Dovrebbe essere la cosa più facile del mondo, ma non lo
è.
Per essere sé stessi non si deve fare nulla: lo si è
già. Come potresti essere altrimenti? Come potresti essere qualcun altro? Ma
posso capire il problema: nasce perché la società corrompe chiunque.
Finora la società è stata un’incredibile fonte di corruzione:
corrompe la mente, l’essere; ti impone a forza delle cose, e tu perdi il
contatto con te stesso.
Tenta di fare di te qualcos’altro, qualcosa che non eri
affatto destinato a essere: ti spinge fuori dal tuo centro, ti trascina lontano
da te stesso.
Ti insegna a essere simile a un Cristo o a un Buddha, ad
assomigliare a questo o a quest’altro; non ti dice mai di essere te stesso: non
ti permette mai alcuna libertà di esistere, impone alla tua mente immagini
estranee prese dall’esterno.
Alla fine ecco che prende forma il problema. Al massimo,
tu puoi fingere, e quando fingi non sei mai appagato. Tu vuoi sempre essere te
stesso – è naturale – e la società non lo permette: vuole che tu sia qualcun
altro, vuole che tu sia falso; non vuole che tu sia reale, perché le persone
reali sono pericolose, le persone reali sono ribelli. Le persone reali non
possono essere controllate tanto facilmente, le persone reali non possono
essere
irreggimentate:vivranno la propria realtà a modo loro,
faranno ciò che sentono; non si preoccuperanno di ciò che gli altri si
aspettano. Non potrai chiedere a persone simili di sacrificarsi; non le potrai
immolare in nome della religione, dello Stato, della nazione, del popolo: è
impossibile sedurle a fare un qualsiasi sacrificio.
Le persone reali propendono sempre verso la propria felicità.
La loro felicità è un valore assoluto: non sono disposte a sacrificarsi per
null’altro. Questo è il problema.
Ecco perché la società fuorvia il bambino: insegna al
bambino a essere qualcun altro. E con il tempo il bambino apprende le vie della
finzione, dell’ipocrisia. Poi, un giorno – questa è l’ironia – quella stessa
società inizia a parlarti diversamente, inizia a chiederti: «Cosa ti è
successo? Perché non sei felice? Perché sembri così miserabile? Perché sei così
triste?».
Ed ecco che subentrano i preti: prima ti corrompono, ti
distolgono dal sentiero della felicità; infatti, esiste una sola felicità
possibile, ed è essere se stessi.
E poi ti si parano davanti e ti dicono: «Perché
sei infelice? Perché sei così miserabile?» e a quel punto ti insegnano come
essere felice.
Prima ti fanno ammalare e poi ti vendono le medicine: questa è
un’incredibile trama occulta!
- Osho -
Tratto da "Essere se Stessi" di Osho
Le circostanze esterne non sono così difficili da cambiare, ma la letargia interiore è vecchia di secoli. L'incoscienza è così primitiva, le sue radici così profonde, che c'è bisogno di una determinazione totale da parte tua, una tremenda determinazione, un impegno, un profondo coinvolgimento. Devi rischiare il tutto per tutto. Altrimenti non ti sarà possibile trasformare te stesso, rimarrai sempre lo stesso.
- Osho -
Non
vi sto convertendo...
Va
benissimo che la gente mi trovi pieno di contraddizioni, perché solo un
banalissimo erudito si preoccupa di dire cose sensate.
Al
contrario c'è un uomo che parla non per trasmettere conoscenze, bensì poesia,
non conoscenze ma significato, non conoscenze bensì un profumo, una
presenza...
Io
non ho nulla da dirvi, ma molto da condividere con voi.
Tutte le vostre mete diventano catene, diventano
prigioni in cui tu sei ingabbiato.
E quindi soffri, e chiedi: " Come essere liberi?
" .
Sii libero dalle mete, e sarai libero, non c'è più
nient'altro da fare. Non creare una meta, e non esisterà alcuna prigionia.