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venerdì 1 marzo 2024

Dammi, Signore, un'ala di riserva - don Tonino Bello

 Voglio ringraziarti, Signore, per il dono della vita.

Ho letto da qualche parte che gli uomini sono angeli con un'ala soltanto:
possono volare solo rimanendo abbracciati.
A volte nei momenti di confidenza oso pensare, Signore,
che anche Tu abbia un'ala soltanto,
l'altra la tieni nascosta...
forse per farmi capire che Tu non vuoi volare senza me.
Per questo mi hai dato la vita, perché io fossi tuo compagno di volo.
Insegnami allora a librarmi con Te perché vivere non è trascinare la vita,
non è strapparla,
non è rosicchiarla:
vivere è abbandonarsi come un gabbiano all'ebbrezza del vento;
vivere è assaporare l'avventura della libertà,
vivere è stendere l'ala,
l'unica ala con la fiducia di chi sa di avere nel volo un partner grande come Te.
Ma non basta saper volare con Te, Signore:
Tu mi hai dato il compito di abbracciare anche il fratello, e aiutarlo a volare.
Ti chiedo perdono, perciò, per tutte le ali che non ho aiutato a distendersi:
non farmi più passare indifferente davanti al fratello che è rimasto con l'ala,
l'unica ala, inesorabilmente impigliata nella rete della miseria e della solitudine e si è ormai persuaso di non essere più degno di volare con Te:
soprattutto per questo fratello sfortunato dammi, o Signore, un'ala di riserva.

- don Tonino Bello -


Antonio Bello (Alessano, 18 marzo 1935 – Molfetta, 20 aprile 1993). vescovo cattolico italiano. Il 27 novembre 2007 la Congregazione per le Cause dei Santi ha avviato il processo di beatificazione.

Ma il pericolo esiste. E non è neppure dei più irrilevanti. Quello, cioè, di fare di Dio una specie di superlativo asso­luto di tutte le connotazioni positive che si riscontrano nel­le creature.

Un fiore è bello? Dio è bellissimo. Un uomo è buono? Dio è ottimo. Un maestro è saggio? Una madre ama appassionatamen­te il frutto del suo grembo? Dio supera e il maestro e la madre: egli è, per dirla con Dante, «la somma sapienza e primo amore».

Con questo procedimento rischioso, anche se gli facciamo occupare la prima posizione nelle graduatorie dei valori universali, non rendiamo a Dio un buon servizio. Perché tutto sommato, lo confiniamo all'interno del nostro mondo. Lo circoscriviamo nei nostri moduli. Mentre gli si offre, quasi per buona educazione, la piaz­za d'onore, in ultima analisi lo riduciamo ai nostri schemi. Lo si riconosce come testa di serie di tutte le classifiche della terrena bontà, ma poi gli si impedisce di sfondare il tetto e di entrare, per così dire, in un altro girone. E chi sa che, sotto questa assolutizzazione «controllata», non si na­sconda il desiderio, se non proprio di insidiargli il primo posto, almeno di imporgli un certo rispetto!

Sì, il pericolo esiste. Perché così riduciamo Dio a semplice fenomeno intramondano, perfetto quanto si vuole, ma spogliato di ciò che gli appartiene come tipicamente suo: la trascendenza.

Trascendenza è una parola un po' difficile, ma vuol significare che Dio è “totalmente altro”  dalle nostre povere, sia pur nobili, cose di quaggiù…

Viene in mente la battuta di quel missionario il quale mentre parlava ai negretti seduti sotto un albero della foresta, essendogli capitato di usare nel discorso la parola computer, si sentì chiedere da un bambino che cosa fosse i computer. E lui, imbarazzato, gli rispose mostrandogli la matita che aveva in mano: «Te lo spiego subito: vedi questa matita? Il computer è tutta un'altra cosa! ».

Appunto, Dio è tutta un'altra cosa.

Non possiamo rivestirlo sul modello dei nostri abiti, si pure di stoffa pregiata, dandogli magari la taglia più alta.

Non è comprimibile sotto l'arco del nostro cielo. Dobbiamo ripeterlo chiaro: «Sopra i cieli s'innalza la sua magnificenza».

