"Il cristianesimo, se noi andiamo diritti all’essenziale, è la religione dell’amore.
“Dio è Amore, dice l’Apostolo Giovanni, e chi resta nell’amore, resta in Dio e Dio resta in lui”.
Ogni migliore presa di coscienza della nostra fede, deve farcelo comprendere meglio. Certamente noi non dobbiamo disconoscere nessuna delle condizioni di questo amore e dei suoi fondamenti naturali, in particolare della giustizia senza della quale non c’è vero amore, di quella giustizia che oggi non viene men derisa che l’amore stesso: dobbiamo diffidare di tutte le sue contraffazioni, siano esse grossolane o sottili (oggi cosí numerose), o delle ricette troppo facili per ottenerlo.
Ma alla fine dei conti, tutto è per lui, poiché è l’assoluto a cui tutto deve essere ordinato, in rapporto al quale tutto deve essere giudicato.
Ora, talvolta con assalti violenti, qualche altra volta attraverso mille vie piú sottili, oggi si cerca di rapirgli questo primato. Il prestigio della Forza si insinua perfino in cuori cristiani, e ne caccia o almeno vi diminuisce la stima dell’Amore. Contro questi assalti, lo Spirito Santo ci comunichi il dono della Forza. Ma contro gli attacchi piú insidiosi, che ci comunichi anche il dono della Sapienza per farci comprendere in che cosa consiste la Forza cristiana. Questa non è da mettersi accanto o di fronte all’Amore, come un antagonista: essa deve essere coltivata al suo servizio.
Nello stato attuale del mondo, un cristianesimo virile
e forte, deve giungere al punto di essere un cristianesimo eroico. Ma questo
epiteto è una qualifica, non una definizione, in questo caso sarebbe una
falsificazione. Soprattutto questo eroismo non consisterà nel parlare sempre di
eroismo e delirare sulla virtú della forza – ciò che dimostrerebbe forse che si
subisce l’ascendente di uno piú forte e che si è incominciato a cedere. Esso
consisterà anzitutto nel resistere con coraggio, in faccia al mondo, e forse
contro se stessi, alle attrattive e seduzioni di un falso ideale, per mantenere
fieramente nella loro paradossale intransigenza i valori cristiani minacciati e
derisi.
Resistere con una fierezza umile, poiché se il
cristianesimo può e deve assumere le virtú del paganesimo antico, il cristiano
che vuole restare fedele non può e non deve che respingere con un “no”
categorico un neo-paganesimo che si è costituito contro il Cristo.
La dolcezza, la bontà, la delicatezza verso i piccoli,
la pietà – sí, la pietà – verso quelli che soffrono, il rifiuto dei mezzi
perversi, la difesa degli oppressi, la oscura dedizione, la resistenza alla
menzogna, il coraggio di chiamare il male con il suo nome, l’amore della
giustizia, lo spirito di pace e di concordia, l’apertura d’animo, il pensiero
del cielo... ecco ciò che sarà salvato dall’eroismo cristiano, il quale farà
veder che tutta questa “morale di schiavi” è una morale di uomini liberi, e che
solo essa può fare l’uomo libero.
Non è mai stato promesso ai cristiani che sarebbero
stati sempre i piú numerosi. (Piuttosto è stato loro annunciato il contrario).
Neppure che essi sarebbero apparsi sempre i piú forti, né che gli uomini mai sarebbero stati conquistati da altro ideale che il loro. Ma in ogni caso il cristianesimo non avrà mai reale efficacia, non avrà mai esistenza reale, e non riuscirà mai a fare delle reali conquiste che colla forza del suo proprio spirito: con la forza della carità"
Neppure che essi sarebbero apparsi sempre i piú forti, né che gli uomini mai sarebbero stati conquistati da altro ideale che il loro. Ma in ogni caso il cristianesimo non avrà mai reale efficacia, non avrà mai esistenza reale, e non riuscirà mai a fare delle reali conquiste che colla forza del suo proprio spirito: con la forza della carità"
(Henri de Lubac)
Il dramma dell’umanesimo ateo, Morcelliana, Brescia,
1992, pp. 107-109
+ Cardinale Henri De Lubac (20 febbraio 1896 - 4 settembre 1991) è
uno dei più insigni teologi cattolici del Novecento, oltre che uno dei
principali ispiratori del Concilio Vaticano II; egli godette delle simpatie di
Giovanni Paolo II, che lo volle cardinale.
L'Angelo custode
Peter Seewald: Lei conosce personalmente il suo angelo custode?
Joseph Ratzinger: No. Personalmente mi sento in rapporto così diretto con Dio che, certo, sono grato di poter credere nella presenza dell'angelo custode, ma poi mi confronto direttamente con Dio. E' molto soggettivo. Ad altri uomini è dato di conoscerlo, e questo è per loro una certezza estremamente consolante. Allora diventa importante non fermarsi lì, a quello stadio, ma lasciare che l'angelo custode ci conduca a Dio e far sì che la direzione in cui esercitiamo la nostra relazione rimanga Dio.
Joseph Ratzinger - da "Dio e il mondo" In colloquio con Peter Seewald
Peter Seewald: Lei conosce personalmente il suo angelo custode?
Joseph Ratzinger: No. Personalmente mi sento in rapporto così diretto con Dio che, certo, sono grato di poter credere nella presenza dell'angelo custode, ma poi mi confronto direttamente con Dio. E' molto soggettivo. Ad altri uomini è dato di conoscerlo, e questo è per loro una certezza estremamente consolante. Allora diventa importante non fermarsi lì, a quello stadio, ma lasciare che l'angelo custode ci conduca a Dio e far sì che la direzione in cui esercitiamo la nostra relazione rimanga Dio.
Joseph Ratzinger - da "Dio e il mondo" In colloquio con Peter Seewald
[Hans Urs von Balthasar - Joseph Ratzinger,
Perché sono ancora cristiano. Perché sono ancora nella Chiesa, Queriniana,
traduzione G. Mion, Brescia 2005 III ed.]
Preghiera per il
Papa
Signore Gesù,
pastore eterno di tutti i fedeli,
tu che hai costruito la tua Chiesa
sulla roccia di Pietro,
assisti continuamente il Papa
perchè sia, secondo il tuo progetto,
il segno vivente e visibile,
e il promotore instancabile
dell'unità della tua Chiesa
nella verità e nell'amore.
Annunci al mondo con apostolico coraggio
tutto il tuo vangelo.
Ascolti le voci e le aspirazioni
che salgono dai fedeli e dal mondo,
non si stanchi mai di promuovere la pace.
Governi e diriga il popolo di Dio
avendo sempre dinanzi agli occhi
il tuo esempio, o Cristo buon Pastore,
che sei venuto non per essere servito,
ma per servire e dare a vita per le pecore.
A noi concedi, o Signore,
una forte volontà di comunione con lui
e la docilità ai suoi insegnamenti.
Buona giornata a tutti :-)