Francisco l'attrasse a sé e le cercò le labbra.
Fu un bacio casto, tiepido, lieve tuttavia ebbe l'effetto di una scossa tellurica nei loro sensi.
Entrambi percepirono la pelle dell'altro prima mai così precisa e vicina, la pressione delle loro mani, l'intimità di un contatto anelato fin dagli inizi del tempo.
Fu un bacio casto, tiepido, lieve tuttavia ebbe l'effetto di una scossa tellurica nei loro sensi.
Entrambi percepirono la pelle dell'altro prima mai così precisa e vicina, la pressione delle loro mani, l'intimità di un contatto anelato fin dagli inizi del tempo.
Li invase un calore palpitante nelle ossa nelle vene
nell'anima, qualcosa che non conoscevano o che avevano del tutto scordato,
perché la memoria della carne è fragile.
Tutto scomparve intorno ed ebbero coscienza solo delle labbra unite che prendevano e ricevevano. […]
Tutto scomparve intorno ed ebbero coscienza solo delle labbra unite che prendevano e ricevevano. […]
L'ardore di
quel bacio non li abbandonò per molti giorni e riempì di fantasmi delicati le
loro notti, lasciando il ricordo sulla pelle, come una bruciatura.
La gioia di
quell'incontro li rapiva, facendoli levitare per strada, li spingeva a ridere
senza motivo apparente, li risvegliava concitati nel mezzo di un sonno.
Si
toccavano le labbra con la punta delle dita ed evocavano esattamente la forma
della bocca dell'altro.
Isabel Allende
Da “D’amore e ombra”
Da “D’amore e ombra”
A dire il vero fu appena un bacio, la suggestione di un
contatto atteso e inevitabile, ma entrambi erano sicuri che quello sarebbe
stato l'unico bacio che avrebbero potuto ricordare sino alla fine dei loro
giorni e fra tutte le carezze l'unica che avrebbe lasciato una traccia sicura
nelle loro nostalgie.
Isabel Allende
Da “D’amore e ombra”
Mi pento delle diete, dei piatti prelibati rifiutati
per vanità, come mi rammarico di tutte le occasioni di fare l’amore che ho
lasciato correre per occuparmi di lavoro in sospeso o per virtù puritana...
Isabel Allende
"Afrodita"
Per la prima volta nella sua vita, Alba
sentì il bisogno di essere bella e rimpianse che nessuna delle splendide donne
della sua famiglia le avesse lasciato in eredità i suoi attributi, e l'unica
che l'aveva fatto, la bella Rosa, le aveva dato solo una sfumatura d'alga
marina ai suoi capelli, che, se non era accompagnata da tutto il resto,
sembrava piuttosto un errore del parrucchiere.
Quando Miguel indovinò la sua
inquietudine, la portò per mano fino al grande specchio veneziano che ornava un
angolo della camera segreta; tolse la polvere dal vetro incrinato e poi accese
tutte le candele che aveva e gliele mise intorno.
Lei si rimirò nei mille
frammenti dello specchio.
La sua pelle, illuminata dalle candele, aveva il
colore irreale delle figure di cera. Miguel cominciò ad accarezzarla e lei vide
trasformarsi il suo volto nel caleidoscopio dello specchio e convenne infine
che lei era la più bella dell'universo, perché aveva potuto vedersi con gli
occhi con cui la vedeva Miguel.
Isabel Allende
Dal libro “La casa degli spiriti”