Solo così saremo afferrati dalla imprevedibilità di Dio. Solo così capiremo le sue inedite trovate. Solo così ci se­durranno le sue sorprese, e ci accorgeremo che sono vera­mente inesauribili le risorse della sua novità.

Diversamente, correremo il rischio di proiettare in Dio le nostre mediocrità. La sua eccellenza la scambieremo per strapotere. Lo renderemo complice di ogni progetto mal ri­uscito. E perfino l'effetto speranza, su cui poggia tutto l'annuncio cristiano, si ridurrebbe alla semplice amplifica­zione delle nostre attese che, per quanto dilatate, finirebbe­ro col deluderci.

«Sopra i cieli s'innalza la tua magnificenza». Sopra i cieli. Non sotto. Un Dio che sta sotto i cieli, anche se tanto alto da toccarli con un dito, è un Dio lon­tanissimo: forse anche un po' responsabile delle nostre frustrazioni e dei nostri insuccessi. È un Dio rivale, in­somma, quasi un antagonista con cui misurarsi. E’  un primo della classe col quale fare i conti, rimediando ine­sorabilmente complessi di inferiorità e amarissime sensa­zioni di colpa.

Un Dio, invece, la cui magnificenza s'innalza sopra i cieli ci è molto più vicino. Perché scombina le nostre misu­re, ma senza indispettirci. Perché gioca con noi, ma senza divertirsi a nostre spese. Perché provoca desideri struggenti della patria lontana, ma senza crearci tristezze. Perché è sempre in agguato, ma senza irridere alla nostra libertà. Perché ci tende mille trappole di tenerezza, ma non si stan­ca dei nostri rifiuti. Perché ci tiene alle risposte d'amore, ma è sempre pronto a perdonare il nostro peccato.

Solo un Dio che sta sopra i cieli può diventarci coinqui­lino. Perché solo lui sa scavare negli abissi delle nostre no­stalgie, e ci fa capire che «egli ci ha fatti per lui, e che il nostro cuore è inquieto finché non riposa in lui».

«Sopra i cieli s'innalza la sua magnificenza».

Sotto i cieli s'incurva solo la nostra povertà. Ma s'incur­va a tal punto, da diventare il ricettacolo della sua miseri­cordia.


(fine)
  (don Tonino Bello)
Fonte: "Dire Dio oggi. Dallo stupore alla trascendenza"
Scrigni, collana diretta da don Ciccio Savino, Ed. Insieme, pagg. 13,14,15


Don Tonino Bello nasce ad Alessano (Lecce) il 18 marzo 1935, rimarrà sempre “don Tonino” anche quando sarà nominato vescovo di Molfetta, Ruvo, Giovinazzo e Terlizzi nel 1982. Comunione, evangelizzazione e scelta degli ultimi sono i perni su cui svilupperà la sua idea di Chiesa (la “Chiesa del Grembiule”). Parteciperà alle lotte per il lavoro insieme agli operai delle acciaierie di Giovinazzo,  si dichiarerà contrario all’installazione dei missili a Comiso e sarà insieme ai pacifisti nelle proteste. Ospiterà di sfrattati in episcopio (“Io non risolvo il problema degli sfrattati ospitando famiglie in vescovado. Non spetta a me farlo, spetta alle istituzioni: però io ho posto un segno di condivisione che alla gente deve indicare traiettorie nuove(…),insinuare qualche scrupolo come un sassolino nella scarpa”). Già ammalato di cancro partecipa alla marcia pacifica a Sarajevo, di cui fu ispiratore e guida: 500 persone, credenti e non partirono da Ancona il 7 Dicembre 1992. Erano persone di nazionalità diverse uniti dall’unico desiderio di sperimentare “un’altra ONU”, quella dei popoli, della base. Nel discorso pronunciato ai 500 nel cinema di Sarajevo dirà: ”Vedete, noi siamo qui , Probabilmente allineati su questa grande idea, quella della nonviolenza attiva (…).Noi qui siamo venuti a portare un germe: un giorno fiorirà(…).Gli eserciti di domani saranno questi: uomini disarmati”. Morirà il 20 aprile 1993.

