giovedì 27 gennaio 2022

27 gennaio 1945 i sovietici liberano Aushwitz

27 gennaio 1945 i sovietici liberano Aushwitz e fanno conoscere al mondo la tragedia immensa che fu il nazismo. 
Non cominciò con le camere a gas. 
Tutto ebbe inizio quando ebrei, rom, omosessuali, politici vennero considerati uomini di razza inferiore, paragonati agli insetti. Zecche da eliminare per il trionfo della razza pura. I responsabili non furono solo i tedeschi ma anche i collaborazionisti volenterosi di tutta l’Europa. 
Per fortuna furono in molti a opporsi e quelle tenebre non prevalsero. 
La Storia non riguarda solo il passato, vive dentro di noi. 
Quegli avvenimenti possono ripetersi.



È piccolo il giardino profumato di rose,
è stretto il sentiero dove corre
il bambino, un bambino grazioso come
il bocciolo che si apre: quando il bocciolo
si aprirà il bambino non ci sarà.

Franta Brass, nato a Brno il 14 Agosto 1930 
morto ad Auschwitz il 28 Settembre 1944.


Pochi anni ci separano dal più orribile crimine di massa che la storia moderna debba registrare: un crimine commesso non da una banda di fanatici, ma con freddo calcolo dal governo di una nazione potente.
Il destino dei sopravvissuti alle persecuzioni tedesche testimonia fino a che punto sia decaduta la coscienza
morale dell'umanità.

- Albert Einstein -



Alcuni sopravvissuti dicono di aver sentito la presenza di Dio accanto a loro nonostante tutto ciò che accadeva.
Io non riuscii mai a percepirlo.
Auschwitz-Birkenau e Fürstegrube non hanno fatto di me un ateo, ma mi hanno reso consapevole di una cosa: a Dio non era permesso l’ingresso oltre la recinzione perimetrale e il filo spinato.

- Sam Pivnik -


"...perché è l’indifferenza che paralizza e impedisce di fare quel che è giusto anche quando si sa che è giusto."

"Non è solo questione di analizzare le cause della violenza e di rifiutarne le logiche perverse, ma di essere pronti e attivi nel rispondervi. Pertanto, il nemico contro cui lottare non è soltanto l’odio, in tutte le sue forme ma, ancor più alla radice, l’indifferenza; perché è l’indifferenza che paralizza e impedisce di fare quel che è giusto anche quando si sa che è giusto.

Non mi stanco di ripetere che l’indifferenza è un virus che contagia pericolosamente i nostri tempi, tempi nei quali siamo sempre più connessi con gli altri, ma sempre meno attenti agli altri."

(dal DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
AI PARTECIPANTI ALLA CONFERENZA INTERNAZIONALE SULLA RESPONSABILITÀ DEGLI STATI, ISTITUZIONI E INDIVIDUI NELLA LOTTA ALL'ANTISEMITISMO E AI CRIMINI CONNESSI ALL'ODIO ANTISEMITICO, Sala Clementina Lunedì, 29 gennaio 2018)