Lunedì di Passione
«I nemici del Salvatore non s'accontentarono
di lanciar pietre contro di lui; oggi vogliono sottrargli la libertà, e mandano
soldati ad impadronirsi di lui. In questa circostanza Gesù non crede opportuno
fuggire; ma quale terribile parola pronuncia al loro indirizzo!
"Vado da
chi mi ha mandato; mi cercherete e non mi troverete, e dove io sono non potete
venire".
Dunque il peccatore che per tanto tempo ha abusato della grazia,
può, in punizione della sua ingratitudine e del suo disprezzo, non ritrovare
più il Salvatore, dal quale ha voluto distaccarsi.
Umiliato dalla mano di Dio,
Antioco pregò; ma non fu esaudito.
Dopo la morte e la risurrezione di Gesù,
mentre la Chiesa gettava le sue radici nel mondo; i Giudei crocifissori del
Cristo andavano a cercare il Messia in tutti gl'impostori che allora si
levavano nella Giudea causando le sommosse che portarono Gerusalemme alla
rovina.
Assediati d'ogni parte dalla spada dei Romani e dalle fiamme
dell'incendio che divorava il tempio e le case, essi gridavano verso il cielo,
supplicando il Dio dei loro padri a mandare, secondo la sua promessa, l'atteso
liberatore; e neppure immaginavano che questo liberatore s'era già mostrato ai
loro padri, anzi a molti di loro, che l'avevano ucciso, e che gli Apostoli
avevano già portato il suo nome agli ultimi confini della terra.
Attesero
ancora, fino al momento in cui la città deicida s'abbatté su quelli che non
furono passati dalla spada del vincitore; gli altri che sopravvissero furono
condotti a Roma per ornare il trionfo di Tito.
Se si fosse loro chiesto chi
aspettavano, certamente avrebbero risposto che aspettavano il Messia.
Vana
attesa: il momento era passato.
Temiamo che la minaccia del Salvatore non si
compia in molti di coloro che lasceranno ancora passare la Pasqua senza
convertirsi al Dio di misericordia; e preghiamo, intercediamo, affinché non
cadano in mano alla giustizia, che non riuscirebbe più a piegare un loro
tardivo ed assai imperfetto pentimento».
- dom Prosper Guéranger -
(da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 644-647)
- dom Prosper Guéranger -
(da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 644-647)
La Sacratissima Sindone
Torino «custodisce come prezioso tesoro la
“Santa Sindone”, che mostra a nostra commozione e conforto l'immagine del Corpo
esanime e del divino volto affranto di Gesù» (Pio XII, Radiomessaggio a
per il XIV Congresso nazionale di Torino, 13 settembre 1953).
In quel telo di
lino san Giuseppe d'Arimatea ravvolse il Corpo del Cristo al momento di
seppellirlo.
La luce soprannaturale che rifulse il mattino di Pasqua fissò
perennemente sul lino l’immagine del Corpo morto del Redentore con tutte e
singole le piaghe della Passione.
Già venerata a Gerusalemme, passò ad Edessa
nel secolo VI e infine a Costantinopoli nel secolo X.
Arrivata in Europa nel
secolo XIII, dopo la Quarta Crociata del 1204.
Venuta in possesso della Casa
Savoia nel 1453, fu custodita a Chambery fino al 1694 quando fu traslata nella
Cattedrale di Torino.
Nel 1506 Giulio II ne permetteva il culto pubblico,
approvandone la Messa e l'Ufficio proprii.
Leone X estendeva tale festa
all'intera Savoia (al di là dei monti) e Gregorio XIII al Piemonte (al di qua
dei monti).
La festa della Sacratissima Sindone si fa come devozione il Venerdì
della Seconda Settimana di Quaresima e come solennità propria il 4 maggio.
Nel
1983 Umberto II di Savoia cedeva il possesso della Reliquia alla Sede
Apostolica, affidandone però la custodia agli Arcivescovo pro tempore di
Torino.
Preghiera : O Dio, che ci lasciasti le
impronte della tua Passione nella Sindone in cui Giuseppe avvolse il tuo
sacratissimo Corpo deposto dalla croce, concedici, propizio, che per mezzo
della tua Morte e della tua Sepoltura, giungiamo alla gloria della
Resurrezione: Tu che sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre, in unità con lo
Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
O Gesù, mi fermo pensoso
ai piedi della croce:
anch’io l’ho costruita con i miei peccati!
La tua bontà, che non si difende
e si lascia crocifiggere,
è un mistero che mi supera
e mi commuove profondamente.
Signore, tu sei venuto nel mondo per me,
per cercarmi, per portarmi
l’abbraccio del Padre.
Tu sei il volto della bontà
e della misericordia:
per questo vuoi salvarmi!
Dentro di me ci sono le tenebre:
vieni con la tua limpida luce.
Dentro di me c’è tanto egoismo:
vieni con la tua sconfinata carità.
Dentro di me c’è rancore e malignità:
vieni con la tua mitezza e la tua umiltà.
Signore, il peccatore da salvare sono io:
il figlio prodigo che deve ritornare sono io!
Signore, concedimi il dono delle lacrime
per ritrovare la libertà e la vita,
la pace con te e la gioia in te,
Amen.
- Cardinale Angelo Comastri -
Fonte: “Davanti al crocefisso. Preghiere, invocazioni, litanie”a cura di L. Guglielmoni, F. Negri. Ed. Paoline
Buona giornata a tutti. :-)