Dicono tutti che è l'ora dei poveri, sotto nomi diversi
di "povera gente", "massa lavoratrice",
"proletariato". Di quest'ora che mi fa pensare all'evangelico "è
giunto il momento, ed è questo" (Giovanni, 4, 23), nessuno se ne rallegra
al pari di un prete, che, nonostante il "si dice", con la povera
gente vive veramente gomito a gomito in campagna e alla periferia, e vede come
tira e quanto patisce: ma non vorrei che un giorno i poveri, arcistufi di
tante e sviscerate concorrenti dichiarazioni di amore, dicessero a questi e a
quelli: "vogliateci un po' meno bene e trattateci un po'
meglio".
L'allarme è (...) per timore di un
possibile baratto - purtroppo già in atto un po' ovunque - tra una
"primogenitura e un piatto di lenticchie" (cfr. Genesi, 25, 29ss.).
La colpa però di una simile tentazione, se si vuol essere onesti e non pesare soltanto su chi ha fame, ricade in gran parte su coloro che li hanno lasciati nella necessità.
Quand'uno non ne può più, come pretendere che ragioni da uomo e misuri se il baratto gli convenga o no? Molto più che da questa parte, la nostra, ove c'è la "promessa" della primogenitura, ci sono parecchi cui non importa affatto la primogenitura, si fan belli di essa al solo scopo di tener indietro coloro che offrono ai poveri il piatto di lenticchie.
Il piatto di lenticchie è prelevato su quello che credono di avere, mentre la primogenitura può divenire un comodo pretesto di resistenza al comunismo.
E molti preti abboccano e ringraziano tali infidi e poco onorevoli alleati, dimenticando che non sono i comunisti che ci perdono, ma la povera gente, la quale rimane qual era, senza "primogenitura" e senza "lenticchie", mentre i ricchi si pappano queste e credono di avere diritto pur su quella, quasi non fosse stato detto: "È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei cieli" (Matteo, 19, 24).
I poveri vanno amati "Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma coi fatti e nella verità" (1 Giovanni, 3, 18) come poveri, cioè come sono, senza far calcoli sulla loro povertà, senza pretesa o diritto di ipoteca, neanche quella di farli cittadini del Regno dei Cieli, molto meno dei proseliti. Cittadini del Regno dei Cieli i poveri sono già per diritto di chiamata evangelica.
La colpa però di una simile tentazione, se si vuol essere onesti e non pesare soltanto su chi ha fame, ricade in gran parte su coloro che li hanno lasciati nella necessità.
Quand'uno non ne può più, come pretendere che ragioni da uomo e misuri se il baratto gli convenga o no? Molto più che da questa parte, la nostra, ove c'è la "promessa" della primogenitura, ci sono parecchi cui non importa affatto la primogenitura, si fan belli di essa al solo scopo di tener indietro coloro che offrono ai poveri il piatto di lenticchie.
Il piatto di lenticchie è prelevato su quello che credono di avere, mentre la primogenitura può divenire un comodo pretesto di resistenza al comunismo.
E molti preti abboccano e ringraziano tali infidi e poco onorevoli alleati, dimenticando che non sono i comunisti che ci perdono, ma la povera gente, la quale rimane qual era, senza "primogenitura" e senza "lenticchie", mentre i ricchi si pappano queste e credono di avere diritto pur su quella, quasi non fosse stato detto: "È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei cieli" (Matteo, 19, 24).
I poveri vanno amati "Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma coi fatti e nella verità" (1 Giovanni, 3, 18) come poveri, cioè come sono, senza far calcoli sulla loro povertà, senza pretesa o diritto di ipoteca, neanche quella di farli cittadini del Regno dei Cieli, molto meno dei proseliti. Cittadini del Regno dei Cieli i poveri sono già per diritto di chiamata evangelica.
La carità di ogni specie non c'è bisogno che renda:
è feconda e perfetta in sé quand'è vera carità.(continua)
(don Primo Mazzolari)
estratto dall' antologia Il prete di "Adesso" (Roma, Rogate, 2009, pagine 141,) a cura di Leonardo Sapienza
Colpevole di avere
spirito critico
Colpevole di solidarietà
Colpevole di volersi istruire
Colpevole d'umanità
Colpevole di pensare
Colpevole di credere nella democrazia
Colpevole di volere altro
Colpevole di solidarietà
Colpevole di volersi istruire
Colpevole d'umanità
Colpevole di pensare
Colpevole di credere nella democrazia
Colpevole di volere altro
E il guaio caratteristico è questo, che meno quattrini si
hanno e meno ci si sente disposti a spenderli in cibo sano. Un milionario può
apprezzare a colazione, la mattina, succo d'arancia e biscotti leggeri; un
disoccupato no[...] Quando si è disoccupati, quando cioè non si mangia
abbastanza, e si è tormentati, annoiati e depresso, non si ha voglia di
mangiare tediosi cibi sani. Si ha voglia di qualcosa un po'
"stuzzicante". [...] I risultati di tutto ciò sono visibili in una
degenerazione fisica [...]
- George Orwell -
Non vi è nulla che
possa sconfiggere un popolo virtuoso che ami veramente Dio
- Plinio Correa de
Oliveira -
Preghiera della
sera
Padre mio, ora che
le voci tacciono
e i clamori sono spenti, qui, ai piedi del letto,
la mia anima si eleva fino a te per dirti:
credo in te, spero in te,
ti amo con tutte le mie forze.
Gloria a te, o Signore!
Metto nelle tue mani la fatica e la lotta,
le gioie e le delusioni del giorno che è passato.
Se i nervi mi hanno tradito,
se gli impulsi egoistici mi hanno dominato,
se ho lasciato spazio al rancore o alla tristezza,
perdono, Signore!
Abbi pietà di me.
Se sono stato infedele,
se ho pronunciato parole vane,
se mi sono lasciato trascinare dall’ impazienza,
se sono stato una spina per qualcuno,
perdono, Signore!
Ti ringrazio, Padre mio,
perché sei stato fresca ombra
che mi ha coperto durante tutto il giorno.
Ti ringrazio perché invisibile,
affettuoso, avvolgente,
mi hai assistito come una madre,
durante queste ore.
Signore, manda l’angelo della pace
in questa casa.
e i clamori sono spenti, qui, ai piedi del letto,
la mia anima si eleva fino a te per dirti:
credo in te, spero in te,
ti amo con tutte le mie forze.
Gloria a te, o Signore!
Metto nelle tue mani la fatica e la lotta,
le gioie e le delusioni del giorno che è passato.
Se i nervi mi hanno tradito,
se gli impulsi egoistici mi hanno dominato,
se ho lasciato spazio al rancore o alla tristezza,
perdono, Signore!
Abbi pietà di me.
Se sono stato infedele,
se ho pronunciato parole vane,
se mi sono lasciato trascinare dall’ impazienza,
se sono stato una spina per qualcuno,
perdono, Signore!
Ti ringrazio, Padre mio,
perché sei stato fresca ombra
che mi ha coperto durante tutto il giorno.
Ti ringrazio perché invisibile,
affettuoso, avvolgente,
mi hai assistito come una madre,
durante queste ore.
Signore, manda l’angelo della pace
in questa casa.
Buona giornata a tutti. :-)
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