Gesù ha detto queste parole 2000 anni fa, eppure sembrano dette proprio per noi oggi.
"Non affannatevi".
"Non affannatevi di quello che mangerete o berrete..."
"Perché vi affannate per il vestito?"
"Non affannatevi dicendo: che cosa mangeremo,
che cosa berremo, che cosa indosseremo?
"Non affannatevi per il domani".
Ti è mai capitato di svegliarti di notte di colpo, sudato?
Un brutto sogno?
Un cibo indigesto?
O sentire il fiato corto per una preoccupazione, un dispiacere?
L'affanno è una della sintomatologie dell'ansia e l'uomo oggi vive costantemente in preda all'ansia.
L'ansia - si legge negli studi di medicina – è una delle caratteristiche fondamentali del nostro tempo.
Viene di solito definita come un sentimento penoso di pericolo imminente e mal definito.
Per indicare lo stesso tipo di disturbo si usano a volte i termini di angoscia e ansietà.
E' la persona che si sente costantemente minacciata, vive dunque una condizione di profonda disperazione e una penosa sensazione d'impotenza o di debolezza di fronte alla minaccia che percepisce come immediata.
A volte si precisa meglio il motivo della sensazione di paura: paura della morte, paura dell'avvenire o del passato, che non trovano tuttavia giustificazione nella realtà.
L'ansia non può essere definita nei sintomi per il semplice motivo che è un sintomo essa stessa.
Tutti viviamo di ansia.
Chi pensa di non essere ansioso, lo è così tanto da non accorgersi di esserlo.
Fa parte ormai della nostra condizione umana.
Allora la Parola di oggi è una cura terapeutica:
"Non affannatevi..."
Rileggi questo brano con calma, fai entrare la Parola di Gesù nel tuo cuore, nella tua mente.
Gesù, oggi, vuole guarirci dalle nostre ansie, dai nostri affanni, dai nostri stress.
Quante volte ci capita di dire: "Sono stressato, sono sotto stress..."
A un amico che ci chiede: "Come stai? Cos'hai ?", facilmente rispondiamo: "Sono stressato..." , "Il tale mi ha stressato..."
Gesù ci chiama a vivere nella libertà, ci vuole uomini e donne libere, non schiave dell'ansia, dello stress o dell'affanno, non schiave delle nostre paure: paura del giudizio, paura di ingrassare, paura di non essere alla moda, paura di chi ci vive accanto, paura di morire, paura del domani.
Viviamo sotto una grande minaccia!
La minaccia che noi stessi ci procuriamo.
Le paure sono anzitutto dentro di noi: Luther King al termine di un suo sermone aveva detto:
"La paura ha bussato alla mia porta; l'amore e la fede hanno risposto;
e quando ho aperto, fuori non c'era nessuno."
Noi viviamo con tante cose: abbiamo gli armadi, le dispense piene, eppure viviamo affannati, preoccupati del domani.
L'ansia ci fa accumulare tante cose inutili, e più accumuliamo, più
sentiamo il bisogno di avere.
Nella mia esperienza a Lima ho imparato dai poveri a vivere senza affanno.
Il povero vive nell'oggi, sa che ciò che ha per vivere è solo per l'oggi.
Ricordo di aver incontrato un papà di famiglia, ritornava dal lavoro dopo aver cercato di vendere giornali tutto il giorno. Il suo compenso era stato di tre soles (poco meno di 1 euro) e con quel denaro doveva comperare qualcosa per lui, la moglie e i suoi tre figli.
Era tranquillo, contento di aver potuto guadagnare qualcosa.
Nel salutarlo mi sono accorta che aveva una brutta ferita alla gamba.
Una ferita semplice, non curata che stava facendo infezione.
Ricordo con quanta serenità mi ha risposto quando gli ho chiesto: "perché non curi quella ferita?":
"Hermana, antes tengo que pensar a los hijos".
Sorella, prima penso ai miei figli.
Gli ho chiesto di aspettare un momento e sono andata a procuragli un disinfettante, una pomata... e mi sono fatta promettere che sarebbe andato appena possibile al Centro Medico della missione."
Mi ha ringraziato dicendomi:
"Dios es un papà lindo." Dio è un papà buono.
I poveri vivono con questa fiducia, in un abbandono fiducioso.
Anche Gesù ci ha insegnato a chiedere il pane per l'oggi:
"Dacci oggi il nostro pane quotidiano."
Non ci dice di chiederlo in anticipo anche per domani.
No, solo per oggi.
Quando abbiamo iniziato la Comunità ci siamo chiesti: "Come viviamo?"
Qualcuno di noi lavorava e abbiamo pensato: "Qualcuno lavora e altri annunciano..."
Poi ci siamo ricordati di questa pagina del Vangelo che dice proprio:
"Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta."
Ci siamo fidati. Chi lavorava ha lasciato il lavoro per mettersi a completa disposizione del Regno.
E' iniziata un'avventura bellissima: dopo 30 anni, l'amore Provvidente del Padre che nutre gli uccelli del cielo e veste i gigli del campo, non ci ha mai fatto mancare nulla.
Niente di magico, ma ogni giorno arriva ciò di cui abbiamo bisogno:
il pane, la carne, la frutta... il vestito...
Ci è chiesto di vivere nella fede, in un atteggiamento di figli che vivono nella casa del Padre.
Di questo Vangelo mi colpisce la parola "Cercate..."
Cercate prima il regno di Dio.
Cercate prima di vivere con amore, cercate prima di avere l'amore tra voi,
cercate prima di essere fratelli, cercate prima di volervi bene,cercate prima chi ha più bisogno di voi, cercate prima l'accordo, cercate prima la mia Presenza.
E' questo l'importante, tutto il resto ci verrà dato in aggiunta.
E' l'amore, il cercare di far felice l'altro, l'antidoto all'ansia, all'affanno.
- Comunità Missionaria Villaregia -
E' Gesù che prende
l'iniziativa.
Quando si ha a che
fare con Lui,
la domanda viene sempre capovolta;
da "interroganti" si diventa "interrogati",
da "cercatori" si diventa "cercati";
è Lui, infatti, che da sempre ci ama per primo.
la domanda viene sempre capovolta;
da "interroganti" si diventa "interrogati",
da "cercatori" si diventa "cercati";
è Lui, infatti, che da sempre ci ama per primo.
Questa è la fondamentale dimensione dell'incontro,
non si ha a che fare con qualcosa,
ma con Qualcuno, con "il Vivente".
I cristiani non sono discepoli di un sistema filosofico:
sono gli uomini e le
donne che hanno fatto, nella fede, l'esperienza dell'incontro con Cristo.
- San Giovanni Paolo
II, papa -
È il nostro atteggiamento
mentale che rende il mondo ciò che è per noi. Il nostro pensiero rende le cose
belle, i nostri pensieri rendono le cose brutte. Il mondo intero è nelle nostre
menti.
- Swami Vivekananda -
- Swami Vivekananda -
Non
alzarti un giorno senza sapere che fare.
Non
alzarti un giorno fingendo di essere quel che non sei.
Non
alzarti un giorno con la paura delle cose che devi fare, e dei sogni che
vorresti seguire.
Non
alzarti un giorno senza ascoltare dentro anche quello che ti dà cruccio.
Non
alzarti un giorno senza pensare che c'è qualcosa che tu puoi fare per qualcun
altro.
Non
alzarti un giorno giudicando gli altri intorno a te, invece di capirli. Forse
la felicità altrui è differente dalla tua.
Non
alzarti un giorno senza ringraziare per viverne un altro ancora.
-
Sergio Bambarén -
Buona giornata a tutti. :-)
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