L'altro giorno ho letto che nel lago
Michigan è stato ripescato quello che si credeva un cadavere. Portato in un
ambiente caldo, cominciò a sgelarsi e tornò in vita. Questo non è niente in
confronto a quello che succede a me da un po' di tempo a questa parte.
Grazie a tutti i benintenzionati che
tengono l'aria condizionata a un livello da museo delle cere, io vivo allo
stato solido da maggio a settembre. E nessuno mostra di accorgersene.
Vado al cinema con il soprabito sul
braccio. Vado al supermercato e passo metà del tempo a scaldarmi davanti allo
spiedo della rosticceria.
In macchina mi tengo sulla corsia sbagliata solo per
avere un po' di sole sul braccio. L'altra sera, in un ristorantino intimo, a
metà della cena, ho detto a mio marito: «Mi metti un braccio intorno alle
spalle?»
«Sei venuta qui per mangiare o per
pomiciare?» mi ha chiesto lui, imburrando un pezzo di pane strofinato d'aglio.
«No», ho detto io. «È solo che sto gelando.
Vedi altra gente intorno?»
«Non saprei», ha detto lui socchiudendo gli
occhi nel tentativo di penetrare l'oscurità.
«Perché?»
«Se gli altri sono appesi ad un uncino, vuol
dire che siamo entrati per sbaglio nella cella frigorifero.»
«Io sto benissimo», ha detto lui,
crogiolandosi nella giacca sportiva di pura lana. «Forse hai un'anemia o
qualcosa del genere. Se senti sempre freddo, dovresti andare dal dottore.»
Dal dottore l'infermiera mi ha sorriso e mi
ha detto: «Buongiorno».
«Sarà buono per lei», ho borbottato io, «con quel golf
addosso.» Mi ha fatto entrare in una stanza e mi ha detto: «Si spogli e indossi
questo».
Ho indossato un camicione di carta con uno spacco sulla schiena
sufficiente a farci passare un camion e mi sono lasciata andare sul tavolo di
metallo freddo. Un condizionatore sopra la porta ha fatto volar via la mia
cartella clinica dal tavolo. Quando è arrivato il dottore, ero ormai scossa da
un tremito incontrollabile. Lui ha preso uno stetoscopio dal frigorifero e me
l'ha piazzato sul petto. Mi sono soffiata sulle mani e ho tossito.
Lui si è raddrizzato lentamente, si è tolto
lo stetoscopio dal collo ed è andato lentamente alla scrivania. «Se non fossi
certo del contrario, penserei di aver di fronte un cadavere.»
«Che cosa mi ha tradito?»
«Le lacrime agli occhi quando le ho alitato
sugli occhiali e si sono appannati.»«Che cosa mi ha tradito?»
(Erma Bombeck)
Illustrazione : Duane
Bryers
Odio spendere soldi
in scarpe e vestiti….
Ma anch’io devo
fare la mia parte: l’economia ha bisogno di me!
Come faccio a dirle
di no?
Non accontentatevi della felicità, aspirate alla
serenità.
(Aldo Busi)
(Aldo Busi)
“ Lo dice il mio servizio previsioni meteo.
Per i prossimi giorni si segnalano inondazioni seguite dalla fine del mondo!
Con un probabile
miglioramento per il week-end”
Dal film Era Glaciale 2
Il mondo ha bisogno di
persone felici. Ne ha bisogno come l’aria, il sole… Non c'è regalo più bello
che possiamo fare a noi stessi ed agli altri che essere felici.
(Agostino Degas)
Iniziamo la giornata con un sorriso :-)