Un giorno, l'Angelo pittore, Michelangelo, decise di fare il ritratto di Dio!
Era consapevole, che sarebbe stata l'opera d'arte, più complicata, della sua vita e pensava:
"Dio è immenso: come si fa, a farlo stare, in un quadro?"
Si decise a schizzare qualche bozza, senza aver bene idea, di quel che avrebbe disegnato!
Cominciò, un foglio, dopo l'altro, a tracciare qualcosa di Dio...
Lavorava, freneticamente, e, ogni volta, scopriva qualcosa di nuovo, guidato da una nuova idea!
Riempì milioni di fogli, finché il suo studio straripò di carta...
Un giorno, cercando di mettere un po' d'ordine, dimenticò la finestra aperta!
Un vento, birichino, sparpagliò qualche milione di fogli, fuori dalla finestra e disse:
«Che disastro, i miei disegni!»
I disegni piovvero, dappertutto, e, in gran quantità, finirono anche sulla Terra...
Trovandoli, gli uomini li guardarono, e li studiarono, felici di scoprire, finalmente, com'era Dio!
Poi, cominciarono a interpretare i disegni, uno disse:
«Dio, è come il sole!»
diceva un altro:
«No, Dio è forte, come un toro!»
Ciascuno, era convinto, di aver trovato l'unica, vera immagine, di Dio: così, cominciarono a litigare...
Dio si rattristò molto, per questo, e decise di intervenire,
e disse :
«Andrò, io stesso, in mezzo a loro! Così, mi potranno vedere, toccare, ascoltare!»
Quello, che decide, Dio lo fa... Nacque, come un bambino, in mezzo agli uomini, e si chiamò Gesù!
“Oggi, è facile, per tutti, conoscere Dio! Basta conoscere Gesù...".
Vi prego in ginocchio, vi prego per la vostra gioia: uscite tutti dalla prigione del vostro egoismo, uscite tutti dalla freddezza dell'indifferenza [...] È soltanto nella via dell'amore che potremo fare l'esperienza di Dio. E in Dio troveremo la pace che ci manca.
- Cardinale Angelo Comastri -
da: “La nascita di Gesù”, ed. San Paolo
«Mentre si trovavano in quel luogo [Betlemme], si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio» (Lc 2,6s).
Cominciamo il nostro commento dalle ultime parole di questo passo: per loro non c’era posto nell’alloggio. La meditazione, nella fede, di tali parole ha trovato in quest’affermazione un parallelismo interiore con la parola, ricca di contenuto profondo, del Prologo di san Giovanni: «Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto» (Gv 1,11).
Per il Salvatore del mondo, per Colui, in vista del quale tutte le cose sono state create (cfr. Col 1,16), non c’è posto.
«Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo» (Mt 8,20).
Colui che è stato crocifisso fuori della porta della città (cfr. Eb 13,12) è anche nato fuori della porta della città.
Questo deve farci pensare, deve rimandarci al rovesciamento di valori che vi è nella figura di Gesù Cristo, nel suo messaggio. Fin dalla nascita Egli non appartiene a quell’ambiente che, secondo il mondo, è importante e potente. Ma proprio quest’uomo irrilevante e senza potere si rivela come il veramente Potente, come Colui dal quale, alla fine, dipende tutto. Fa quindi parte del diventare cristiani l’uscire dall’ambito di ciò che tutti pensano e vogliono, dai criteri dominanti, per entrare nella luce della verità sul nostro essere e, con questa luce, raggiungere la via giusta.
Joseph Ratzinger – papa Benedetto XVI
Da: “L’infanzia di Gesù”, 2012
La svolta del tempo
Perché il tempo possa cambiare,
c'è bisogno di uno spazio.
La svolta del tempo c'è stata.
Quando egli nacque.
Ma dove era lo spazio per lui?
Nelle locande non c'era posto.
Ma in un cuore,
che si aprì all'impossibile,
e lungo il cammino
che due percorsero insieme
sperando contro ogni speranza.
E i pastori, che credettero
alla parola dell'angelo,
si unirono a loro.
Lo spazio crebbe.
C'è spazio nelle nostre locande?
C'è spazio
per una svolta del tempo?
Tutti noi abbiamo un cuore
e ognuno ha gli altri
per compagni di strada.
Speranza per il tempo
e per l'eternità.
c'è bisogno di uno spazio.
La svolta del tempo c'è stata.
Quando egli nacque.
Ma dove era lo spazio per lui?
Nelle locande non c'era posto.
Ma in un cuore,
che si aprì all'impossibile,
e lungo il cammino
che due percorsero insieme
sperando contro ogni speranza.
E i pastori, che credettero
alla parola dell'angelo,
si unirono a loro.
Lo spazio crebbe.
C'è spazio nelle nostre locande?
C'è spazio
per una svolta del tempo?
Tutti noi abbiamo un cuore
e ognuno ha gli altri
per compagni di strada.
Speranza per il tempo
e per l'eternità.
- Mons. Klaus Hemmerle -
Buona giornata a tutti. :-)