Visualizzazione post con etichetta angelo custode. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta angelo custode. Mostra tutti i post

martedì 12 novembre 2024

... che sei il mio custode... - Abate Zaverio Peyron

 Il trovare un vero amico che ci aiuti e sia tutto dedicato a noi con amore, con costanza e con disinteresse è cosa ben difficile. Non è così dell’angelo custode, un vero amico sicuro, fedele, unico nel suo genere, che ci accompagna per comando divino, con amore e senza apparire.

Per comando divino – Se abbiamo un angelo al nostro fianco per assisterci non è per condiscendenza sua o nostra volontà, ma per decreto di Dio.
Nei Salmi è scritto: "Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi passi. Sulle loro mani ti porteranno perché non inciampi nella pietra il tuo piede" (Salmo 91, 11).
Quanto dobbiamo ringraziare il buon Dio di questo comando! Se l’assistenza angelica fosse solo effetto dell’amore degli angeli, saremmo certi di averli ancora con noi, dopo tanti rifiuti che abbiamo dato alle loro buone ispirazioni? Stanchi di noi forse ci avrebbero già abbandonati. Se fossimo noi che con le nostre suppliche li avessimo chiamati a custodirci, saremmo certi di essere esauditi?… di averli sempre?… almeno nei momenti più critici?… Ma, dato che ciò risponde ad una disposizione di Dio, noi siamo invece certi che tutti abbiamo un angelo custode indipendentemente dalla nostra santità, l’abbiamo sempre, dalla nascita alla morte. L’assistenza è perfetta perché l’angelo è creatura perfetta che ubbidisce a Dio senza debolezze, ritardi, infedeltà.


Con amore – Gli angeli custodi ci vogliono bene:
1) per rispetto a Dio perché, amando Dio, amano quelli che a Lui appartengono;
2) per rispetto a noi perché siamo i loro fratelli destinati a prendere il posto degli angeli ribelli e scacciati e quindi facciamo parte della loro famiglia celeste;
3) perché noi siamo infelici e sofferenti e quindi degni di aiuto: siamo quindi occasione a loro di esercitare lo spirito di carità a cui si informano tutti gli eletti.
La custodia degli angeli è tutta amorosa e fatta con gioia, con fervore, con soavità.

Senza apparire – Anche se molte volte nella Sacra Scrittura e nelle vite dei Santi leggiamo di apparizioni di angeli, ordinariamente però gli angeli operano invisibilmente: sia perché tale è la loro natura spirituale, sia perché la loro manifestazione non è necessaria, sia infine per dare a noi una grande lezione di umiltà e disinteresse operando di nascosto per amor di Dio.

(continua)
- Abate Zaverio Peyron -


Il mio angelo custode non è nient'altro che espressione del fatto ch'io sono conosciuto, amato e seguito in maniera del tutto personale da Dio, è il pensiero d'amore che Dio nutre per me, che mi circonda e mi guida in ogni istante. 

- Papa Benedetto XVI - 



« Gli angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio » (Mt 18,10)

Ti rendo grazie perché mi hai dato di vivere,
di conoscerti e di adorarti, mio Dio.
Poiché «questa è la vita eterna: che conoscano te,
l'unico vero Dio» (Gv 17,3), creatore e autore di tutto,
non generato, non creato, senza principio, uno,
e il Figlio tuo, generato da te,
e lo Spirito Santissimo, che procede da te,
unità trina, degna di ogni lode...
C'è forse tra gli angeli, gli arcangeli,
le dominazioni, i cherubini e i serafini
e tutte le altre schiere celesti,
una gloria o una luce d'immortalità,
una gioia, uno splendore di vita immateriale,
se non la luce unica della Santissima Trinità? ...
Cita un essere, incorporeo o corporeo:
troverai che tutto è stato fatto da Dio.
Se ti parlano di un essere qualunque, tra quelli del cielo,
quelli della terra o degli abissi,
anche per loro, per tutti, c'è soltanto una vita, una gloria,
un desiderio e un regno,
un'unica ricchezza, gioia, corona, vittoria, pace
e ogni altro splendore che possa esistere:
la conoscenza del Principio e della Causa
da cui tutto proviene, da cui tutto trae origine.
Là si trova colui che mantiene le cose lassù e le cose quaggiù,
là si trova colui che mette in ordine tutti gli esseri spirituali,
là si trova colui che regna su tutti gli esseri visibili...
Hanno accresciuto la propria conoscenza e raddoppiato il timore
vedendo Satana cadere
e i suoi compagni travolti dalla presunzione.
Coloro che sono caduti, schiavi della loro superbia,
hanno dimenticato tutto questo;
mentre tutti coloro che ne hanno custodito la conoscenza,
trasportati dal timore e dall'amore,
si sono legati al loro Signore.
E così il riconoscimento della sua signoria
produceva anche una crescita del loro amore
perché essi vedevano meglio e con più chiarezza
lo splendore folgorante della Trinità.

