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giovedì 21 marzo 2019

Il prato e altre poesie sulla primavera - Antonia Pozzi

Tutto il prato è un traforo
di luci a cento a cento!
Son ranuncoli d'oro,
son viburni d'argento:
son corimbi sospesi
sul velluto dell'erba:
son gli occhietti accesi
dell'estate superba.
E così sembra il prato,
trapunto di colori,
un cielo costellato
che ha per stelle i fiori.

- Antonia Pozzi - 


Vento di primavera

Il vento scendeva
rosso
dall'accesa collina
e diventava verde verde
sul fiume.
Poi diventava viola
giallo e...
sarà sui seminati
un arcobaleno teso.

- Federico Garcia Lorca - 


Interroga la bellezza della terra, 
interroga la bellezza del mare, 
interroga la bellezza dell’aria diffusa e soffusa. 
Interroga la bellezza del cielo, 
interroga l’ordine delle stelle, interroga il sole, che col suo splendore rischiara il giorno; interroga la luna, che col suo chiarore modera le tenebre della notte. Interroga le fiere che si muovono nell’acqua, che camminano sulla terra, che volano nell’aria: anime che si nascondono, corpi che si mostrano; visibile che si fa guidare, invisibile che guida. 
Interrogali! 
Tutti risponderanno: Guardaci: siamo belli! 
La loro bellezza li fa conoscere. 
Questa bellezza mutevole chi l’ha creata, se non la Bellezza Immutabile?

San’Agostino (354-430)




Ho visto la primavera.
E’ verde
come una mela selvatica,
è allegra
come la coda di uno scoiattolo.
Parla
con parole di vento.
Quando credi che pianga
è solo una goccia di pioggia.

- Anonimo -
Poesia finlandese


Buona primavera! :-)







mercoledì 11 aprile 2018

La rinuncia di Dio - Simone Weil

La creazione è, da parte di Dio, un atto non di espansione di sé bensì di limitazione, di rinuncia. 
Dio con tutte le creature è qualcosa di meno che Dio da solo. 
Dio ha accettato questa diminuzione. Si è privato di una parte dell’essere. Se ne è privato già in questo atto della sua divinità; ecco perché San Giovanni dice che l’Agnello è stato sgozzato fin dal momento della creazione del mondo. Dio ha permesso che esistessero altre cose, diverse da lui e di valore infinitamente minore. 
Con l’atto creativo ha negato se stesso, così come Cristo ci ha ordinato di rinnegare noi stessi. 
Dio si è negato in nostro favore, per offrirci la possibilità di rinnegarci per lui. Questa risposta, questa eco che è in nostro potere rifiutare, è la sola giustificazione possibile per la follia d’amore che è l’atto creativo.
Le religioni che hanno compreso questa rinuncia, questa distanza volontaria, questo ritrarsi volontariamente, l’apparente assenza di Dio e la sua presenza segreta quaggiù, sono la religione vera, la traduzione in lingue diverse della grande Rivelazione.
Le religioni che rappresentano una divinità che esercita il suo dominio dovunque ciò le sia possibile, sono false. Anche se monoteiste, sono idolatre.
È dunque vero, in un certo senso, che Dio bisogna pensarlo come impersonale, nel senso che egli è il modello divino di una persona che con la rinuncia di sé trascende se stessa. 
Concepirlo come una persona onnipotente, oppure, sotto il nome di Cristo, come una persona umana, significa escludersi dal vero amore di Dio. 
Ecco perché occorre amare la perfezione del Padre celeste che diffonde in maniera uguale la luce del sole. 
Il modello divino, assoluto, di questa nostra rinuncia che è l’obbedienza: ecco il principio creatore e ordinatore dell’universo, ecco la pienezza dell’essere.

- Simone Weil - 
da:  Attesa di Dio


“La bellezza del mondo è il sorriso di tenerezza del Cristo per noi attraverso la materia. 
Egli è realmente presente nella bellezza dell’universo. 
L’amore di questa bellezza procede da Dio, sceso nelle nostre anime, e va verso Dio, presente nell’universo. 
Anche questo è un qualcosa simile a un sacramento”. 

- Simone Weil -
da: Forme dell’amore implicito di Dio



Un giorno

Dal filo di ogni esile
erba il silenzio salga.
E poi si unisca ai
deserti illuminati.

Anche il cuore ne trema:
se l’improvviso aspetto
atteso del mattino
eliminerà l’ombra!

- Simone Weil - 


Buona giornata a tutti. :-)