La comunione dei santi...Chi tra di noi è sicuro di
appartenervi? E se ha questa fortuna quale parte ha in essa? Chi sono i ricchi
e i poveri di questa comunità sorprendente? Chi sono quelli che danno e chi
sono quelli che ricevono? Quante sorprese!
Oh certo, niente pare meglio regolato, più strettamente
ordinato, gerarchizzato, equilibrato della vita esterna della Chiesa. Ma la sua
vita interiore trabocca di prodigiose libertà, vorrei quasi dire di divine
stravaganze dello spirito, dello spirito che soffia dove vuole.
Quando si pensa alla severa disciplina che mantiene
quasi implacabilmente al posto stabilito ogni membro di questo grande corpo
ecclesiastico, dal più modesto vicario fino al Santo Padre coi suoi privilegi,
coi suoi titoli, direi quasi col suo vocabolario particolare, non sono forse
delle stravaganze quelle promozioni improvvise, talvolta troppo improvvise, di
oscure religiose, di semplici laici o anche di mendicanti divenuti bruscamente
patroni, protettori, dottori della Chiesa universale?
Oh, non si tratta di opporre la Chiesa visibile alla
Chiesa invisibile.
La Chiesa visibile non è soltanto la gerarchia
ecclesiastica: siete voi, sono io, perciò non sempre è gradita, anzi qualche
volta è stata anche molto sgradita, come nel secolo XV, al tempo del Concilio
di Basilea...
In questi casi siamo naturalmente tentati di rammaricarci che non
sia la Chiesa invisibile, ci si rammarica che un cardinale sia riconoscibile da
lontano per la sua bella cappa scarlatta, mentre un santo, durante la vita, non
si distingue per nessun abito particolare...
Lo so: questa che sembra una battuta, per molte anime
invece è un pensiero torturante.
Ma non è giusto ragionare come se la Chiesa visibile e
la Chiesa invisibile fossero due chiese, la Chiesa visibile è quello che noi
possiamo vedere della Chiesa invisibile e questa parte visibile della Chiesa
invisibile varia con ognuno di noi. Perché noi conosciamo tanto meglio l'umano
che c'è in lei quanto meno siamo degni di conoscere il divino che c'è in lei.
Diversamente, come spieghereste una bizzarria come questa: che i più
qualificati a scandalizzarsi dei difetti, delle deformazioni, delle difformità
della Chiesa visibile, voglio dire i Santi, siano proprio quelli che non se ne
lamentano mai?
La Chiesa visibile è ciò che ognuno di noi può vedere
della Chiesa invisibile, secondo i propri meriti e la grazia di Dio. E' troppo
bello dire vorrei vedere ben altro , non quello che vedo. Certo, se
il mondo fosse il capolavoro di un architetto scrupoloso della simmetria o di
un professore di logica, di un Dio deista insomma, la Chiesa allora ci darebbe
lo spettacolo della perfezione, dell'ordine. In essa la Santità sarebbe il
primo privilegio del comando e ogni grado della gerarchia corrisponderebbe a un
grado superiore di santità, fino al più santo di tutti, il nostro Santo Padre.
Ma dai! Vorreste una chiesa così? E vi sentireste a
vostro agio?
Non fatemi ridere! Invece che sentirvi a vostro agio
rimarreste sulla soglia di questa congregazione di superuomini, rigirando il
vostro berretto tra le mani come uno straccione alla porta del Ritz o del
Claridge.
La Chiesa è una casa di famiglia, una casa paterna, e
nelle case di famiglia c'è sempre un po' di disordine, le sedie mancano d'un
piede, i tavoli sono macchiati d'inchiostro e i barattoli di marmellata si
vuotano da soli nelle dispense, queste cose le so, ne ho esperienza...
La casa di Dio è una casa di uomini, non di
superuomini.
I cristiani non sono dei superuomini. E neanche i santi
sono dei superuomini. Anzi meno che mai i santi, che sono i più umani tra gli
umani!
I santi non sono sublimi, non hanno bisogno del sublime, piuttosto il
sublime avrebbe bisogno di loro!
I santi non sono degli eroi alla maniera degli
eroi di Plutarco.
Un eroe ci dà l'illusione di essere al di là dell'umanità, il
santo non sta al di là dell'umanità: la assume, si sforza di realizzarla il
meglio possibile.
Capite la differenza? Il santo si sforza di accostarsi
quanto più vicino può al suo modello Gesù Cristo, cioè a colui che è stato
perfettamente uomo, con una semplicità perfetta fino al punto da sconcertare
gli eroi rassicurando gli altri, perché Cristo non è morto soltanto per gli
eroi, è morto anche per i vili.
Quando i suoi amici lo dimenticano i suoi nemici non lo
dimenticano. Voi sapete che i nazisti non cessarono mai di opporre alla
santissima agonia di Cristo nell'orto degli ulivi la morte gioiosa di tanti
giovani hitleriani. E' che Cristo vuole sì aprire ai suoi martiri la strada
gloriosa di un trapasso senza paura ma vuole anche precedere ognuno di noi
nelle tenebre dell'angoscia mortale. La mano ferma, impavida può all'ultimo
passo non appoggiarsi alla spalla di Cristo...Ma la mano che trema è sicura di
incontrare la sua.
Vorrei concludere con un pensiero che mi ha sempre
accompagnato in questa conversazione come il filo del tessitore che corre sotto
la trama.