- Simeone il Nuovo Teologo -


Buona giornata a tutti. :-)


mercoledì 2 novembre 2022

L'Angelo Custode - Abate Zaverio Peyron

Che il demonio cerchi sempre e in tutti i modi di farci del male ce lo dice chiaramente l’Apostolo Pietro:
"Fratelli, siate sobri e vigilate perché il demonio, vostro avversario, come leone feroce, gira sempre attorno a voi, cercando di divorarvi".
Ben lo sapevano i Santi che in modi straordinari sentirono gli effetti del suo odio e chi riceveva battiture tali da divenire incapace di muoversi come S. Veronica Giuliani, chi era gettato duramente a terra da rompersi i denti come S. Gaspare del Bufalo, chi si sentiva strangolare da non poter più né parlare, né respirare come la Ven. Ganori Mora, chi divenne ossesso come il Ven. Clausi.
Il Santo Curato d’Ars, mentre stava coricato, ebbe il letto bruciato con grave pericolo per la sua vita. Don Bosco passava notti insonni per le lotte spaventose che doveva sostenere. Il Padre Mistrilli, missionario e martire nel Giappone, sul punto di partire per la sua missione fu minacciato dal demonio che sempre gli sarebbe stato attorno per perseguitarlo e lo fece effettivamente.

Quello che fece con i Santi, vorrebbe farlo con tutti e guai a noi se Dio non ci avesse dato un angelo per custodirci e parare i colpi del demonio.
Invochiamo l’aiuto dell’angelo custode che ci custodisca, specialmente per non cadere nel peccato mortale, perché questo sarebbe il massimo dei mali che può farci il demonio.

Si dice: reggere una persona quando la si sostiene, se questa per debolezza di gambe non può star su e non può continuare il suo cammino. Questo è appunto quello che fa spiritualmente l’angelo custode affinché perseveriamo nel bene. Quando il demonio non può farci cadere nel male, tenta almeno di impedirci di fare il bene o continuare nei nostri buoni propositi dandoci una stanchezza spirituale o paure sconfortanti affinché noi restiamo scoraggiati, avviliti, accasciati dalla malinconia e quindi ci arrestiamo nel bene.
Purtroppo quanti furono e sono vittima dello scoraggiamento! Si sono viste persone religiose lasciare la loro vocazione, peccatori convertiti abbandonare le buone risoluzioni prese, fondatori di opere religiose arrestarsi dinanzi alle difficoltà e rinunciare all’impresa ecc.

La causa di tutto questo è lo scoraggiamento che non viene mai da Dio, ma sempre dal demonio.
Ecco dunque l’opera provvidenziale dell’angelo custode di "reggere", cioè sostenere chi sta per cadere, infondendo coraggio, pazienza nelle contraddizioni, fiducia nella Provvidenza di Dio.

Specialmente in punto di morte, quando ai mali del corpo si aggiungono le pene dello spirito, l’angelo custode usa tutta la sua carità per essere di conforto e consolazione per l’anima angustiata.

(Abate Zaverio Peyron)

  L'Annunciazione
  (realizzato tra il 1432 ed il 1434)
  Beato Angelico
 
L'artista ne dipinse più versioni tra cui quella conservata al Museo Diocesano di Cortona.
e quella conservata al Museo del Prado di Madrid.
Il dipinto illustra la scena del Nuovo Testamento in cui l'arcangelo Gabriele comunica alla Vergine Maria che è stata scelta per concepire il figlio di Dio.
La Vergine sta leggendo la Bibbia in una loggia arcata quando arriva il giovane arcangelo.
Maria incrocia le mani sul petto in segno di sottomissione mentre lo Spirito Santo si libra su di lei sotto forma di colomba.
Sullo sfondo Beato Angelico dipinge Adamo ed Eva che vengono cacciati, da un angelo, dall'Eden.


Gli angeli appaiono talvolta con un fuoco tra i capelli (ad esempio, Gabriele nell'Annunciazione del Beato Angelico nel Convento di S. Marco a Firenze e Michele nel polittico del Sassetta nel Museo Diocesano di Cortona), che simboleggia il fuoco, luminoso e puro come quello dello Spirito Santo. Gli angeli, infatti, sono esseri di luce, sfavillanti, secondo la concezione dei Padri della Chiesa, e non si può attribuire ad essi la più piccola proprietà materiale. Un altro elemento simbolico a volte presente è quello dell'occhio divino che vede tutto raffigurato candidamente sulle piume di pavone dipinte sulle ali di alcuni angeli (ad esempio, nell'Annunciazione di Filippo Lippi nella National Gallery di Londra). Lo stesso pavone, tra l'altro, veniva considerato simbolo di immortalità, perché si riteneva che le sue carni non andassero in putrefazione, ed era quindi adatto per rendere l'idea dell'eternità oltre che dell'onniscienza divina.

L'Annunciazione di San Gallo è un dipinto a olio su tavola (185x174,5 cm) di Andrea del Sarto, databile al 1513-1514 circa e conservato nella Galleria Palatina di Firenze.



Illumina ... 

Per comprendere quanto sia importante per noi questo primo incarico di illuminarci, basta considerare: 1) perché ci illumina, 2) su che cosa ci illumina, 3) come ci illumina.

