giovedì 25 aprile 2013

Considera la tua dignità, sei creatura di Dio, non schiava del tuo corpo - Don Dolindo Ruotolo


Sei creatura di Dio, sei creatura nobilissima, un’anima unita al corpo per glorificare Dio, per arricchirti di meriti e per ricevere un premio eterno.

Non sei dunque lo zimbello o il trastullo degli uomini corrotti.
Sei parte del Corpo Mistico di Gesù Cristo, puoi esserne un membro vivo, e vuoi ridurti come un povero arto putrefatto? 

Se vivi del mondo, vivi di corruzione, e dov’è allora la gloria che il Redentore ti ha donato a prezzo del suo Sangue?

Devi dare la prevalenza allo spirito: non puoi vivere in adorazione del tuo corpo e nella dimenticanza della tua anima.

La tua anima, vivificata dalla grazia divina, dev’essere nel tuo corpo come fuoco che investe la materia per darle una nobile forma; dev’essere come sole che riscalda le acque limacciose di una palude per cambiarle in puro vapore che sale verso il cielo, trasformandosi poi in candidi fiocchi di neve; deve dominare il corpo e ridurlo in obbedienza, perché sia strumento per arrivare a Dio e non ostacolo sul tuo cammino.
Che cosa avvilente, per te, concentrarti talmente nella cura del corpo da rendertene schiava, e da farlo apparire quasi non più come opera di Dio, ma come opera tua!

Ogni moda, ogni ornamento immodesto, tu li usi per mostrare la “tua” bellezza, o meglio: la bellezza artificiale che riesci a imbastire col trucco; e così, invece di glorificare Dio nei suoi doni, lo offendi con le tue colpe, e diventi un misero strumento stonato, un groviglio di spine che non fioriscono ma pungono e avvelenano, fuoco che non riscalda ma devasta. Sei forse sulla terra per avvilirti così?

Tu invece sei in cammino verso la vita eterna, il tuo cammino è breve, la tua meta è vicina, il giudizio di Dio è prossimo, e devi pensare che al corpo si apre la tomba e all’anima deve aprirsi il Cielo.



“Quando pensate al vostro abbigliamento - disse Pio XI - pensate anche, o donne, a come vi ridurrà la morte!”.

E’ un pensiero che deve scolpirsi nell’anima, poiché è assolutamente insensato curare ciò che si dissolve a danno di ciò che sopravvive in eterno; 
è da incoscienti distrarsi in futilità e distrarre gli altri quando è in gioco l’affare più importante della vita, quello della salvezza eterna; 
è pazzia compromettere il supremo interesse dell’anima propria e di quella degli altri per una stupida vanità.
L’apostolo Pietro ti ricorda: “Siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico,

il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare.

Resistetegli saldi nella fede” (1 Pt 5,8-9).

E tu, donna cristiana, ti ostini a vestirti e a comportarti in modo così provocante da diventare il più valido aiuto del tuo nemico?
Come puoi sentirti tranquilla dopo aver scandalizzato qualcuno o molti con la tua immodestia, sapendo che forse hai compromesso per sempre la pace dei cuori e la salvezza delle anime?
Perché devi vestirti. Dio ti veste e il Demonio ti spoglia.


Quando l’uomo era innocente, prima del peccato originale, non aveva bisogno di coprire il suo corpo, perché tutto in lui era così ordinato e così elevato in Dio che la grazia lo ammantava di splendore e la sua stessa carne traspirava innocenza.
Dopo il peccato, Dio misericordiosamente lo rivestì, perché la sua povera mente, annebbiata e sconvolta, e il suo povero cuore, deviato dal proprio fine, fossero aiutati a non concentrarsi sulla materia.
Lo sguardo dell’uomo, che aveva ormai smarrito l’immensità del Cielo e si era concentrato sulla propria vita terrena, sarebbe stato sconvolto dalla visione del corpo, per questo Dio volle che il corpo fosse coperto.

Tu dunque ti devi vestire per nascondere la carne, non per mostrarla, ti devi vestire per ricordarti che sei di Dio e che sei tempio dello Spirito Santo.
Dio veste la sua creatura, e Satana la spoglia, perché essendo spirito immondo, prova gioia in tutto ciò che è degradante.

