martedì 26 novembre 2013

Alla festa della Creazione - don Bruno Ferrero -


Il settimo giorno, terminata la Creazione, Dio dichiarò che era la sua festa. Tutte le creature, nuove di zecca, si diedero da fare per regalare a Dio la cosa più bella che potessero trovare.
Gli scoiattoli portarono noci e nocciole; i conigli carote e radici dolci; le pecore lana soffice e calda; le mucche latte schiumoso e ricco di panna.
Miliardi di angeli si disposero in cerchio, cantando una serenata celestiale.
L'uomo aspettava il suo turno, ed era preoccupato. "Che cosa posso donare io? I fiori hanno il profumo, le api il miele, perfino gli elefanti si sono offerti di fare la doccia a Dio con le loro proboscidi per rinfrescarlo".
L'uomo si era messo in fondo alla fila e continuava a scervellarsi. Tutte le creature sfilavano davanti a Dio e depositavano i loro regali.
Quando rimasero solo più alcune creature davanti a lui, la chiocciola, la tartaruga e il bradipo poltrone, l'uomo fu preso dal panico.
Arrivò il suo turno.
Allora l'uomo fece ciò che nessun animale aveva osato fare. Corse verso Dio e saltò sulle sue ginocchia, lo abbracciò e gli disse: "Ti voglio bene!".
Il volto di Dio si illuminò, tutta la creazione capì che l'uomo aveva fatto a Dio il dono più bello ed esplose in un alleluia cosmico.
"Per qual fine Dio ci ha creati? Dio ci ha creati per conoscerlo, amarlo e servirlo in questa vita, e per goderlo poi nell'altra, in Paradiso" (Catechismo di Pio X).

Lascia che ti ami, mio Dio.
Che cosa ho in cielo,
che cosa ho in terra, all'infuori di te?
Tu, Dio del mio cuore
e mia parte nell'eternità,
lascia che mi aggrappi a te.
Sii sempre con me,
e se sarò tentato di lasciarti,
tu, mio Dio, non mi lasciare.

(don Bruno Ferrero)
Solo il Vento lo sa di don Bruno Ferrero, Editrice ElleDiCi



Ci sono tre cose nella vita che non tornano mai indietro:
le parole, il tempo, le occasioni perse.
Ci sono tre cose nella vita che possono distruggerti:
le bugie, l'orgoglio, la gelosia.
Ci sono tre cose nella vita che non dovresti mai perdere:
La pazienza, la speranza, l'onesta.
Ci sono tre cose nella vita dal valore immenso:
la famiglia, l'amore, l'amicizia.
Coltivale e col tempo potrai dire di non aver vissuto la tua vita!


La preghiera dell’uomo è la debolezza di Dio: è quanto ha affermato il Papa durante la Messa presieduta stamani a Santa Marta.

Al centro dell’omelia, il Vangelo in cui Gesù invita a pregare senza stancarsi, raccontando la parabola della vedova che chiede con insistenza a un giudice iniquo che gli venga fatta giustizia. Così - afferma il Papa - “Dio fa e farà giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di Lui”, come è accaduto con Israele guidato da Mosè fuori dall’Egitto:


“Quando chiama Mosè gli dice: ‘Ho sentito il pianto, il lamento del mio popolo’. Il Signore ascolta. E nella prima Lettura abbiamo ascoltato quello che ha fatto il Signore, quella parola onnipotente: ‘Dal Cielo viene come un guerriero implacabile’. Quando il Signore prende la difesa del suo popolo è così: è un guerriero implacabile e salva il suo popolo. Salva, rinnova tutto: ‘Tutto il Creato fu modellato di nuovo nella propria natura come prima’. ‘Il Mar Rosso divenne una strada senza ostacoli … e coloro che la tua mano proteggeva, passarono con tutto il popolo’”.

Il Signore – prosegue il Papa - “ha sentito la preghiera del suo popolo, perché ha sentito nel suo cuore che i suoi eletti soffrivano” e lo salva in modo potente:

“Questa è la forza di Dio. E qual è la forza degli uomini? Qual è la forza dell’uomo? Questa della vedova: bussare al cuore di Dio, bussare, chiedere, lamentarsi di tanti problemi, tanti dolori e chiedere al Signore la liberazione da questi dolori, da questi peccati, da questi problemi. La forza dell’uomo è la preghiera e anche la preghiera dell’uomo umile è la debolezza di Dio. Il Signore è debole soltanto in questo: è debole in confronto alla preghiera del suo popolo”.
“Il culmine della forza di Dio, della salvezza di Dio – spiega il Papa - è “nell’ Incarnazione del Verbo”. 
Quindi, rivolgendosi ai canonici di San Pietro, ricorda che il loro “lavoro è proprio bussare al cuore di Dio”, “pregare, pregare il Signore per il popolo di Dio”. E i canonici a San Pietro, “proprio nella Basilica più vicina al Papa” dove giungono tutte le preghiere del mondo, raccolgono queste preghiere e le presentano al Signore: questo “è un servizio universale, un servizio di Chiesa”:

“Voi siete come la vedova: pregare, chiedere, bussare al cuore di Dio, ogni giorno. E non si addormentava mai la vedova quando faceva questo, era coraggiosa. E il Signore ascolta la preghiera del suo popolo. Voi siete rappresentanti privilegiati del popolo di Dio in questo ruolo di pregare il Signore, per tanti bisogni della Chiesa, dell’umanità, di tutti. Vi ringrazio per questo lavoro. Ricordiamo sempre che Dio ha una forza, quando Lui vuole che cambi tutto. ‘Tutto fu modellato di nuovo’ dice. Lui è capace di modellare tutto di nuovo, ma ha anche una debolezza: la nostra preghiera; la vostra preghiera universale vicina al Papa in San Pietro. Grazie di questo servizio e andate avanti così per il bene della Chiesa”.



Amato papa Benedetto XVI, grazie per l'Anno della Fede!




Preghiera ai Santi del Paradiso

O spiriti celesti e voi tutti Santi del Paradiso,
volgete pietosi lo sguardo sopra di noi,
ancora peregrinanti in questa valle di dolore e di miserie.
Voi godete ora la gloria che vi siete meritata 
seminando nelle lacrime in questa terra di esilio.
Dio è adesso il premio delle vostre fatiche,
il principio, l'oggetto e il fine dei vostri godimenti.

O anime beate, intercedete per noi!

Ottenete a noi tutti di seguire fedelmente le vostre orme,
di seguire i vostri esempi di zelo 
e di amore ardente a Gesù e alle anime,
di ricopiare in noi le virtù vostre,
affinché diveniamo un giorno 
partecipi della gloria immortale. Amen.




Buona giornata a tutti :-)


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