Perché ci illumina:

a. perché la nostra mente è nata nell’ignoranza ed ottenebrata dal peccato originale, quindi soggetta a molti errori;

b. perché il demonio non dorme, ma è sempre attorno a noi per tentarci al male: cominciando da Adamo ed Eva fino ai nostri giorni, infinito è il numero dei caduti nella sua schiavitù.

Come si vede, l’opera dell’angelo custode di illuminarci non potrebbe essere più utile, né più provvidenziale. Riconosciamo dunque il dono prezioso che ci fa Dio dandoci l’angelo custode, maestro infallibile ed illuminato e restiamo prudenti e vigilanti sotto la sua guida, prudenti per udire solo la sua voce, vigilanti per invocarlo sovente.

Su che cosa ci illumina – L’angelo custode ci illumina su tutto quello che può essere di gloria a Dio e di bene delle anime nostre. Oltre episodi descritti nella Bibbia, sappiamo che molti santi, S. Ildegarda, S. Geltrude, S. Brigida, S. Francesco d’Assisi e altri santi ebbero dall’angelo custode cognizioni altissime di mistica e perfezione.
Invochiamolo e potremo essere illuminati sulla fede, sulle virtù, sui pericoli ed inganni del demonio e su qualunque altra notizia che sia utile per noi.
Se con tanto maestro il mondo è così poco illuminato è perché il mondo né pensa né stima né invoca l’angelo custode.

Come ci illumina – Sebbene molte volte l’angelo abbia parlato con voce sensibile, come fece con Maria SS., con il profeta Daniele, con Zaccaria, con le pie donne al Sepolcro di Gesù, con S. Francesca Romana, ecc., di regola insegna con dolci inviti, taciti stimoli che sono altrettante voci del cuore. Egli risveglia nella sopita memoria le alte cose di Dio e ne fa conoscere l’importanza. La voce dell’angelo non è voce umana e sonora che tutti possano udire, ma voce angelica, cioè soprannaturale e quindi è necessaria una speciale grazia per udirla. Tutti, se vogliono, possono averla questa grazia, ma bisogna meritarla con la nostra corrispondenza e preghiera.

Il pellegrino che viaggia in luoghi pericolosi e sconosciuti, non solo deve essere illuminato sulla retta via da scegliere, ma è importante che sia custodito dai nemici della strada, sia sorretto se per la stanchezza viene meno e finalmente sia governato sul suo modo di viaggiare se è persona imprudente o inesperta.
Questo pellegrino che ha bisogno di essere custodito, sorretto e governato siamo noi e a tutto questo pensa il nostro angelo custode.
Il suo ufficio è quello di: custodirci, sorreggerci, governarci.

(Abate Zaverio Peyron)



"Deposizione dalla Croce"
  ( realizzato tra il 1432 ed il 1434)
  Beato Angelico.
Museo Nazionale di San Marco, Firenze, Italy


Beato Angelico dipinse questa pala d'altare su un singolo pannello per la Cappella Strozzi, nella Chiesa di Santa Trinita di Firenze.
Al centro è raffigurato Cristo sorretto da alcune persone.
Maria Maddalena tiene teneramente i piedi di Cristo e rappresenta il pentimento umano.
La figura con il cappello rosso a destra tiene i chiodi presi dalla croce e la corona di spine che sono il simbolo della passione e del sacrificio.
Maria, con il vestito scuro, congiunge le mani in un gesto tradizionale di dolore, ripetuto dalla donna che sta alla sua sinistra. Nelle finestre di destra e di sinistra angeli con le ali osservano tutta la scena.


 Gli angeli, a partire dal V secolo, vengono raffigurati con le ali per rendere l'idea della loro velocità e della loro natura aerea. Benchè asessuati, hanno un aspetto tendenzialmente femminile; sono adolescenti o addirittura fanciulle e generalmente portano vesti ampie e sciolte. Nella pittura rinascimentale hanno quasi sempre l'aureola. I tipici angeli dell'età barocca sono bambini alati, non dissimili dagli amorini dei contemporanei soggetti profani. Tra gli angeli preferiti dagli artisti ci sono i tre arcangeli principali. Per le religioni del Libro, S. Michele è l'arcangelo per eccellenza. Viene raffigurato mentre combatte e prevale sul drago, simbolo del male (Satana). Gabriele divide con lui la funzione di guardiano delle chiese, impedendone l'ingresso al demonio, ma il suo compito principale è di annunziatore del verbo, simboleggiato da una lanterna illuminata e da uno specchio su cui sono scritti gli ordini divini, dal bastone del messaggero, dallo scettro o dal giglio, emblemi di regalità e purezza che egli offre alla Vergine. Raffaele viene raffigurato spesso vestito da pellegrino con il bastone da viaggio, la borraccia e il tascapane, ma anche con il vaso della medicina, emblema medico.

Andrea del Sarto, ANNUNCIAZIONE - 1528 -  Palazzo Pitti (Firenze)

Buona giornata a tutti :-)




 

venerdì 15 luglio 2022

L'angelo e il bambino - Leggenda scandinava

Ogni volta che un bambino viene chiamato dal Signore, un angelo scende dal cielo per condurlo in Paradiso. Ma prima di volare fin lassù, l'angelo concede al piccolo di visitare, per l'ultima volta, i luoghi più incantevoli della terra per raccogliere i fiori più belli e portarli fino in cielo.