Con certi abiti indecenti, tu ti strappi di dosso il manto che ti ha dato il Signore tuo Salvatore e segui Satana che cerca la tua rovina.
Dio si diletta tra i gigli della purezza e Satana tra le brutture del peccato; e tu vuoi deludere il tuo Signore per compiacere Satana?
Una donna immodesta è, per le strade, un trofeo che il diavolo sbandiera contro la Redenzione, per mezzo della quale siamo stati rivestiti di grazia e di purezza.
Una donna scandalosa porta il segno della più disgustosa schiavitù, poiché non obbedisce a Dio, al Papa, ai Sacerdoti, ma obbedisce a Satana e ai vili manovratori della moda che le impongono ciò che vogliono.

E’ sconcertante!

E’ pronta a portare in piena estate la pelliccia e ad andare scollacciata d’inverno, o con le gonne corte, comunque esposta al freddo, se la moda glielo impone.

Magari si trova a disagio, ma obbedisce come fosse una schiava.

E’ il più degradante rinnegamento della propria dignità e della propria libertà.
Non devi dire dunque, o povera creatura di Dio, che non puoi portare gonne sufficientemente lunghe perché ti danno fastidio; poiché se a importi di portarle lunghe fosse la moda tu non esiteresti a farlo. Ti condanni con le tue stesse abitudini.

Parole dure ma verissime.


Vestendo in maniera immodesta, torni indietro di venti secoli : ricopri
 gli usi selvaggi dei popoli barbari che la Chiesa liberò dalle loro degradazioni; non sei più una cristiana, ma una tentatrice, una donna di tutti in una pubblica prostituzione.
Sono parole dure, ma reali e verissime!

La moda immodesta ti rende praticamente la donna di tutti, e gli sguardi avidi degli uomini ti degradano tutte le volte che si posano su di te con desideri impuri, così che tu diventi come una donna di strada, offrendoti, per tua colpa, allo sguardo torbido di uomini viziosi, e torni a casa carica di colpe e di iniquità.

Sei stata vestita di Spirito Santo nella Cresima, come puoi ora vestirti dello spirito osceno di certa moda? Se tu fossi uno scheletro, mostreresti le tue ossa inaridite? No, perché faresti orrore agli uomini. Pensa che andando in giro coperta da quel manto di immoralità, sei lo scheletro di una creatura redenta e santificata, e fai orrore a Dio e agli angeli suoi.
Se tu andassi in piena estate col cappotto, o con la pelliccia e con la sciarpa e l’ombrello aperto, saresti ridicola, perché appariresti come un’anomalia nella stagione estiva.

Ora, con un vestito immodesto tu non sei un’anomalia rispetto alla stagione, ma lo sei rispetto alla Legge di Dio; puoi essere in perfetta sintonia con la stagione serena e col sole che scalda, ma sei in perfetto contrasto col cielo dell’anima.

Copri il tuo corpo pensando a Gesù Crocefisso.


Tu dici: “Io soffro molto il caldo, ho bisogno di andare vestita leggera, ho bisogno del fresco”.

Con questo ragionamento potresti ridurti come gli zulù dell’Africa e crederti giustificata.

Ma allora perché anche d’inverno, quando c’è freddo, pur essendo quasi assiderata, vai in giro mezza nuda se la moda te lo comanda?
Hai bisogno di fresco? Ma non sai che la penitenza è un dovere e ti è necessaria per salvarti? Gesù l’ha detto chiaramente: “Se non fate penitenza, perirete tutti allo stesso modo” (cfr.: Lc 13, 3).
Anche se fosse una cosa innocente andare con le braccia completamente scoperte, senza un po’ di maniche (il che non è!), non puoi coprirle almeno un po’ per spirito di penitenza? Ed è una penitenza grave coprirti il petto? L’esperienza e la stessa scienza dimostrano che la nudità non difende dal caldo, perché mette la pelle a diretto contatto con l’aria surriscaldata e coi raggi del sole.
Ma anche se non fosse così, non sai importi un piccolo sacrificio per amore di Gesù, crocifisso per tuo amore?

Quali segni di riconoscenza stai dando a Lui che ti ha redenta con così tanto dolore?