Buona giornata a tutti :-)



domenica 31 dicembre 2023

Foglie di palma - Charles Bukowski

                                                            A mezzanotte in punto
1973-74
Los Angeles
ha cominciato a piovere sulle
foglie di palma fuori dalla mia finestra
i clacson e i fuochi d’artificio
sono partiti
e tuonava.
Ero andato a letto alle 21.00
spente le luci
tirate su le coperte –
la loro letizia, la loro felicità,
le loro urla, i loro cappelli di carta,
le loro automobili, le loro donne,
i loro ubriachi dilettanti…
la notte di Capodanno mi atterrisce
sempre
la vita non sa nulla degli anni.

Adesso i clacson si sono ammutoliti
e i fuochi d’artificio e i tuoni…
tutto è finito in cinque minuti…
odo soltanto la pioggia
sulle foglie di palma,
e penso:
non capirò mai gli uomini,
ma è andata
anche questa.

- Charles Bukowski - 



L' anno 

Gira attorno al sole il mondo,
va la terra attorno al sole:
l'anno è un lungo tempo tondo,
lo chiamiamo con parole.
Quando spuntan foglie e fiori
Primavera lo si dice;
quando i frutti son maturi
è l'Estate, e siam felici;
quando cadono le foglie
tutti Autunno lo chiamiamo,
finché il gelo non si scioglie
nell'Inverno ci troviamo.
Queste sono le stagioni
e tre mesi ha ciascheduna:
sono tutti mesi buoni
per giocare la fortuna.


- Roberto Piumini - 






Le tradizioni religiose, le tradizioni giuridiche, le tradizioni filosofiche, dicono tutte che ciascuno nasce con un debito a suo carico.
Un debito morale, penale, economico, che va saldato lavorando duramente, come sostiene anche la promessa fatta ad Adamo.
Un debito che alcune teologie prevedono estinguibile solo con un intervento esterno divino tramite la ritualità sacrificale. Ma si tratta di un equivoco.
La salvezza non cade dal cielo come una fortunata opzione per i condannati, ma nasce dall'interno. 
La salvezza non è un merito o un successo, ma soltanto la normale conseguenza della fedeltà a se stessi.
Ogni persona sa bene cosa si intende per fedeltà a se stessi.
Per salvarsi basta compiersi, diventare ciò che si è senza ingannarsi.

-  Alessandro Pucci -





«Cari fratelli e sorelle! L’anno che si chiude e quello che si annuncia all’ orizzonte sono posti entrambi sotto lo sguardo benedicente della Santissima Madre di Dio. Ci richiama la sua materna presenza anche l’artistica scultura lignea policroma posta qui, accanto all’altare, che la raffigura in trono con il Bambino benedicente. Celebriamo i Primi Vespri di questa solennità mariana, e numerosi sono in essi i riferimenti liturgici al mistero della divina maternità della Vergine...»

- papa Benedetto XVI - 
omelia per la celebrazione dei Vespri e del “Te Deum” di ringraziamento per la fine dell'anno - 31 dicembre 2008


Anno vecchio e anno nuovo

Tin-tin, l'orologio rintocca.
Tin-tin, quanti colpi ha suonato?
Tin-tin, qual è l'ora che scocca?
Tin-tin, qualcheduno ha bussato!
Anno vecchio, tin-tin, ti saluto!
Anno nuovo, tin-tin. benvenuto!



TE DEUM 

Noi ti lodiamo, Dio,
ti proclamiamo Signore.
O eterno Padre,
tutta la terra ti adora.
A te cantano gli angeli
e tutte le potenze dei cieli:
Santo, Santo, Santo
il Signore Dio dell’universo.
I cieli e la terra
sono pieni della tua gloria.
Ti acclama il coro degli apostoli
e la candida schiera dei martiri;
le voci dei profeti si uniscono nella lode;
la santa Chiesa proclama la tua gloria,
adora il tuo unico Figlio
e lo Spirito Santo Paraclito.
O Cristo, re della gloria,
eterno Figlio del Padre,
tu nascesti dalla Vergine Madre
per la salvezza dell’uomo.
Vincitore della morte,
hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre.
Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.
Soccorri i tuoi figli, Signore,
che hai redento col tuo Sangue prezioso.
Accoglici nella tua gloria
nell’assemblea dei santi.
Salva il tuo popolo, Signore,
guida e proteggi i tuoi figli.
Ogni giorno ti benediciamo,
lodiamo il tuo nome per sempre.
Degnati oggi, Signore,
di custodirci senza peccato.
Sia sempre con noi la tua misericordia:
in te abbiamo sperato.