Anche quella sera, nella fresca brezza vespertina, un angelo portava fra le braccia un bambino. Volavano leggeri sulla terra in fiore e si fermarono in un parco lussureggiante. Raccolsero viole, margherite, nontiscordardimé e ciclamini, e anche piccoli boccioli di rosa in un roseto appena reciso.

Il bambino batté le mani dalla contentezza, pensando che ormai sarebbero saliti verso il cielo. Ma non era ancora il momento. Volarono in su e in giù per molte strade e molti viottoli bui. Ormai era scesa la notte. La città dormiva. In un vicolo sporco e maleodorante l'angelo si fermò e indicò al piccolo di rovistare in un mucchio di immondizie.

«Lì troverai il fiore più bello!» esclamò l'angelo raggiante.

Il bambino, incredulo, si avvicinò a quella montagna di rifiuti. Tra vecchi cenci, cibi avanzati e altri resti, c'erano anche i cocci di un vaso di terracotta. Accanto ad esso, vide un giglio dei campi rinsecchito, ancora attaccato alla sua radice. Il bim­betto rimase alquanto deluso: «Vuoi portare al buon Dio questo fiore appassito?».

L'angelo si chinò, raccolse la pianticella e con voce tremula di commozione narrò la storia di quel giglio: «In quel vicolo laggiù, in una misera stanzetta, viveva un ragazzo malato. La malattia aveva tolto ogni forza alle sue povere gambe e non poteva quasi più alzarsi dal letto. Non poteva uscire, né saltare, né correre con gli altri bambini. Costretto a letto notte e giorno, quando si sentiva un po' meglio, faceva qualche passo per la stanza con le stampelle. Durante la bella stagione lo portavano davanti alla porta di casa per respirare un po' d'aria fresca. E il ragazzo era veramente felice: per lui era come assaporare una fetta del vasto mondo!».

«Il fiore era suo?» domandò il fanciullo, vinto da quella curiosità che non abbandona mai l'anima dei bambini.

«Un giorno» continuò l'angelo «una vecchia fioraia regalò al pallido ragazzo seduto sull'uscio di casa un paio di gigli. Uno di essi aveva ancora la radice. Il fiore venne messo in un vaso di coccio e diventò la prima compagnia del piccolo malato. Giorno e notte la pianticella stava vicino al suo letto, affinché egli potesse vederla crescere e prosperare. Grande fu la sua gioia quando, dopo un po' di tempo, apparve un bocciolo, che in breve si aperse in tutto il suo radioso splendore. La pianticella sembrava voler ringraziare il ragazzo per le cure e l'amore che le prodigava, e ad ogni primavera rifioriva più bella. La vita di quel fiore riempiva le molte ore che il ragazzo doveva trascorrere immobile, e di notte rallegrava i suoi sogni. Il dolore era meno intenso da quando poteva godere di quella preziosa compagnia. Perché il dolore è più acuto, quando chi soffre resta dimenticato e solo. Quando fu prossimo alla morte, il suo ultimo sguardo fu per quel giglio che lo aveva reso felice».

Il piccolo ascoltò la storia palpitando di tenerezza, ma non riusciva a spiegarsi come mai l'angelo la conoscesse in tutti i particolari.

«Come potrei non riconoscere il mio fiore?» rispose l'angelo. «È la mia storia quella che ti ho raccontato. Quando vivevo sulla terra, ero il ragazzo malato che teneva la pianticella accanto al letto».

Il bambino prese quel giglio appassito e lo mise nel mazzo insieme agli altri fiori. Quando furono in Paradiso, deposero ai piedi del Signore ciò che avevano raccolto e, tra le dita di Dio, quel giglio bagnato dalle lacrime della sofferenza rifiorì in tutta la sua bellezza.

- Leggenda scandinava -

da: "Leggende Cristiane. Storie straordinarie di santi, martiri, eremiti e pellegrini", a cura di Roberta Bellinzaghi, © 2004 - Edizioni Piemme S.p.A. 

Guercino - Angelo Custode (1641) - Museo del Palazzo Malatestiano di Fiano (Italy)

Buona giornata a tutti :-)











sabato 2 ottobre 2021

Come Padre Pio pregava l'Angelo custode

Un italo-americano residente in California, incaricava spesso il suo Angelo Custode di riferire a Padre Pio ciò che riteneva utile fargli sapere. Un giorno, dopo la confessione, chiese al Padre se sentiva veramente quello che gli diceva tramite l'angelo. "E che" - rispose Padre Pio - "mi credi sordo?" E Padre Pio gli ripeté quello che pochi giorni prima gli aveva fatto sapere tramite il suo Angelo.

Padre Lino raccontava. Stavo pregando il mio Angelo Custode perché intervenisse presso Padre Pio a favore di una signora che stava molto male, ma mi sembrava che le cose non mutassero affatto. Padre Pio, ho pregato il mio Angelo Custode perché le raccomandasse quella signora - gli dissi appena lo vidi - è possibile che non l'abbia fatto? - "E cosa credi, che sia disobbediente come me e come te?

