C'è un uomo che tiene appeso in salotto, nel posto
d'onore, uno strano oggetto. Quando qualcuno gli chiede il perché di quella
stranezza racconta:
Il nonno, una volta mi accompagnò al parco. Era un gelido
pomeriggio d'inverno.
Il nonno mi seguiva e sorrideva, ma sentiva un peso. Il
suo cuore era malato, già molto malandato. Volli andare verso lo stagno.
Era
tutto ghiacciato, compatto! "Dovrebbe essere magnifico poter
pattinare", urlai, "vorrei provare a rotolarmi e scivolare sul
ghiaccio almeno una volta!". Il nonno era preoccupato. Nel momento in cui
scesi sul ghiaccio, il nonno disse: "Stai attento...".
Troppo tardi.
Il ghiaccio non teneva e urlando caddi dentro.
Tremando, il nonno spezzò un
ramo e lo allungò verso di me. Mi attaccai e lui tirò con tutte le sue forze
fino ad estrarmi dal crepaccio di ghiaccio.
Piangevo e tremavo. Mi fecero bene
un bagno caldo e il letto, ma per il nonno questo avvenimento fu troppo
faticoso, troppo emozionante.
Un violento attacco cardiaco lo portò via nella
notte. Il nostro dolore fu enorme. Nei giorni seguenti, quando mi ristabilii
completamente, corsi allo stagno e ricuperai il pezzo di legno.
È con quello
che il nonno aveva salvato la mia vita e perso la sua! Ora, fin tanto che
vivrò, starà appeso su quella parete come segno del suo amore per me!
Per questo motivo noi cristiani oggi ci inginocchiamo
dinanzi a quel legno, cui si è appeso l'Amore-Gesù; per questo teniamo nelle
nostre case un "pezzo di legno" a forma di croce...
Per ricordare
come si ama, e a chi dobbiamo guardare per amare senza stancarci!
- don Bruno Ferrero -
Tu
Uno come Te
lo si può cercare a lungo.
Uno come te
non lo si trova tanto in fretta.
Uno come te
non lo si può mai perdere.
Uno come te,
Signore!
- Ludwig Soumagne -
"Lavanda dei piedi" - Giovanni Agostino da Lodi (1500)
Gallerie dell'Accademia - Venezia)
Per incontrare il risorto non si può stare fermi.
Lui mi ha cercato e mi ha trovato, ma poi spetta a me
decidere che seguirlo significa davvero imparare a spostarsi: incontro oggi il
Salvatore non alle mie condizioni ma alle sue, là dove lui è.
- Cesare Beltrami -
Mi hai fatto male, Dio mio,
e non parlo del corpo
con il quale ho ormai imparato
a convivere decentemente,
ma di quello che ci sta dentro:
questo cuore balordo
che rimbalza
ad ogni sussulto d’affetto,
quest’anima screpolata
che lascia passare
spifferi di dubbio
e di gelida incredulità.
Mi ha fatto male, Signore,
troppo duro il mattino,
troppo sensibile la sera;
troppo fragile sempre.
Mi hai fatto male, Signore,
eppure un giorno
- ne sono certo -
mettendo insieme
tutte le macerie
dei miei anni,
capirò il perché
e sarò felice di essere
quello che sono.
Perché mi hai fatto Tu.