È anemica, ha una spalla più bassa dell'altra e si mangia le unghie.
È la donna più bella che io abbia mai visto.
Ci ha messo più di sessant'anni a diventare così. Il processo per ottenere quel genere di bellezza non può essere accelerato.
Le rughe sulla faccia se le è guadagnate... una alla volta.
Quella ostinata all'angolo della bocca, che diventava più profonda a ogni «No».
Quelle sottili sulla fronte, che fecero la loro misteriosa comparsa quando le nacque il primo figlio.
Ora ha gli occhi protetti da lenti, ma le zampe di gallina si vedono lo stesso. Gli occhi sono giovani, vivaci, irrequieti.
Sono occhi maturi, che riflettono la storia di una vita.
Occhi che hanno luccicato di gioia, che si sono riempiti di lacrime di dolore, che si sono serrati all'improvviso per la rabbia, occhi brucianti per il sonno perduto.
Ora sono limpidi e penetranti, e ti guardano dritto in faccia.
E quel gonfiore diffuso? I bambini troppo stanchi per camminare che bisognava portare in braccio dalla nonna, i sacchetti della spesa da trasportare dalla macchina alla cucina. Ora viene mantenuto dalla vita sedentaria, dal frigorifero pieno e dalla TV.
Il doppio mento viene con l'uso, ci vogliono anni a perfezionarlo. A volte lo si vede solo di profilo, ma c'è.
Le donne viziate non hanno il doppio mento.
Lo fanno sparire con creme e massaggi. Questo mento invece c'è sempre stato, a sostenere la testa ciondolante quando vegliava in poltrona, la notte, china a lavorare a maglia, a pregare.
Le gambe sono ancora belle, ma il passo è stanco.
Sono state le corse per prendere l'autobus, le lunghe ore in piedi quando lavorava ai grandi magazzini, le cadute per insegnare alla figlia ad andare in bicicletta. L'incavo delle ginocchia è viola.
Le mani? Sono piccole, solcate da vene, hanno tremato, accarezzato, si sono rovinate nell'acqua, con i detersivi, le tinture, le schegge, sono state morsicate, piagate, ma non si può fare a meno di restare colpiti quando ci si accorge che l'anulare si è rimpicciolito portando l'anello nuziale. Ci vuol tempo, e altro, per rimpicciolire un dito.
L'altro giorno ho guardato a lungo, attentamente mia madre, e le ho detto: «Mamma, non ti ho mai visto così bella».
«Mi curo molto», è stata la secca risposta.
- Erma Bombeck -
- Agostino Degas -
Sono belle le donne mature,
quelle che accolgono
sui loro visi le tracce lasciate dal tempo.
Donne che non si ostinano
a voler apparire perennemente giovani.
Donne dignitose che si accettano come sono,
che curano se stesse e loro interiorità.
Sembrano preziosi ricami le loro rughe,
che un alito di vento improvviso
ha inciso sul volto sorridente.
Sono ricordi, illusioni, delusioni, gioie, sogni.
Sono libri scritti da antichi monaci amanuensi le loro rughe,
ricche di gioventù che sembra recente,
di amore mai spento,
di fuoco sempre acceso sotto il sottile strato di cenere.
Bello guardare dalla finestra dalla vita
l’ennesimo giorno di sole e di aria fresca
per non dimenticare le antiche primavere.
E’ bello leggere tra le rughe
il sorriso di sempre, l’attimo ormai vissuto,
il ricordo sempre vivo, la passione mai sopita.
Grazie al cuore che non è mai stanco di emozioni,
grazie alla vita che non smette mai di sorprendere.
quelle che accolgono
sui loro visi le tracce lasciate dal tempo.
Donne che non si ostinano
a voler apparire perennemente giovani.
Donne dignitose che si accettano come sono,
che curano se stesse e loro interiorità.
Sembrano preziosi ricami le loro rughe,
che un alito di vento improvviso
ha inciso sul volto sorridente.
Sono ricordi, illusioni, delusioni, gioie, sogni.
Sono libri scritti da antichi monaci amanuensi le loro rughe,
ricche di gioventù che sembra recente,
di amore mai spento,
di fuoco sempre acceso sotto il sottile strato di cenere.
Bello guardare dalla finestra dalla vita
l’ennesimo giorno di sole e di aria fresca
per non dimenticare le antiche primavere.
E’ bello leggere tra le rughe
il sorriso di sempre, l’attimo ormai vissuto,
il ricordo sempre vivo, la passione mai sopita.
Grazie al cuore che non è mai stanco di emozioni,
grazie alla vita che non smette mai di sorprendere.
- Agostino Degas -
Essere giovani vuol dire tenere aperto l'oblò della speranza, anche quando il mare è cattivo e il cielo si è stancato di essere azzurro.
Buona giornata a tutti. :-)
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