«Si, o bontà infinita del mio Dio, (...) come sopportate chi vi permette di
stargli vicino! Che buon amico dimostrate di essergli, Signore!
Come lo favorite, e con quanta pazienza sopportate la
sua condizione aspettando che si conformi alla vostra! Tenete in conto ogni
istante che egli trascorre in amarvi e per un attimo di pentimento dimenticate
le offese che vi ha fatte. Questo io so per esperienza, e non capisco, o mio
Creatore, perché il mondo non corra tutto ai vostri piedi per intrecciare con
Voi questa particolare amicizia. Se vi avvicinassero, diverrebbero buoni anche
i cattivi, quelli cioè che non sono della vostra condizione, purché vi
permettessero di star con loro un due ore al giorno, nonostante che il loro
spirito andasse agitato da mille sollecitudini e pensieri di mondo come il mio»
(Vit. 8,6; cfr. 22,14).«Sappiate, figliole mie, che questo vostro Sposo non vi perde mai di vista, né sono bastate, perché lasciasse di guardarvi, le mille brutture e abominazioni che gli avete fatto soffrire. Ora, è forse gran cosa che togliendo gli occhi dagli oggetti esteriori, li fissiate alquanto su di Lui? Ricordate ciò che dice alla Sposa: non aspetta che un vostro sguardo per subito mostrarvisi quale voi la bramate. Stima tanto questo sguardo, che per averlo non lascia nulla di intentato» (Cam. 26, 3; cfr. Rel. 33, 3).
Son nata per Te,
per Te è il mio cuore
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!
Sapienza eterna, Altezza inaccessibile,
Signor dell'alma mia,
non ti sdegnar se, del suo nulla immemore,
oggi il mio cuor vorria
a Te dolce innalzare inno d'amore,
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!
Son tutta tua; la tua bontà ineffabile
m'ha dal nulla creata,
m'ha redenta e chiamata in questo ospizio,
ed io fui sempre ingrata!...
Ma di dannarmi mai ti resse il cuore...
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!
Che cosa vuoi, o mio Signor, che faccia
per Te quest'alma mia,
sì incapace ad oprar, sì miserabile,
sì peccatrice e ria?
Eccomi quivi ai piedi tuoi, mio Amore:
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!
La mia vita, il mio cuor, il corpo e l'anima,
quanta, Signor, io sono,
tutto ai Tuoi piedi, o Sposo mio dolcissimo,
tutto depongo e dono,
ed ostia mi sacro a Te d'amore.
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!
Vita o morte, trionfo oppur infamia,
infermità o salute,
Sia che in pace Tu mi voglia o in orride
pene continue e acute,
tutto accetta e gradisce questo cuore;
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!
Dammi ricchezza o povertà riservami,
inferno dammi o cielo,
vita sepolta fra più dense tenebre
o sole senza velo:
a tutto mi sottometto, o dolce Amore:
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!
L'alma, se vuoi, di gioia inalterabile
oppur d'assenzio inonda;
divozione, orazione, ratti ed estasi
o siccità profonda;
nel tuo volere trova pace il cuore;
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!
Sia che il mondo per sapienza illumini
o per stoltezza attristi,
sia che giorni d'abbondanza attendanmi
o d'ogni ben sprovvisti,
inalterato t'avrò sempre amore.
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!
Se vuoi che vita spensierata godami,
vò qui per Te gioire;
se vuoi che assidua nel lavor m'astenui,
vò nel lavorar morire;
quanto a Te piace, tutto accetta il cuore;
Dimmi che vuoi da me, dimmi, o Signore!
Vengan gli strazi del Calvario o vengano
pur del Tabòr gli incanti;
goda, giovanni, sul Tuo petto, o spasimi,
Giobbe, fra pene e pianti;
vite frondosa o sterpo senz'umore;
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!
Giuseppe per calunnia chiuso in carcere
o vicerè d'Egitto;
Davidde sovra il trono e nella gloria
o per deserti afflitto;
Giona nel pesce o accolto banditore;
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!
Parli oppur taccia, inaridisca o prodiga
frutti in fecondo seme
di terror la tua legge inondi l'anima
o di gioconda speme.
per Te soltanto pulserà il mio cuore;
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!
Son nata per Te, per Te è il mio cuore
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!
Sapienza eterna, Altezza inaccessibile,
Signor dell'alma mia,
non ti sdegnar se, del suo nulla immemore,
oggi il mio cuor vorria
a Te dolce innalzare inno d'amore,
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!
Son tutta tua; la tua bontà ineffabile
m'ha dal nulla creata,
m'ha redenta e chiamata in questo ospizio,
ed io fui sempre ingrata!...
Ma di dannarmi mai ti resse il cuore...
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!
Che cosa vuoi, o mio Signor, che faccia
per Te quest'alma mia,
sì incapace ad oprar, sì miserabile,
sì peccatrice e ria?
Eccomi quivi ai piedi tuoi, mio Amore:
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!