Padre Eusebio raccontava. Stavo andando a Londra in aereo, contro il
consiglio di Padre Pio che non voleva che usassi questo mezzo di trasporto. Mentre sorvolavamo il canale della Manica una violenta tempesta mise l'aereo in pericolo. Tra il terrore generale recitai l'atto di dolore e, non sapendo cosa altro fare, mandai a Padre Pio l'Angelo Custode. Tornato a San Giovanni Rotondo andai dal Padre. "Guagliò "- mi disse - "Come stai? È andato tutto bene?" - "Padre ci stavo rimettendo la pelle" - "E allora perché non obbedisci? - "Ma le ho mandato l'Angelo Custode..." - "E meno male che è arrivato in tempo!"

Un avvocato di Fano stava tornando a casa da Bologna. Era al volante della sua 1100 nella quale si trovavano anche sua moglie e i suoi due figli. Ad un certo punto, sentendosi stanco, avrebbe voluto chiedere di essere sostituito alla guida, ma il figlio maggiore, Guido, stava dormendo. Dopo qualche chilometro, nei pressi di San Lazzaro, si addormentò anche lui. Quando si svegliò si accorse di trovarsi ad un paio di chilometri da Imola. Fuori da sé dallo spavento urlò: "chi ha guidato la macchina? È successo niente?"... - No - gli risposero in coro. Il figlio maggiore, che era al suo fianco si svegliò e disse di aver dormito saporitamente. La moglie e il figlio minore, increduli e meravigliati, dissero di aver constatato un modo di guidare diverso dal solito: a volte l'auto era per finire contro altri veicoli ma all'ultimo momento, li evitava con delle manovre perfette. Anche la maniera di prendere le curve era diversa. "Soprattutto" diceva la moglie "ci ha colpito il fatto che tu sei rimasto immobile per molto tempo e non hai più risposto alle nostre domande..."; "Io - la interruppe il marito - non potevo rispondere perché dormivo. Io ho dormito per quindici chilometri. Non ho veduto e non ho sentito niente perché dormivo... . Ma chi ha guidato l'auto? Chi ha impedito la catastrofe?... Dopo un paio di mesi l'avvocato si recò a San Giovanni Rotondo. Padre Pio, appena lo vide, mettendogli una mano sulla spalla, gli disse: "Tu dormivi e l'Angelo Custode ti guidava la macchina". Il mistero fu svelato.

Una figlia spirituale di Padre Pio percorreva una strada di campagna che l'avrebbe portata al Convento dei cappuccini dove ad attenderla c'era lo stesso Padre Pio. Era una di quelle giornate invernali, imbiancate dalla neve dove i grossi fiocchi che venivano giù, rendevano ancora più difficile il cammino. Lungo la strada, totalmente innevata, la signora ebbe la certezza che non sarebbe arrivata in tempo all'appuntamento col frate. Piena di fede, incaricò il suo Angelo Custode di avvisare Padre Pio che a causa del maltempo sarebbe arrivata al convento con notevole ritardo. Giunta al convento poté constatare con enorme gioia che il frate l'attendeva dietro ad una finestra, da dove, sorridendo, la salutava.

A volte il Padre, in sagrestia, si fermava e salutava anche baciando qualche amico o figlio spirituale ed io, raccontava un uomo, guardando con santa invidia quel fortunato, dicevo tra me: "Beato lui!...Se fossi io al suo posto! Beato! Beato lui! 

Il 24 dicembre 1958 sono in ginocchio, ai suoi piedi, per la confessione. 
Al termine, lo guardo e, mentre il cuore batte per l'emozione, oso dirgli: "Padre, oggi è Natale, posso fare gli auguri dandovi un bacio? E lui, con una dolcezza che non si può descrivere con la penna ma soltanto immaginare, mi sorride e: "Sbrigati, figlio mio, non farmi perdere tempo!" 
Anche lui mi abbracciò. Lo baciai e come un uccello, giulivo, spiccai il volo verso l'uscita ripieno di delizie celesti. 
E che dire delle botte sulla testa? Ogni volta, prima di ripartire da San Giovanni Rotondo, desideravo un segno di particolare predilezione. 
Non solo la sua benedizione ma anche due colpetti sulla testa come due paterne carezze. Devo sottolineare che mai mi fece mancare ciò che, come un bambino, manifestavo di voler ricevere da lui. Una mattina, eravamo in molti nella sagrestia della chiesetta piccola e mentre padre Vincenzo a voce alta esortava, con la sua solita severità, dicendo: "non spingete...non stringete le mani del Padre...fatevi indietro!", io quasi sconfortato, tra me ripetevo: "Partirò, questa volta senza le botte sulla testa". 

Non volli rassegnarmi e pregai il mio Angelo Custode di fare il messaggero e di ripetere a Padre Pio testualmente: "Padre, io parto, desidero la benedizione e le due botte sulla testa, come sempre. 
Una per me e l'altra per mia moglie". "Fate largo, fate largo", ripeteva ancora padre Vincenzo mentre Padre Pio cominciava a camminare. Io ero in ansia. 
Lo guardavo con un senso di tristezza. Ed eccolo, mi si avvicina, mi sorride ed ancora una volta i due colpetti ed anche la mano mi fa baciare. - "Ne darei tante di botte a te, ma tante!". Così ebbe a dirmi la prima volta.

