Sono senza
dubbio gli ubriachi, i mormoratori o gli spudorati
che si gettano alla cieca nelle lordure, o l’avaro, che pensa solo ad
arricchirsi in ogni modo, direte voi. No, non sono affatto costoro; al
contrario, il demonio li disprezza, o meglio, li protegge perché possano fare
il male per il maggior tempo possibile, dal momento che più a lungo essi
vivranno, più i loro cattivi esempi trascineranno le anime all’inferno.
Infatti, se il demonio avesse incalzato troppo fortemente questo vecchio
impudico, egli, per i suoi vizi, avrebbe accorciato i suoi giorni di quindici o
vent’anni e quindi avrebbe avuto meno tempo per indurre a peccare questa
vergine, della quale ha violato il fiore della verginità; o questa giovane che
ha gettato nel più infame pantano dei peccati contro la purezza.
Non avrebbe
avuto il tempo di iniziare al male quel giovane, che forse vi resterà
avviluppato fino alla morte.
Se il demonio avesse indotto quel ladro a rubare
in modo sfrenato, già da tempo sarebbe incorso nel patibolo, e non avrebbe
avuto l’opportunità di trascinare qualche altro nel suo vizio.
Se il demonio
avesse sollecitato quest’ubriaco a riempirsi di vino fino all’orlo, già da
tempo sarebbe morto nella crapula; invece, prolungando i suoi giorni, riuscirà
a trascinare molti altri col suo cattivo esempio.
Se il demonio avesse tolto la
vita a questo musicista o a questo maestro di ballo o a questo cabarettista,
quanta gente in loro assenza avrebbe scampato il pericolo, mentre se quelli
restano in vita, si dannerà per loro. Sant’Agostino ci insegna che il demonio
non tormenta troppo queste persone, ma, al contrario, li disprezza e sputa loro
addosso.
Ma, mi dirai, chi sono dunque quelli che il demonio preferisce
tentare? Ascolta attentamente, amico mio.
Sono proprio coloro che si mostrano
più pronti, con l’aiuto di Dio, a sacrificare ogni cosa per la salvezza della
loro povera anima; che sanno rinunciare a tutto ciò che, sulla terra, gli altri
ricercano con ansia e con ardore. E non è solo un demonio che li tenta, ma sono
milioni quelli che gli piombano addosso, per farli cadere nei loro lacci.
Eccovi un esempio.
La storia racconta che San Francesco d’Assisi era riunito un
giorno con tutti i suoi religiosi, in un grande campo dove erano state
costruite delle piccole capanne di giunchi. San Francesco, vedendo che facevano
penitenze così straordinarie, ordinò che gli fossero portati tutti gli
strumenti di penitenza, e li ammassò come si fa con la paglia. C’era lì un
giovane a cui il buon Dio aveva fatto la grazia di vedere il suo angelo
custode. Egli vedeva, da una parte, questi buoni religiosi che non potevano
saziarsi mai di fare penitenza, e dall’altra, il suo buon angelo custode, gli
fece vedere una assemblea di diciottomila demoni, che tenevano consiglio per
trovare il modo di travolgere questi religiosi con la tentazione.
Ci fu un
demonio che disse: “Voi non capite niente; questi religiosi sono troppo umili,
(ah! bella virtù!), troppo distaccati da se stessi, troppo attaccati a Dio.
Essi hanno un superiore che li guida così bene, che è impossibile poterli vincere.
Aspettiamo che il superiore muoia, e allora tenteremo di introdurre in mezzo a
loro, dei giovani che non hanno una vera vocazione, e che li spingeranno a
rilassarsi, e in tal modo saranno nostri”. Qualche tempo dopo, entrando in
città, vide un demonio tutto solo, seduto alla porta della città, per tentare
tutti quelli che vi abitavano.
Il santo giovane chiese al suo angelo custode,
perché, per tentare quei religiosi occorrevano tante migliaia di demoni, mentre
per una intera città ce n’era solo uno e anche seduto oziosamente.
Il suo buon
angelo gli rispose che la gente del mondo non ha affatto bisogno di tentazioni,
perché ci pensa da sola a trascinarsi verso il male, mentre i religiosi si
comportano bene, nonostante tutte le trappole e le battaglie che il demonio
procura loro."
