mercoledì 22 febbraio 2017

Beata la donna - G. Quaglini

Il buon Dio aveva deciso di creare.. la mamma.
Ci si arrabattava intorno già da sei giorni, quand'ecco comparire un angelo che gli fa: "Questa qui te ne fa perdere di tempo, eh?".
E Lui: "Sì, ma hai letto i requisiti dell'ordinazione?
Dev'essere completamente lavabile, ma non di plastica... avere 180 parti mobili tutte sostituibili... funzionare a caffè e avanzi del giorno prima... avere un bacio capace di guarire tutto, da una sbucciatura ad una delusione d'amore... e sei paia di mani".
L'angelo scosse la testa e ribatté incredulo: "Sei paia?!".
"Il difficile non sono le mani – disse il buon Dio –
ma le tre paia di occhi che una mamma deve avere".
"Così tanti?". Dio annuì. "Un paio per vedere attraverso le porte chiuse quando domanda "che state combinando lì dentro, bambini?", anche se lo sa già; un altro paio dietro la testa, per vedere quello che non dovrebbe vedere, ma che deve sapere; un altro paio ancora per dire tacitamente al figlio che si è messo in un guaio "capisco e ti voglio bene lo stesso".
"Signore – fece l'angelo sfiorandogli gentilmente un braccio – va' a dormire. Domani è un altro...". "Non posso – ripose il Signore – ho quasi finito ormai. Ne ho già una che guarisce da sola se è malata, che può lavorare 18 ore di seguito, preparare un pranzo per sei con mezzo chilo di carne tritata e che riesce a tenere sotto la doccia un bambino di nove anni".
L'angelo girò lentamente intorno al modello di madre, esaminandolo con curiosità: "E' troppo tenera", disse poi con un sospiro.
"Ma resistente – ribatté il Signore con foga – tu non hai idea di
quello che può sopportare una mamma!".
"Sa pensare?". "Non solo, ma sa anche fare un ottimo uso della ragione e venire a compromessi", ribatté il Creatore.
A quel punto l'angelo si chinò sul modello della madre e le passò un dito su una guancia: "Qui c'è una perdita", dichiarò.
"Non è una perdita – lo corresse il Signore – è una lacrima".
"E a che serve?". "Esprime gioia, tristezza, delusione, dolore, solitudine, orgoglio".
"Ma sei un genio!", esclamò l'angelo.
Con sottile malinconia Dio aggiunse: "A dire il vero, non sono stato io a mettercela quella cosa lì..."

- don Bruno Ferrero -
Fonte :“40 Storie nel deserto”



Penso alla figura di Etty Hillesum, una giovane olandese di origine ebraica che morirà ad Auschwitz. Inizialmente lontana da Dio, lo scopre guardando in profondità dentro se stessa e scrive: "Un pozzo molto profondo è dentro di me. E Dio c'è in quel pozzo. 
Talvolta mi riesce di raggiungerlo, più spesso pietra e sabbia lo coprono: allora Dio è sepolto. Bisogna di nuovo che lo dissotterri" (Diario, 97). 
Nella sua vita dispersa e inquieta, ritrova Dio proprio in mezzo alla grande tragedia del Novecento, la Shoah. 
Questa giovane fragile e insoddisfatta, trasfigurata dalla fede, si trasforma in una donna piena di amore e di pace interiore, capace di affermare: "Vivo costantemente in intimità con Dio".

- papa Benedetto XVI - 
Udienza generale, 13 febbraio 2013


Beata la donna
cosciente della propria femminilità
e della propria missione
nella Chiesa e nel mondo.


Beata la donna
che cura il proprio fascino
inferiore ed esteriore.
perché l’armonia della persona
fa più bella la convivenza umana.


Beata la donna
che, a fianco dell’uomo, esercita
la propria insostituibile responsabilità
nella famiglia, nella società,
nella storia e nell’universo intero.


Beata la donna
chiamata a trasmettere e a custodire
la vita in maniera umile e grande.
Beata quando in lei
accoglie, fa crescere e protegge la vita.


Beata la donna
che mette l’intelligenza, la sensibilità,
la cultura al servizio della vita
ovunque essa venga sminuita o deturpata.


Beata la donna
che s’impegna a promuovere un mondo
più giusto e più umano.


Beata la donna
che sul proprio cammino incontra Cristo:
lo ascolta, lo accoglie, lo segue
come tante donne del Vangelo,
e si lascia illuminare da Lui
nelle scelte di vita.


Beata la donna
che, giorno dopo giorno,
 con piccoli gesti, con parole
e atteggiamenti che nascono dal cuore,
traccia sentieri di speranza per l’umanità.