La mia vita, il mio cuor, il corpo e l'anima,
quanta, Signor, io sono,
tutto ai Tuoi piedi, o Sposo mio dolcissimo,
tutto depongo e dono,
ed ostia mi sacro a Te d'amore.
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!
Vita o morte, trionfo oppur infamia,
infermità o salute,
Sia che in pace Tu mi voglia o in orride
pene continue e acute,
tutto accetta e gradisce questo cuore;
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!
Dammi ricchezza o povertà riservami,
inferno dammi o cielo,
vita sepolta fra più dense tenebre
o sole senza velo:
a tutto mi sottometto, o dolce Amore:
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!
L'alma, se vuoi, di gioia inalterabile
oppur d'assenzio inonda;
divozione, orazione, ratti ed estasi
o siccità profonda;
nel tuo volere trova pace il cuore;
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!
Sia che il mondo per sapienza illumini
o per stoltezza attristi,
sia che giorni d'abbondanza attendanmi
o d'ogni ben sprovvisti,
inalterato t'avrò sempre amore.
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!
Se vuoi che vita spensierata godami,
vò qui per Te gioire;
se vuoi che assidua nel lavor m'astenui,
vò nel lavorar morire;
quanto a Te piace, tutto accetta il cuore;
Dimmi che vuoi da me, dimmi, o Signore!
Vengan gli strazi del Calvario o vengano
pur del Tabòr gli incanti;
goda, giovanni, sul Tuo petto, o spasimi,
Giobbe, fra pene e pianti;
vite frondosa o sterpo senz'umore;
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!
Giuseppe per calunnia chiuso in carcere
o vicerè d'Egitto;
Davidde sovra il trono e nella gloria
o per deserti afflitto;
Giona nel pesce o accolto banditore;
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!
Parli oppur taccia, inaridisca o prodiga
frutti in fecondo seme
di terror la tua legge inondi l'anima
o di gioconda speme.
per Te soltanto pulserà il mio cuore;
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!
Son nata per Te, per Te è il mio cuore
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!
Teresa di Gesù
Il castello interiore
«Possiamo considerare la nostra anima come un castello fatto di un sol diamante
o di un tersissimo cristallo , nel quale vi siano molte mansioni, come molte ve
ne sono in cielo. (...) al centro, in mezzo a tutte, vi è la stanza
principale, quella dove si svolgono le cose di grande segretezza tra Dio e
l'anima ».
«Dobbiamo ora vedere il modo di poter entrare. Sembra che dica uno sproposito,
perché se il castello è la stessa anima, non si ha certo bisogno di entrare,
perché si è già dentro. (...) Però dovete sapere che vi è grande differenza tra
un modo di esservi e un altro, perché molte anime stanno soltanto nei dintorni,
(...) senza curarsi di andare innanzi, né sapere cosa si racchiuda in quella
splendida dimora, né chi l'abiti, né quali appartamenti contenga. Se avete
letto in qualche libro di orazione consigliare l'anima ad entrare in se stessa,
è proprio quello che intendo io».
«Per quanto io ne capisca, la porta per entrare in questo castello è l'orazione
e la meditazione ».
«Le anime senza l'orazione sono come un corpo storpiato e paralitico che ha
mani e piedi, ma non li può muovere. Ve ne sono di così ammalate e talmente
avvezze a vivere fra le cose esteriori, da esser refrattarie a qualsiasi cura,
quasi impotenti a rientrare in se stesse. Abituate a un continuo contatto con i
rettili e gli animali che stanno intorno al castello, si son fatte quasi come
essi e non sanno più vincersi, nonostante la nobiltà della loro natura e la
possibilità che hanno di trattare nientemeno che con Dio» (Mans. I, 1,3,5,
6,7).
O Serafica Santa
Teresa,
per quella fedeltà con cui servisti fino alla morte il tuo mistico sposo Gesù,
vivendo sempre con la continua pratica della meditazione,
della preghiera e della penitenza cristiana,
ottienimi di essere sempre fedele alle promesse fatte a Gesù.
Tu che hai assicurato grazie a tutti,
promettendo una pioggia di rose, ascolta questo tuo devoto
che ti domanda.... (grazia).
Grazie, o buona Santina, della tua intercessione:
fa in modo che, amando come te Gesù in questa terra,
andiamo un giorno con te a contemplarlo in cielo.
Gloria...
per quella fedeltà con cui servisti fino alla morte il tuo mistico sposo Gesù,
vivendo sempre con la continua pratica della meditazione,
della preghiera e della penitenza cristiana,
ottienimi di essere sempre fedele alle promesse fatte a Gesù.
Tu che hai assicurato grazie a tutti,
promettendo una pioggia di rose, ascolta questo tuo devoto
che ti domanda.... (grazia).
Grazie, o buona Santina, della tua intercessione:
fa in modo che, amando come te Gesù in questa terra,
andiamo un giorno con te a contemplarlo in cielo.
Gloria...
S. Teresita vi protegga sempre e vi accompagni da Gesù, insieme a Maria. Amen!
Buona giornata a tutti. :-)
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