Gli spiriti cattivi si
manifestano in tutt’altro modo che gli Angeli: irradiano una luce torbida, come
un riflesso, sono pigri, stanchi, sognanti, malinconici, arrabbiati, selvaggi,
rigidi e passivi, oppure leggermente mobili e passionali. Ho notato che questi
spiriti sprigionano gli stessi colori che avvolgono gli uomini durante le
sensazioni dolorose, provenienti da situazioni di sofferenze estreme e travagli dell’anima. Sono gli stessi colori che
avvolgono i martiri durante la trasfigurazione della gloria del martirio. Gli
spiriti cattivi hanno visi affilati, violenti e penetranti, si insinuano
nell’animo umano come fanno gli insetti quando sono attratti da determinati
odori, sulle piante o sui corpi. Questi spiriti penetrano dunque negli animi
risvegliando negli esseri ogni genere di passione e pensieri materiali. Il loro
scopo è di separare l’uomo dall’influsso divino gettandolo nelle tenebre
spirituali.
- Beata Anna
Caterina Emmerick -
«L’amore consiste non nel sentire che si ama, ma nel
voler amare; quando si vuol amare, si ama; quando si vuol amare sopra ogni
cosa, si ama sopra ogni cosa. Se accade che si soccomba a una tentazione, è
perché l’amore è troppo debole, non perché esso non c’è: bisogna piangere, come
san Pietro, pentirsi, come san Pietro, umiliarsi, come lui, ma sempre come lui
dire tre volte: «Io ti amo, io ti amo, tu sai che malgrado le mie debolezze e i
miei peccati io ti amo».
Beato Charles de Foucauld, religioso francese
- Santo Curato d'Ars -
«Dio sempre ci perdona! Non si stanca di perdonare! Noi dobbiamo non stancarci di andare a chiedere perdono. ‘Ma, padre, a me dà vergogna andare a dire i miei peccati…’. Ma, guarda, le nostre mamme, le nostre donne dicevano che è meglio diventare una volta rosso e non mille volte giallo! E tu diventi rosso un volta, ti perdona i peccati e avanti. Anche i sacerdoti devono confessarsi, anche i vescovi: tutti siamo peccatori. Anche il Papa si confessa ogni quindici giorni, perché il Papa anche è un peccatore! E il confessore sente le cose che io gli dico, mi consiglia e mi perdona, perché tutti abbiamo bisogno di questo perdono. A volte capita di sentire qualcuno che sostiene di confessarsi direttamente con Dio…. Sì, come dicevo prima, Dio ti ascolta sempre, ma nel sacramento della Riconciliazione manda un fratello a portarti il perdono, la sicurezza del perdono a nome della Chiesa».
“L’anima si trascina nel peccato come uno straccio
trascinato nel fango. Nel peccato la nostra anima è rognosa, marcia. Fa pena.
Noi commettiamo i peccati come si beve un bicchiere d’acqua, senza timori, né
rimorsi, affondiamo in questo fango, vi marciamo come talpe, per mesi, per
anni!
Una persona che è nel peccato è sempre triste. Anche se all’esterno ostenta allegria e felicità. E’ tutta una finzione, una sceneggiata. Non c’è niente che la possa appagare in profondità. Questi poveri peccatori saranno dunque sempre infelici, in questo mondo e nell’altro”.
Una persona che è nel peccato è sempre triste. Anche se all’esterno ostenta allegria e felicità. E’ tutta una finzione, una sceneggiata. Non c’è niente che la possa appagare in profondità. Questi poveri peccatori saranno dunque sempre infelici, in questo mondo e nell’altro”.
- Santo Curato d'Ars -
«Dio sempre ci perdona! Non si stanca di perdonare! Noi dobbiamo non stancarci di andare a chiedere perdono. ‘Ma, padre, a me dà vergogna andare a dire i miei peccati…’. Ma, guarda, le nostre mamme, le nostre donne dicevano che è meglio diventare una volta rosso e non mille volte giallo! E tu diventi rosso un volta, ti perdona i peccati e avanti. Anche i sacerdoti devono confessarsi, anche i vescovi: tutti siamo peccatori. Anche il Papa si confessa ogni quindici giorni, perché il Papa anche è un peccatore! E il confessore sente le cose che io gli dico, mi consiglia e mi perdona, perché tutti abbiamo bisogno di questo perdono. A volte capita di sentire qualcuno che sostiene di confessarsi direttamente con Dio…. Sì, come dicevo prima, Dio ti ascolta sempre, ma nel sacramento della Riconciliazione manda un fratello a portarti il perdono, la sicurezza del perdono a nome della Chiesa».
- Papa Francesco all'Udienza Generale del 20 novembre 2013 -