Pietà di noi, Signore,
pietà di noi.
Tu sei la nostra speranza,
non saremo confusi in eterno.



«Il Signore ti dia un anno splendido di grazie, di luce e d’incontenibile amore per la vita. Ti dia la capacità di additare sempre traguardi lontani e ti abiliti a portare con gioia il cielo in una stanza». 

+ Don Tonino Bello 

Buon anno!  Oggi entriamo in una chiesa e preghiamo per la pace, per la fine delle guerre in corso. Forse non ce ne rendiamo conto, ma ci stiamo avviando a grandi passi  verso una terza guerra mondiale e verso un conflitto nucleare.  Preghiamo che il Signore ci benedica, ci custodisca e ci protegga.


Pace! Buon 2024
- Stefania -

mercoledì 18 ottobre 2023

Poesie sull' Autunno

 Autunno mansueto, io mi posseggo
e piego alle tue acque a bermi il cielo,
fuga soave d’alberi e d’abissi.

Aspra pena del nascere
mi trova a te congiunto;
e in te mi schianto e risano:

povera cosa caduta
che la terra raccoglie.

- Salvatore Quasimodo -

Ed è subito sera (Milano, Mondadori 2016) 


“Ottobre” 

Un tempo, era d’estate,
era a quel fuoco, a quegli ardori,
che si destava la mia fantasia.
Inclino adesso all’autunno
dal colore che inebria,
amo la stanca stagione
che ha già vendemmiato.

Niente più mi somiglia,
nulla più mi consola,
di quest’aria che odora
di mosto e di vino,
di questo vecchio sole ottobrino
che splende sulle vigne saccheggiate.

Sole d’autunno inatteso,
che splendi come in un di là,
con tenera perdizione
e vagabonda felicità,
tu ci trovi fiaccati,
vòlti al peggio e la morte nell’anima.

Ecco perché ci piaci,
vago sole superstite
che non sai dirci addio,
tornando ogni mattina
come un nuovo miracolo,
tanto più bello quanto più t’inoltri
e sei lì per spirare.

E di queste incredibili giornate
vai componendo la tua stagione
ch’è tutta una dolcissima agonia.

- Vincenzo Cardarelli - 


Autunno

Quando la terra
comincia a dormire
sotto una coperta
di foglie leggere,
quando gli uccelli
non cantano niente.
Quando di ombrelli
fiorisce la gente,
quando si sente
tossire qualcuno,
quando un bambino
diventa un alunno.
Ecco l’autunno!

- Roberto Piumini -


Buona giornata a tutti :-)








sabato 31 dicembre 2016

Foglie di palma - Charles Bukowski -

A mezzanotte in punto
1973-74
Los Angeles
ha cominciato a piovere sulle
foglie di palma fuori dalla mia finestra
i clacson e i fuochi d’artificio
sono partiti
e tuonava.
Ero andato a letto alle 21.00
spente le luci
tirate su le coperte –
la loro letizia, la loro felicità,
le loro urla, i loro cappelli di carta,
le loro automobili, le loro donne,
i loro ubriachi dilettanti…
la notte di Capodanno mi atterrisce
sempre
la vita non sa nulla degli anni.

Adesso i clacson si sono ammutoliti
e i fuochi d’artificio e i tuoni…
tutto è finito in cinque minuti…
odo soltanto la pioggia
sulle foglie di palma,
e penso:
non capirò mai gli uomini,
ma è andata
anche questa.

- Charles Bukowski - 



L' anno 

Gira attorno al sole il mondo,
va la terra attorno al sole:
l'anno è un lungo tempo tondo,
lo chiamiamo con parole.
Quando spuntan foglie e fiori
Primavera lo si dice;
quando i frutti son maturi
è l'Estate, e siam felici;
quando cadono le foglie
tutti Autunno lo chiamiamo,
finché il gelo non si scioglie
nell'Inverno ci troviamo.
Queste sono le stagioni
e tre mesi ha ciascheduna:
sono tutti mesi buoni
per giocare la fortuna.