Una donna era seduta sul piazzale della chiesa dei cappuccini. La Chiesa era chiusa. Era tardi. La donna pregava col pensiero, e ripeteva col cuore: "Padre Pio, aiutami! Angelo mio, va a dire al Padre che mi venga in aiuto, altrimenti mia sorella muore!". Dalla finestra di sopra, sentì la voce del Padre: "Chi mi chiama a quest'ora? Che cosa c'é? La donna disse della malattia della sorella, Padre Pio si recò in bilocazione e guarì la malata.

Un tizio disse a Padre Pio: - Io non posso venire sempre da voi. Il mio stipendio non mi permette spese per viaggi così lunghi - Padre Pio rispose: "E chi ti ha detto di venire qui? Non hai il tuo Angelo Custode? Gli dici cosa vuoi, lo mandi qua, ed avrai subito la risposta".

Quando Padre Pio era un giovane sacerdote scriveva al suo confessore dicendo: "la notte ancora al chiudersi degli occhi, vedo abbassarsi il velo ed aprirmisi dinanzi il Paradiso. E allietato da questa visione, dormo con un sorriso di dolce beatitudine sulle labbra e con una perfetta calma sulla fronte aspettando che il piccolo compagno della mia infanzia venga a svegliarmi e così sciogliere insieme le lodi mattutine al diletto dei nostri cuori".

Padre Alessio un giorno si avvicinò a Padre Pio con delle lettere in mano per chiedergli delle cose e il Padre gli disse brusco: "Uagliò, non vedi che ho da fare? Lasciami in pace". Rimase male. Si ritirò in disparte mortificato. 

Padre Pio se ne accorse e dopo un pò lo chiamo e gli disse: "Non hai visto tutti quegli Angeli che erano qui intorno? Erano Angeli Custodi dei miei figli spirituali che venivano a portarmi i loro messaggi. Dovevo dare loro le risposte da riferire".

Un dottore chiese a Padre Pio: "Tanti Angeli sono sempre vicino a lei. Non le danno fastidio?" - "No" rispose il Padre con semplicità - "sono così obbedienti".

Ad una persona disse: "Per la tua mamma pregheremo, perché l'Angelo Custode le faccia compagnia".

Si direbbe - diceva uno dei figli spirituali del Padre - che Padre Pio ascolti sempre quelli che lo chiamano. Una sera, molti parlavano del Padre appena arrivati a San Giovanni Rotondo. Ingenuamente ricapitolavano le grazie che volevano chiedergli e incaricavano i loro Angeli Custodi di fargliele presenti al più presto. L'indomani, dopo la Messa, Padre Pio li rimproverò giustamente: "Birichini! Neanche la notte mi lasciate tranquillo!", il sorriso smentiva le parole. Essi si seppero esauditi.

Ma voi, Padre, sentite quello che l'Angelo vi dice? Chiese una persona. E Padre Pio: "E cosa credi, che Egli sia disubbidiente come te? Mandami l'Angelo Custode".

"È inutile che mi scrivi, perché non posso rispondere. Mandami l'Angelo, sempre. Penserò a tutto."

"L'Angelo mi ha riferito delle frasi che mi hanno fatto comprendere la tua sfiducia."

"Invoca il tuo Angelo Custode, che ti illuminerà e ti guiderà. Il Signore te lo ha messo vicino appunto per questo. Perciò serviti di lui."

"E se la missione del nostro Angelo Custode è grande, quella del mio è di certo più grande, dovendomi fare anche da maestro nella spiegazione di altre lingue."

"Manda l'Angelo Custode che non paga il treno e non consuma le scarpe."

"Per le persone sole c'é l'Angelo Custode..."

Un giorno, mentre Padre Pio era seduto nella veranda vicina alla sua stanza, padre Alessio Parente, approfittando della solitudine, gli chiese dei consigli su come rispondere ad una lettera che aveva ricevuto. 

Il padre però, senza mezzi termini, lo implorò di essere lasciato in pace: 

“…non vedi che sono sempre occupato?”. Padre Alessio perplesso farfugliò tra sé :”ma che sta facendo, muove la corona del rosario e dice che è occupato!”. Però appena fatta questa mormorazione mentale, Padre Pio intervenne bruscamente: “Non hai visto tutti questi Angeli custodi dei miei figli spirituali che vanno e vengono e non mi hanno lasciato in pace un momento?”. Poi però non esitò a dargli la risposta da allegare a quella lettera.

L’Angelo Custode aiutava Padre pio nella lotta contro Satana. 