Quelli che incontrano tanta difficoltà a capire la
nostra fede hanno un'idea troppo imperfetta della dignità eminente dell'uomo
nella creazione, non lo mettono al suo posto nella creazione, al posto a cui
Dio lo ha elevato per potervi discendere.
Noi siamo creati a immagine e somiglianza di Dio perché
siamo capaci di amare.
I santi hanno il genio dell'amore. E questo genio non è
come quello dell'artista, che appartiene a un piccolo numero di privilegiati.
Sarebbe più esatto dire che il santo è l'uomo che sa trovare in sé, sa far
sgorgare dalle profondità del suo essere, l'acqua di cui Cristo parlava alla
samaritana: chi ne berrà non avrà mai sete...
In ognuno di noi c'è la cisterna profonda aperta sotto
il cielo. Certo, la superficie è ancora ingombra di detriti, di rami spezzati,
di foglie putride da cui sale un odore di morte. Su questa superficie brilla
una specie di luce fredda e dura che è quella dell'intelligenza ragionatrice.
Ma al di sotto dello strato malsano, l'acqua è subito tanto limpida e tanto
pura. Ancora un po' più addentro e l'anima si ritrova nel suo elemento natale,
infinitamente più puro dell'acqua più pura: quella luce increata che avvolge
tutta quanta la creazione: in lui era la vita e la vita era la luce degli
uomini.
La fede che alcuni di voi si lamentano di non conoscere
è in voi, riempie la vostra vita interiore, è quella stessa vita interiore mediante
la quale ogni uomo, ricco o povero, ignorante o dotto, può entrare in contatto
col divino, cioè con l'amore universale, di cui tutta la creazione è
l'inesauribile zampillamento. Contro questa vita interiore cospira la nostra
inumana civiltà con la sua attività delirante, col suo furioso bisogno di
distrazione e con quell'abominevole dissipazione di energie spirituali
degradate attraverso cui si disperde la sostanza stessa dell'umanità.
All'inizio vi dicevo che lo scandalo della creazione
non sta nella sofferenza ma nella libertà. Avrei potuto dire benissimo:
nell'amore.
Se le parole avessero conservato il loro significato, direi che la
creazione è un dramma dell'amore. I moralisti considerano la santità come un
lusso.
Invece è una necessità. Finché la carità non si era troppo raffreddata
nel mondo, finché il mondo ha avuto la sua parte di santi, alcune verità si son
potute trascurare ma esse oggi riappaiono come la roccia durante la bassa
marea.
La santità, i santi alimentano quella vita interiore senza
cui l'umanità si degraderà fino a morire.
E' nella propria vita interiore che
l'uomo trova le risorse necessarie per sfuggire alla barbarie o a un pericolo
peggiore della barbarie: la schiavitù bestiale del formicaio totalitario.
Certo, si potrebbe credere che questa non è l'ora dei santi, che l'ora dei
santi è passata.
Ma io dico che l'ora dei santi viene sempre.
(Georges Bernanos)
Fonte: dal discorso alle Piccole Sorelle di
Charles De Foucauld, Algeria, 1947
La dignità di Dio. Anche nei suoi confronti, così come
succede tra noi, negandogli l'ossequio dovuto gli si fa ingiuria. Chiunque
occupi un rango elevato ha diritto a un particolare rispetto, tanto che
verrebbe considerato traditore del re quell'uomo che gli rifiutasse un atto di
riverenza. Ebbene, vi sono taluni che si comportano così di fronte a Dio
[negandogli l'adorazione].
«Hanno sostituito la gloria di Dio incorruttibile,
con immagini di uomini mortali» (Rm I, 23), il che spiace a lui, sommamente, avendo
proclamato per bocca di Isaia: «Io sono il Signore; questo è il mio nome: non
darò la mia gloria a nessun altro, né agli idoli l'onore che è dovuto a me» (Is
42, 8).
- S. Tommaso d'Aquino -
La prima cosa necessaria al cristiano è la
fede. Senza di essa nessuno di noi potrebbe, lealmente, dirsi cristiano.
- S. Tommaso d'Aquino -
"E il Figlio dell'uomo non fu crocefisso una volta
per tutte, il sangue dei martiri non fu versato una volta per tutte, le vite
dei Santi non vennero donate una volta per tutte. Ma il Figlio dell'uomo è
sempre crocefisso e vi saranno sempre Martiri e Santi. E se il sangue dei
martiri deve fluire sui gradini dobbiamo prima costruire i gradini; e se il
tempio deve essere abbattuto dobbiamo prima costruire il tempio".
- Thomas S. Eliot -
Preghiera per la sera
Accogli le parole
che dalla mia anima
e dal mio cuore
salgono a te,
o ineffabile, che
parli nel silenzio.
Ti supplico che io
non mi inganni
nella conoscenza
della nostra natura più vera;
chinati verso di me
e rendimi forte
ed io farò
risplendere questa grazia sui miei fratelli che sono figli tuoi.
La mia anima
appartiene allo Spirito Santo.
Per questo credo e
confesso la mia fede
da cui ricevo luce e vita.
Sei degno di lode,
o Padre.
Il tuo servo vuol
santificarsi con te,
secondo la
possibilità che tu gli hai dato.
A te la gloria, ora
e sempre e nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata a tutti :-)