- Roberto Piumini - 






Le tradizioni religiose, le tradizioni giuridiche, le tradizioni filosofiche, dicono tutte che ciascuno nasce con un debito a suo carico.
Un debito morale, penale, economico, che va saldato lavorando duramente, come sostiene anche la promessa fatta ad Adamo.
Un debito che alcune teologie prevedono estinguibile solo con un intervento esterno divino tramite la ritualità sacrificale. Ma si tratta di un equivoco.
La salvezza non cade dal cielo come una fortunata opzione per i condannati, ma nasce dall'interno. 
La salvezza non è un merito o un successo, ma soltanto la normale conseguenza della fedeltà a se stessi.
Ogni persona sa bene cosa si intende per fedeltà a se stessi.
Per salvarsi basta compiersi, diventare ciò che si è senza ingannarsi.


-  Alessandro Pucci -






«Cari fratelli e sorelle! L’anno che si chiude e quello che si annuncia all’ orizzonte sono posti entrambi sotto lo sguardo benedicente della Santissima Madre di Dio. Ci richiama la sua materna presenza anche l’artistica scultura lignea policroma posta qui, accanto all’altare, che la raffigura in trono con il Bambino benedicente. Celebriamo i Primi Vespri di questa solennità mariana, e numerosi sono in essi i riferimenti liturgici al mistero della divina maternità della Vergine...»


- papa Benedetto XVI - 
omelia per la celebrazione dei Vespri e del “Te Deum” di ringraziamento per la fine dell'anno - 31 dicembre 2008


Anno vecchio e anno nuovo

Tin-tin, l'orologio rintocca.
Tin-tin, quanti colpi ha suonato?
Tin-tin, qual è l'ora che scocca?
Tin-tin, qualcheduno ha bussato!
Anno vecchio, tin-tin, ti saluto!
Anno nuovo, tin-tin. benvenuto!





TE DEUM 

Noi ti lodiamo, Dio,
ti proclamiamo Signore.
O eterno Padre,
tutta la terra ti adora.
A te cantano gli angeli
e tutte le potenze dei cieli:
Santo, Santo, Santo
il Signore Dio dell’universo.
I cieli e la terra
sono pieni della tua gloria.
Ti acclama il coro degli apostoli
e la candida schiera dei martiri;
le voci dei profeti si uniscono nella lode;
la santa Chiesa proclama la tua gloria,
adora il tuo unico Figlio
e lo Spirito Santo Paraclito.
O Cristo, re della gloria,
eterno Figlio del Padre,
tu nascesti dalla Vergine Madre
per la salvezza dell’uomo.
Vincitore della morte,
hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre.
Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.
Soccorri i tuoi figli, Signore,
che hai redento col tuo Sangue prezioso.
Accoglici nella tua gloria
nell’assemblea dei santi.
Salva il tuo popolo, Signore,
guida e proteggi i tuoi figli.
Ogni giorno ti benediciamo,
lodiamo il tuo nome per sempre.
Degnati oggi, Signore,
di custodirci senza peccato.
Sia sempre con noi la tua misericordia:
in te abbiamo sperato.

Pietà di noi, Signore,
pietà di noi.
Tu sei la nostra speranza,
non saremo confusi in eterno.



«Il Signore ti dia un anno splendido di grazie, di luce e d’incontenibile amore per la vita. Ti dia la capacità di additare sempre traguardi lontani e ti abiliti a portare con gioia il cielo in una stanza». 

+ Don Tonino Bello 

Buon anno!  Sono le 5 del mattino, prima dello scoccare della mezzanotte entriamo in una chiesa e preghiamo per la pace e secondo le intenzioni del Santo Padre. 


Pace! Buon 2017
- Stefania -


lunedì 28 marzo 2011

Un figlio - Roberto Piumini -

Un figlio, signore e signori,
non è come un'ombra cicciona,
non è un mazzolino di fiori,
e neanche un'opera buona.
Un figlio, signori e signore,
non è un campionato sportivo,
non è un più veloce motore,
e neanche un rametto d'olivo.
Un figlio, mia cara famiglia,
è un corpo, una mente, una voce,
è un seme della meraviglia,
un mondo in un guscio di noce.
Un figlio, miei cari parenti,
vi fonda uno stato nel cuore.
Un figlio fa stringere i denti,
ma ha un delizioso sapore.

(Roberto Piumini)
http://www.robertopiumini.it/

Roberto Piumini (Edolo, 14 marzo 1947) scrittore italiano

Buona giornata a tutti :-)