Il mondo è un enigma; e le nostre capacità razionali, se riescono a studiarlo un po’ nei suoi meccanismi e a dominarlo, non arrivano affatto a capirlo nel suo significato, e non sono in grado di rispondere alle domande che più contano e più sono incisive.
Un grande e angosciato poeta italiano, contemplando nella notte l’infinità tersa dei cieli, così si interrogava: «Che vuol dir questa – solitudine immensa? Ed io che sono?». E, poiché era uno spirito lucido e profondo, non si lasciava incantare né dai fatui bagliori dello scientismo né dal mito conclamato del progresso («le magnifiche sorti e progressive»), ma concludeva con uno straziato «non so», sincero ma chiuso e irredimibile, preludio alla confessione disperata: «Per me la vita è male».
Il mondo è davvero un enigma oscuro; un enigma che la mente non è in grado di penetrare, nonostante gli esaltanti e inquietanti successi della scienza; un enigma che non sa illuminarci né sulla sua e nostra origine, né sulla sua e nostra fine, né sulla ragione plausibile del suo e del nostro esistere.
Dio invece è sì un mistero inaccessibile, ma è anche un mistero illuminante: sa far arrivare la sua luce sul mondo; ci offre, con la venuta tra noi del Figlio suo, il significato ultimo dell’esistenza; ci dice quale sia il nostro destino. Sicché chi vuole continuare a vivere ragionevolmente, non ha altra scelta che oltrepassare la pura ragione e aprirsi alla luce dell’alto.
O la verità di Dio o l’assurdo: questo è nella sua sostanza, il dilemma dell’uomo che vuol ragionare fino in fondo e perciò non si accontenta del «che» e del «come», ma vuol arrivare a sapere il «perché» delle cose e del suo vivere. Ecco il messaggio esistenziale della Epifania.
- Giacomo Biffi -
(Epifania 1989)
La verità va inseguita con questo cuore; con cuore cioè disposto ad affrontare
per amor suo disagi, rinunce, cambiamenti di abitudini e di condotta. Così la
cercano i Magi, che abbandonano gli agi della patria e il calore della casa e
coraggiosamente si pongono in cammino verso la luce.
Così non la cerca Erode, che resta sì turbato dal primo balenìo della verità,
ma subito soffoca ogni amore generoso del vero sotto i suoi progetti di potere
e di morte. Così non la cerca la popolazione di Gerusalemme, che si stupisce e
commuove alla vista degli inconsueti pellegrini, ma non va oltre la meraviglia
e la pura curiosità, e non decide niente di pratico che l’avvicini alla strada
della salvezza.
Così non la cercano i sommi sacerdoti e gli
scribi, molto bravi a istruire gli altri sulle indicazioni delle divine
scritture, ma incapaci di lasciarsi toccare personalmente il cuore dalla parola
di Dio e di cambiare la vita.
- Giacomo Biffi -