Nelle sue lettere troviamo questo episodio di cui padre Pio scrive: «Coll'aiuto del buon angiolino si è trionfato questa volta sul perfido disegno di quel cosaccio; la vostra lettera è stata letta. 
L'angiolino mi aveva suggerito che all’arrivo di una vostra lettera l’avessi aspersa coll’acqua benedetta prima d’aprirla. Cosí feci coll'ultima vostra. Ma chi può dire 1a rabbia provata da barbablù! Egli vorrebbe finirmi ad ogni costo. Sta mettendo su tutte le sue diaboliche arti. Ma rimarrà schiacciato. L’angiolino me lo assicura, ed il paradiso è con noi. 

L’altra notte mi si è presentato sotto le sembianze di un nostro padre, trasmettendomi un severissimo ordine del padre provinciale di non scrivervi più, perché contrario alla povertà e di grave impedimento alla perfezione. Confesso la mia debolezza, babbo mio, piansi amaramente credendo essere ciò stato una realtà. E non avrei potuto mai sospettare, anche debolmente essere questo invece un tranello di barbablù, se l’angiolino non mi avesse svelato l'inganno. E solo Gesù sa che ci volle per persuadermi. Il compagno della mia infanzia cerca di smorzare i dolori che mi affliggono quegl'impuri apostati, col cullarmi lo spirito in un sogno di speranza» (Ep. 1, p. 321).

L’Angelo Custode spiegava a padre Pio la lingua francese che Padre Pio non aveva studiato: «Levami, se è possibile, una curiosità. Chi ti ha insegnato il francese? Come mai, mentre prima non ti piaceva, ora ti piace» (Padre Agostino nella lettera del 20-04-1912).

L’Angelo Custode traduceva a Padre Pio anche il greco a lui sconosciuto. « Cosa dirà il tuo angelo di questa lettera? Se Dio vuole, il tuo angelo potrebbe fartela comprendere; se no scrivimi». In calce alla lettera, il parroco di Pietrelcina scrisse questo attestato:

«Pietrelcina, 25 agosto 1919.
Attesto io qui sottoscritto sotto la santità del giuramento, che Padre Pio, dopo ricevuta la presente, me ne spiegò letteralmente il contenuto. Interrogato da me come avesse potuto leggerla e spiegarla, non conoscendo neppure l’alfabeto greco, mi rispose: "Lo sapete! L'angelo custode mi ha spiegato tutto."

Dalle lettere di Padre Pio si conosce che il suo Angelo Custode lo svegliava ogni mattina per sciogliere insieme le lodi mattutine al Signore:
«La notte ancora al chiudersi degli occhi vedo abbassarsi il velo ed aprirmisi il paradiso; ed allietato da questa visione dormo in un sorriso di dolce beatitudine sulle labbra e con una perfetta calma sulla fronte, aspettando che il mio piccolo compagno della mia infanzia venga a svegliarmi e cosí sciogliere insieme le lodi mattutine al diletto dei nostri cuori» (Ep. 1, p. 308).

Sempre nelle lettere di Padre Pio ci si imbatte in un episodio in cui il Santo si lamenta con il suo Angelo Custode: «Ne mossi lagnanza all’angiolino, e questi dopo avermi fatta una bella predichina, soggiunse: "Ringrazia Gesú che ti tratta da eletto a seguire lui da vicino per l'erta del Calvario; io vedo, anima affidata alla mia cura da Gesú, con gioia e commozione del mio interno questa condotta di Gesú verso di te. Credi tu forse che sarei così contento, se non ti vedessi così abbattuto? Io che nella carità santa molto desidero il tuo vantaggio, godo sempre più nel vederti in codesto stato. Gesì permette questi assalti al demonio, perché la sua pietà ti rende a sé caro e vuole che tu lo rassomigli nelle angosce del deserto, dell'orto e della croce.
Tu difenditi, allontana sempre e disprezza le maligne insinuazioni e dove le tue forze non potranno arrivare non ti affliggere, diletto del mio cuore, io sono vicino a te"» (Ep. 1, p. 330-331).

Sempre dal suo epistolario si evince che Padre Pio affida all'angelo custode il compito di andare a consolare le anime afflitte: «Lo sa il buon angelo mio custode, a cui tante volte gli ho andato il delicato ufficio di venirvi a consolare» (Ep.1, p. 394). «Inoltre offrite a gloria di sua divina maestà il riposo che state per prendere e non dimenticate mai l'angelo custode che sempre è con voi, non lasciandovi mai, per qualsiasi torto possiate voi fargli. O ineffabile bontà di questo nostro buono angelo! Quante volte ahimé! l'ho fatto piangere per non aver voluto assecondare i suoi voleri che erano pur quelli di Dio! Ci liberi questo nostro fedelissimo amico da ulteriori infedeltà» (Ep.II, p. 277).




Preghiera per gli Angeli custodi

Possano gli angeli custodirmi fino dal mattino
Possano loro guidarmi attraverso la notte,
Possano loro consolarmi dalle afflizioni,
Possano loro aiutarmi a vincere la fatica.

Possano custodirmi ora nella loro anima
Possano loro mantenermi migliore
Possano loro vegliare il mio sonno,
Possano loro guardarmi attraverso il giorno.

Possano loro manifestarsi dandomi nuova fiducia,
Possano loro togliermi ogni dubbio,
Possano loro darmi la pace togliermi ogni paura,
Possano loro sentire ogni mia richiesta.

