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mercoledì 26 febbraio 2020

Senza tenerezza non si può vivere

[…] Dall’ “Io” e dal “tu”, occorre arrivare al “Noi”: la strada da percorrere per raggiungere un’unità salda, e rafforzare la reciprocità dei due coniugi, richiede un ascolto profondo. 
Attraverso di esso si può cogliere i sentimenti e i desideri dell’altro, fino ad accorgersi che, talvolta, possono coincidere anche con i propri. 
L’empatia è “camminare con le scarpe dell’altro”. 
Essa è scontata quando ci si innamora, ma poi, col tempo, si rischia di non sentirla più. 
A quel punto servirà mettersi in gioco, tornare a desiderarsi, accogliersi e amarsi. Ed anche imparare a regolare la distanza reciproca, come fanno i porcospini quando capiscono che per volersi bene devono avvicinarsi, per trasmettersi a vicenda il calore, ma non troppo per evitare di pungersi.[…]

Maria e Raimondo Scotto -
Senza tenerezza non si può vivere 



Col nuovo mattino
il mondo mi bacia
sulla tua bocca, donna.


- Juan Ramòn Jiménez -






"Ti sento nei miei sensi e sento che i miei sensi non sanno che obbedire alla tua chiamata."

- Gabriele D'Annunzio -





Ti amo di due amori: un amore di desiderio
e un amore perché tu sei degno di essere amato.

L'amore di desiderio è che nel ricordo di te
io mi distolga da chi è altro da te.

L'amore di cui tu sei degno
è che tu tolga i veli perché io ti veda.

Non lode a me né nell'uno né nell'altro,
ma lode a te in questo come in quell' amore!


- Rabi’a al-Adawiyya - 
Fonte: I detti di Rabi’a, Milano 1979, p. 33.




Buona giornata a tutti. :-)





sabato 30 luglio 2011

Due generi di amore – Rabi’a al-Adawiyya -

Ti amo di due amori: un amore di desiderio
e un amore perché tu sei degno di essere amato.

L'amore di desiderio è che nel ricordo di te
io mi distolga da chi è altro da te.

L'amore di cui tu sei degno
è che tu tolga i veli perché io ti veda.

Non lode a me né nell'uno né nell'altro,
ma lode a te in questo come in quell' amore!

(Rabi’a al-Adawiyya)
Fonte: I detti di Rabi’a, Milano 1979, p. 33.



"I Detti di Rabi'a",  tradotti per la prima volta in Occidente negli anni '70, sono uno dei grandi testi mistici dell'Islam. Rabi'a, nata in Iraq nel secolo VIII,  fu, secondo una tradizione, venduta schiava e resa poi alla libertà dal suo padrone, che un giorno la sorprese sprofondata nella preghiera e tutta avvolta di luce. Secondo altri, fu per qualche tempo suonatrice di flauti, quindi peccatrice pubblica. Dopo l'Illuminazione, visse in assoluta povertà chiedendo soltanto "un atomo di povertà di spirito", mentre irraggiava la sapienza delle sue brevi, spesso aspre paradossali, estreme sentenze, che si tramandarono poi nei secoli. Morì in grande vecchiaia, "ridotta come un piccolo otre consunto che sta per afflosciarsi".

Buona giornata a tutti. :-)