sabato 2 febbraio 2019

Un Dio "ragioniere"? - Giuliano Palizzi sdb


"L'empio abbandoni la sua via, ritorni al Signore che avrà misericordia di lui… Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri… Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri". (Is 55,6-9)

Alcuni termini liturgici come eucaristia e carisma derivano dal greco "charis" che significa benevolenza, dono gratuito, regalo che dà gioia, che rende lieti.
Ricevere un regalo perché te lo sei meritato, te lo sei sudato… certo è bello. 
È grande la soddisfazione per il diploma di laurea, o la medaglia in una gara sportiva; ma immensa è la gioia che suscita in noi il semplice fiore che la persona amata ci consegna nel momento in cui ci dichiara il suo amore. Questo regalo produce un'emozione unica perché è segno che qualcuno ci pensa, ci vuole bene, pronuncia con tenerezza il nostro nome. 
È così l'amore di Dio. "Dio premia secondo i meriti" è l'epitaffio sulla tomba dell'amore!
Un Dio "senza-Vangelo"
Una religione che valuta il rapporto con Dio con i criteri della giustizia retributiva, contabilità, premi e castighi, lusinghe e minacce, registrazione dei meriti e delle trasgressioni è una deformazione della fede. 
I rabbini, sostenendo questa mentalità, avevano catalogato gli uomini in quattro categorie: giusti, se osservavano tutta la legge; empi, se in loro prevalevano le infrazioni; mediocri, se i meriti e le colpe si equivalevano; pentiti, se chiedevano perdono dei loro peccati. 
Questo Dio che ricompensa solo per un'opera buona è morto definitivamente con l'arrivo di Gesù che è venuto per i malati non per i sani, per i peccatori non per i giusti, per i poveri e gli emarginati e si presenta come il Buon Pastore che ama ogni sua pecorella e per ognuna dà la sua vita.
Un Dio "contatore."
Un Dio "ragioniere" può essere anche il Dio della religione cristiana quando l'essenziale non è tanto il Vangelo di Gesù quanto l'elaborazione di regole dettagliate e minuziose in ogni campo della morale privilegiando l'osservanza, la paura del peccato, dell'inferno se non si rispetta la norma. 
È la religione della fatica, della tristezza, della rinuncia, del sacrificio, dei fioretti… della valle di lacrime insomma, una religione che bandisce il piacere! Don Bosco non voleva che i suoi ragazzi facessero penitenza e fossero tristi ma chiede "allegria, studio, pietà."
No a una religione in cui chi accumula più meriti può catalogarsi tra i giusti e automaticamente sentirsi migliore degli altri ed ergersi a giudice per poi professarsi cristiano cioè seguace di un Dio che aveva detto non giudicate non condannate e chi non ha peccato scagli la prima pietra, di un Dio che non allontana ma che recupera sempre tutti perché vuole che nessuno si perda e lascia le 99 per la smarrita e non capisce lo sdegno del secondo figlio mentre si festeggia il ritorno del primo e salva in diretta il ladrone, l'adultera e, nonostante il tradimento, conferma a Pietro la promessa fatta (altro che meriti!).
Un Dio libero e tenero.
Il dialogo fra Dio e uomo s'instaura solo dove esistono l'incontro libero, il dono gratuito e l'amore reciproco incondizionato. 
Chi ama non pretende nulla, non si aspetta altro che vedere la persona amata sorridere e gioire. 
Nella linea dei profeti, i migliori fra i rabbini dicevano al Signore frasi simili: "In questo si manifesta la tua salvezza: tu hai misericordia di coloro che non hanno un tesoro di opere buone". 
Gesù ha fatto proprio questa giustizia.
Gesù dice spesso "La tua fede ti ha salvato". Quindi nessuno può sentirsi migliore di altri se non sono i meriti a salvarci ma la fede. La fede esige le opere certamente (Gc 2,26). Ma la fede riempie le opere di quel condimento, quel buon sugo della tenerezza, quell'odore di buono che solo la gratuità e l'amore incondizionato possono produrre e che fanno la differenza di fronte alle opere fatte solo per accumulare punti-paradiso! 
Tutte le opere hanno valore salvifico se compiute in funzione dell'amore di Dio e del prossimo, l'unico comandamento di Gesù che riassume la legge e i profeti! 
"Al momento della morte non saremo giudicati dalla quantità di lavoro che avremo fatto, ma dal peso d'amore che avremo messo nel nostro lavoro." (Madre Teresa di Calcutta)

"Non bastano le opere di carità, se manca la carità delle opere. Se manca l'amore da cui partono le opere, se manca la sorgente, se manca il punto di partenza che è l'eucaristia, ogni impegno pastorale risulta solo una girandola di cose". (Tonino Bello)
 
- Giuliano Palizzi Sdb -


Forse c’è chi può dire: è impossibile! Io non valgo niente!

Ma io ti dico che tu sei prezioso per Dio e Dio ti ama e avvolge la tua vita della sua gloria, del suo amore eterno e infinito.
Forse c’è chi pensa: io sono troppo triste, troppo desolato, troppo depresso.
Non vedo luce, non aspetto niente di buono dalla vita. Ma io ti dico che Dio è vita, che la gioia di Dio è anche per te, che alla festa di Dio sei invitato anche tu e Dio continua ad avvolgere la tua vita della sua gloria, della sua luce!
Forse c’è chi pensa: è impossibile: io sono cattivo, io ho fatto del male, io non riesco io non voglio rinunciare ai miei vizi, io merito solo castighi e condanne. 
Ma io ti dico che Dio continua ad amarti e ad avvolgere la tua vita della sua gloria, del suo amore misericordioso. Forse c’è chi pensa: è impossibile: io mi sono ribellato a Dio, io sono arrabbiato con Dio, io ho insultato Dio, io mi sono dimenticato di Dio. Ma io ti dico che Dio non è arrabbiato con te, Dio continua ad amarti e ad avvolgerti della sua gloria, del suo amore paziente e discreto.
La gloria di Dio riempie la terra perché Dio non è lontano da nessuno e la gloria di Dio avvolge di luce ogni essere vivente, come avvolse di luce i pastori nella notte di Natale (e la gloria del Signore li avvolse di luce: Lc 2,9).

- Mario Delpini -
Arcivescovo di Milano



O Signore, nostro Dio,
quanto è grande il tuo nome su tutta la terra:
sopra i cieli si innalza la tua magnificenza.
 Con la bocca dei bimbi e dei lattanti
affermi la tua potenza contro i tuoi avversari,
per ridurre al silenzio nemici e ribelli.
Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissate,
che cosa è l'uomo perché te ne ricordi
e il figlio dell'uomo perché te ne curi?
Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli,
di gloria e di onore lo hai coronato:
gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi;
tutti i greggi e gli armenti,
tutte le bestie della campagna;
Gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
che percorrono le vie del mare.
O Signore, nostro Dio,
quanto è grande il tuo nome su tutta la terra.


 Buona giornata a tutti. :-)