Possano gli angeli custodirmi sempre,
Se le mie preghiere non saranno sentite
e se l'angelo non si accorgesse di me
Che possa Dio essere sempre lì presente.




Buona giornata a tutti. :-)

Voglia di preghiera:  leggoerifletto

Sono presente anche su YouTube, il nome del canale: LeggoeRifletto










venerdì 2 ottobre 2020

Festa dell'Angelo Custode

Il 2 ottobre di ogni anno si celebra la festa dell’angelo custode. 
Fu papa Clemente X che nel XVIII secolo stabilì, per la Chiesa universale, la festa in onore dell’angelo custode. 
Nello stesso giorno, dal 2005, ricade un’altra importantissima festa: quella in onore dei nonni. Si è scelto questo giorno, per evidenziare l’importanza sociale svolta da questa figura; i nonni sono infatti considerati angeli custodi “terreni”, essi sono i custodi dell’infanzia di ogni bambino.

I nostri amati angeli sono felici di aiutarci, seguirci, consigliarci e proteggerci. Essi sono fedeli, prudenti, potenti e saggi. 
Dovremmo iniziare ogni nuovo giorno chiedendo al nostro angelo forza, consigli e saggezza spirituale. 
Ogni sera poi, dovremmo ringraziarlo per tutto l’aiuto che ci ha fornito.

Dovremmo tutti avere rispetto del nostro angelo custode; dovremmo provare gratitudine per l’amore incondizionato con cui ci avvolge, dovremmo amarlo e onorarlo per la devozione con cui ci assiste. Il suo desiderio più ardente è quello di non essere relegato in un angolo del nostro cuore ma di entrare a far parte della nostra vita.


I santi concordano che i nostri angeli custodi ci accompagnano anche durante la permanenza nel Purgatorio, per consolarci, come afferma sant’Agostino (Sermo 46).

Santa Francesca Romana diceva:

«Quando un uomo muore, il suo angelo custode conduce la sua anima nel Purgatorio e si pone alla sua destra. L’angelo presenta a Dio le preghiere che si fanno per lui e intercede per l’abbreviazione delle sue sofferenze». 


Santa Maria Maddalena dé Pazzi, collocata in spirito in un luogo del Purgatorio, vide vicino ad ognuna delle anime i loro angeli custodi che la consolavano.

Lo stesso vide Santa Margherita Maria de Alacoque e altri santi.

Spesso il nostro angelo ci ispira a pregare per i nostri familiari defunti o per le anime del Purgatorio in generale, perché è una grande opera di carità. 
Santa Veronica Giuliani scrive nel suo diario: «Un mattino il mio angelo custode mi chiese di offrire le mie opere buone in unione con i meriti della Passione di Gesù e della Santissima Vergine per un’anima del Purgatorio… In seguito la vidi libera da tutte le sue pene, tutta bella e gloriosa».

Il servo di Dio Pedro de Basco (+ 1645), dice che una notte si dimenticò di pregare per le anime del Purgatorio; il suo angelo custode lo svegliò e gli disse: «Figlio mio, le anime del Purgatorio aspettano il tuo aiuto e la tua compassione». Per questo non deve meravigliare che nei momenti decisivi dell’agonia, il nostro angelo raddoppi i suoi sforzi per preparare chi gli è stato affidato o l’agonia di altre anime.

Santa Faustina Kowalska, nel suo Diario, parla molto di come il suo angelo le ispirasse di pregare per gli agonizzanti la Coroncina della Misericordia, che Gesù le aveva insegnato per salvarli. Dice: «In modo misterioso il Signore mi fa conoscere che un’anima agonizzante ha bisogno delle mia preghiere, ma spesso è il mio angelo custode che me lo dice» (II 215)




Gli angeli hanno cura della nostra salvezza 
e la procurano con diligenza,
ma senza ansia, apprensione e fretta;
la cura e la diligenza sono espressione della loro carità,
mentre l'ansia, l'apprensione e la fretta
sarebbero contrarie al loro stato di beatitudine;
poichè la cura e la diligenza possono essere compagne della serenità e della pace dello spirito;
non così l'ansia, la preoccupazione, e ancor di meno,
l'angustia precipitosa.

- San Francesco di Sales -
Filotea, III, X




Santo  Angelo, Tu mi proteggi fin dalla nascita.
A te affido il mio cuore: dallo al mio Salvatore Gesù,
poiché appartiene a Lui solo.

Tu sei anche il mio consolatore nella morte!
Fortifica la mia fede e la mia speranza,
accendi il mio cuore d'amore divino!
Fa che la mia vita passata non mi affligga,
che la mia vita presente non mi turbi,
che la mia vita futura non mi spaventi.
Fortifica la mia anima nelle angosce della morte;
insegnami ad essere paziente, conservami nella pace!

Ottienimi la grazia di gustare come ultimo cibo il Pane degli angeli!
Fa che le mie ultime parole siano: Gesù, Maria e Giuseppe;
che il mio ultimo respiro sia un respiro d'amore
e che la tua presenza sia il mio ultimo conforto.
Amen.

- San Francesco di Sales -


 Buona giornata a tutti. :-)