Se tu lo vedessi con i tuoi occhi, ancora vivo ma morente sulla croce e ti chiedesse uno straccio per coprire la sua nudità piagata, glielo negheresti?

Tu sei parte del suo Corpo Mistico, e quando ti vesti in modo immodesto sei una parte di Lui coperta dell’obbrobrio a cui lo condannarono i suoi crocifissori.

Egli ti chiede di coprirti, di nascondere quell’ignominia, e tu non ascolterai la voce del Signore crocifisso? Non vedi come sanguina quel Corpo Divino?

Ha voluto essere tutto una piaga per potersi coprire se non altro di sangue, del suo Sangue, come fosse un vestito che lo proteggeva dagli sguardi curiosi e impuri di chi stava intorno alla sua croce.

Fino a questo punto ha amato la purezza! E tu avrai il coraggio di rinnovargli nel tuo corpo l’obbrobrio e la sofferenza della nudità?
Copri il tuo corpo, rivestiti di purezza e lenirai le piaghe di Gesù; mostrati veramente cristiana, e dimostrerai così che quel Sangue divino non è stato inutile per te! 

Tu puoi anche non capire certi ragionamenti sulla modestia che ti vengono fatti, ma non puoi non capire la bellezza di un’offerta fatta al tuo Signore crocifisso.

Ecco, donagli, in unione alle sue sofferenze, il sacrificio di sopportare un po’ di caldo e la penitenza di una rinuncia, fallo per amore e collabora con Lui alla salvezza delle anime, per le quali ha versato il suo Sangue, cercando almeno di non scandalizzarle.
Quale legge della moda può equivalere alla legge dell’amore e della riconoscenza che devi a Gesù Cristo? 

Come puoi esitare a sacrificarti davanti alla sua Croce?


(don Dolindo Ruotolo)



Ma noi sappiamo leggere questi gesti, queste parole, questi segni con la semplicità, il cuore e la mente di papa Francesco? Forse no, i media soprattutto: dobbiamo riconoscere che siamo intossicati dall’ ideologismo. Volete un esempio?
Nei primi due giorni di pontificato, papa Francesco per due volte mette in guardia dal diavolo e subito salta fuori il solito grande giornale a spiegare che la cosa “va interpretata” (insomma “il diavolo” sarebbe una questione simbolica o una personificazione e bla bla bla).

Invece quando il Papa parla del diavolo intende proprio il diavolo. Punto e basta. E così quando ripete che senza Gesù Crocifisso nulla ha senso. Neanche fare gli attivisti di cause sociali e umanitarie o l’essere cardinali.

Lo ha detto proprio a loro: “Noi possiamo camminare quanto vogliamo, possiamo edificare tante cose, ma se non confessiamo a Gesù Cristo, la cosa non va. Diventeremo una ong pietosa, ma non la Chiesa, sposa del Signore”. E così “succede quello che succede ai bambini sulla spiaggia quando fanno i castelli di sabbia, tutto viene giù, è senza consistenza”. 

Anche Francesco d’Assisi stupiva. Perché era cristiano? No. A quel tempo tutti erano cristiani. Ma Francesco aveva qualcosa di particolare: tutto quel che lui era, diceva e faceva rimandava all’umanità di Gesù. La ricordava.

Lui era così commosso dall’umanità del Figlio di Dio e ne aveva così pieni il cuore, la mente e gli occhi che tutti, incontrandolo, si commuovevano di lui e quindi dell’umanità di Gesù.

- Antonio Socci -




Una confessione è più potente di un esorcismo

"Quando il nostro spirito è buio, vive nelle tenebre e nel peccato, il diavolo ha maggiore spazio di manovra. Per questo occorre confessarsi spesso. La confessione riporta l'uomo nella Luce.
Una confessione è più potente di un esorcismo, perchè la confessione di schianto riporta l'uomo alla Luce, alla Grazia di Dio e contro un uomo in grazia di Dio, Satana non può fare nulla.
La confessione distrugge il male. Lo annienta. E gira l'uomo verso la Luce, verso il bene."

- Padre Gabriele Amorth - 



Il diavolo non si vince con la spada ma con la Parola di Dio: 
perciò taccia la lingua dell' uomo, parli la Parola di Dio.

- Sant' Ambrogio -