vita, antagonista dei miei ciak, dei miei tempi morti e sperpera con me l’impossibile per restare povera di luna, per sverginare gli angeli della perfezione, per smettere le ali e camminare a piedi, sfiniti, sorridenti, con qualche ruga in più, più belli anche per questo.
Ti sto chiedendo amami, al parco dei pensieri, con il giornale in mano della condivisione, a passeggiare l’erba della serenità, senza cogliere i fiori, soltanto le occasioni, i sospiri del vento. Senza indossare maschere né di bellezza né di cera, a sfumarci il viso solo di sensazioni e fra i cortocircuiti dei miei errori, elettricista del perdono, illuminami con le tue diversità, senza voler ragione e senza darne, che le carezze sono irragionevoli, sono prose e poesie, mescolate al quadrato.
Ti sto chiedendo amami, ti sto chiedendo senza chiederti, perché se mi ami già lo sai e l’emozione è sfrontata ma mai pretenziosa. E allora arrivami nella mia vita precedente a dare precedenza al pathos, a scoprirmi romantico senza farmi ammalare di gelosia, nella protezione e nella dolcezza che sono petali della stessa rosa.
Sii la mia rosa. Non ti coglierò.
(Massimo Bisotti)
Quando ti innamori di
qualcuno non esistono due modi per amare perché dentro di te non battono due
cuori differenti.
Esiste
un solo cuore che è l’ultimo ad arrendersi, esiste un unico modo di amare, dare
tutto prima di arrendersi. Per cui se davvero è amore darai tutto, perché se
non avrai dato tutto non avrai dato ancora niente.
Massimo
Bisotti da La luna blu
Foto di Marco Goisis
Ogni volta che perdi un
treno pensi che ne passerà un altro. E invece, quando ti affacci dal finestrino
vedi che tutto scorre così in fretta: gli alberi, le case, il vento, i sospiri.
Ecco, la vita è così. È come quella che vedi scorrere da un finestrino del
treno. Tu pensi che il tuo viaggio costi più di quel che dà e invece spesso ti
darà quel che tu sai dare e a volte ti darà più di quel che riceve indietro,
nei momenti in cui tu lo disprezzi o vorresti scendere in corsa. E soprattutto
pensi che sia un viaggio infinito e invece arriva da qualche parte. Quando
dovrai scendere ora non lo sai ma dove vuoi andare lo decidi tu_
Massimo
Bisotti da La luna blu
È solo quando sai quello che vuoi che non prendi tutto
quello che passa.
Fai rumore nei sogni di qualcuno solo per farlo
svegliare con il cuore felice.
Altrimenti lascialo dormire.
Massimo Bisotti - La luna blu
Buona giornata a
tutti J
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