martedì 19 giugno 2018

Donne appassionate - Cesare Pavese

Le ragazze al crepuscolo scendendo in acqua,
quando il mare svanisce, disteso. Nel bosco
ogni foglia trasale, mentre emergono caute
sulla sabbia e si siedono a riva. La schiuma
fa i suoi giochi inquieti,lungo l'acqua remota.


Le ragazze han paura delle alghe sepolte
sotto le onde, che afferrano le gambe e le spalle:
quant'è nudo, del corpo. Rimontano rapide a riva
e si chiamano a nome, guardandosi intorno.
Anche le ombre sul fondo del mare, nel buio,
sono enormi e si vedono muovere incerte,
come attratte dai corpi che passano. Il bosco
è un rifugio tranquillo, nel sole calante,
più che il greto, ma piace alle scure ragazze
star sedute all'aperto, nel lenzuolo raccolto.
Stanno tutte accosciate, serrando il lenzuolo
alle gambe, e contemplando il mare disteso
come un prato al crepuscolo. Oserebbe qualcuna
ora stendersi nuda in un prato? Dal Mare
balzerebbero le alghe, che sfiorano i piedi,
a ghermire e ravvolgere il corpo tremante.
Ci son occhi nel mare, che traspaiono a volte.

Quell'ignota straniera, che nuotava di notte
sola e nuda, nel buio quando la luna,
è scomparsa una notte e non torna mai più.
Era grande e doveva esser bianca abbagliante
perchè gli occhi, dal fondo del mare, giungessero a lei.



- Cesare Pavese -

Henrietta Rae (1859-1928), The Sirens

Fu allor, che degli abissi biancheggianti
Le nereidi marine erser le ciglia,
E allo strano spettacolo i sembianti
Teneano immoti da la meraviglia.
Allor fu, che mortale occhio i raggianti
Corpi fruì dell’equorea famiglia,
E mirò delle ninfe alme l’aspetto
Nude, fuor delle spume, a mezzo il petto.

Gaio Valerio Catullo

Josef Ringeisen (1906-1998), Nereiden




Buona giornata a tutti. :-)