Visualizzazione post con etichetta Mazzi Antonio don. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Mazzi Antonio don. Mostra tutti i post

venerdì 6 dicembre 2024

Avevo fame...- don Antonio Mazzi e E' un vero pacifista chi... - Padre Karl Rahner

Avevo fame, e avete inventato le tavole rotonde.
Avevo sete, e avete prodotto 250 milioni di bottiglie di spumante.
Ero nudo, e avete moltiplicato le sfilate di moda.
Ero in carcere, e avete aumentato le volanti della polizia.
Ero malato, e avete aperto le cliniche private.
Ero tossico, e avete legalizzato le droghe.
Ero moribondo sull'asfalto, 
e avete tirato diritto per evitare ritardi.
Ero disoccupato, e avete elaborato le borse lavoro.
Ero un bambino, e mi avete tolto il certificato di residenza.
Ero vecchio, e avete tagliato le pensioni.
Cercavo casa, e avete aperto il mezzanino del metro.
Ero pazzo, e avete chiuso gli ospedali psichiatrici.
Volevo una comunità,

e mi avete fatto bussare ad una porta che si è aperta dopo nove mesi.
Ero orfano, cercavo un padre, una madre, e mi avete dato uno psicologo.
Mi sono impiccato e ho sentito la gente, sotto, brontolare perché avevo imbrattato il pavimento di sangue, bava ed escrementi.
Ora sono felice, tra le braccia di un Dio che mi ha amato non perché ero giusto ma perché peccatore.

(don Antonio Mazzi)

Barbone
Nicola Iuppariello (Barra-Napoli, 3 ottobre 1917-6 luglio 1997)


È un vero pacifista chi è capace di cambiare opinione, perché solo così si può sperare di poter riappacificare avversari che sostenevano pareri diversi.
È pacifista solo chi è capace di rimetterci, dando ragione al suo cosiddetto avversario e terminando una discussione diverso da come è entrato.
È pacifista chi riesce a lodare almeno una volta il sostenitore di opinioni e di decisioni contro le quali egli è convinto in coscienza del proprio dovere di resistenza e opposizione.
È pacifista chi tratta con pazienza e cortesia anche chi gli dà sui nervi.
Siamo pacifisti solo quando non disprezziamo gli atteggiamenti e gli sforzi degli altri con grossolani e declassanti giudizi facili da evitare; quando abbandoniamo il nostro modo di pensare fatto di luoghi comuni; quando cerchiamo di scoprire, dietro le parole, il concetto sul quale siamo forse dello stesso parere. Siamo pacifisti solo se confrontiamo noi stessi con gli ideali degli altri, secondo le possibilità reali; quando non difendiamo il nostro prestigio sociale e combattiamo in modo leale e corretto, anche se questa correttezza dovesse diminuire le possibilità della nostra vittoria.
Serviamo la pace solo se abbiamo davvero capito che possiamo assumerci delle responsabilità anche esitando o tacendo, se stimiamo i politici solo quando si dimostrano veri uomini in tutte le situazioni e non banali rappresentanti del nostro egoismo e quando sospettiamo dei politici che ci danno troppo ragione, confermando la nostra opinione.
Avremo la beatitudine promessa dal Vangelo agli operatori di pace, quando combatteremo per la libertà nostra e per quella degli altri, e impareremo, piano piano, a sentire nostra l'ingiustizia commessa non solo verso noi stessi, ma anche verso gli altri.
Ci sono anche piccole virtù quotidiane del pacifista.
È cortese verso chi gli è subordinato e non è servile davanti a quelli più potenti di lui.
Mette di fronte al suo errore chi ha mancato, ma sa tacere di fronte agli altri. Non si considera troppo importante ed insostituibile; sa che in tutti noi l'autodifesa tende a prendere il sopravvento sull'autocritica; sa anche di poter delegare la responsabilità e non crede sempre di fare tutto meglio degli altri.
Sa che a volte è meglio che l'altro faccia bene qualcosa che lui stesso avrebbe fatto meglio, perché la libertà dell'altro, che è veramente la cosa più importante, può svilupparsi solo quando gli si permette di fare bene ciò che sa fare.
Il pacifista non si fa costringere ad accettare alternative primitive; tenta di formulare gli argomenti del suo avversario nel modo migliore e più convincente di quanto lui stesso non sia riuscito a fare, perché il pacifista non cerca la misera vittoria su un avversario che ha già ridotto ad un fantoccio.
Cerca, invece, di superare i propri pregiudizi là dove riconosce che si tratta di parzialità emotiva, perché sa che siamo ancora fin troppo ottusi dove crediamo di essere aperti. Il pacifista cerca di convincersi sempre che l'altro non è sciocco o cattivo solo per il fatto che sostiene un'altra opinione; si rende conto, infatti, che le possibilità di essere sciocchi o cattivi, e quindi egoisti, sono regolarmente presenti in tutti gli uomini.

(Padre Karl Rahner)
Fonte: tratto da" La pace come impegno" di Karl Rahner, 1968


Karl Rahner (1904-1984) gesuita , fra  i protagonisti del rinnovamento della Chiesa che portò al Concilio Vaticano II. Come perito conciliare del cardinale Franz König il gesuita tedesco svolse, dietro le quinte, un ruolo cruciale nel Vaticano II, fino a essere definito dall’allora decano della Gregoriana, Juan Alfaro, “il massimo ispiratore del Concilio”. Di certo ha dominato il postconcilio come conferenziere di grido e scrittore dalla alluvionale produzione, pronto a intervenire disinvoltamente su tutti i problemi del momento: i suoi titoli sono oltre quattromila, le sue opere, tradotte e diffuse in tutto il mondo, continuano a esercitare una larga influenza sul mondo cattolico contemporaneo. Sembra giunta però l’ora di “uscire da Rahner”, come implicitamente auspicato da Benedetto XVI nell’ormai storico discorso alla Curia Romana del 22 dicembre 2005, sulle “ermeneutiche” del Concilio Vaticano II.

Buona giornata a tutti :-)

sabato 12 settembre 2020

Come rovinare tuo figlio in 10 mosse


1) Dare al bambino fin da piccolo tutto ciò che desidera. Così crescerà convinto che il mondo gli sia debitore di ciò che gli serve per soddisfare i suoi capricci.
2) Sorridere divertiti quando ripete le “parolacce” imparate. Così si convincerà di essere molto spiritoso e aumenterà la dose.
3) Non dargli alcuna educazione spirituale e religiosa, almeno finché non sia grande e possa quindi decidere da sé. Con la stessa logica, non si dovrebbe insegnargli l’italiano: da grande preferirà parlare bantù.
4) Lodarlo in presenza di amici e conoscenti, così si convincerà di essere il più intelligente dei suoi coetanei.
5) Evitare l’uso del termine “male”: potrebbe sviluppare nel bambino un senso di colpa. Così, da grande, quando sarà giustamente punito per le sue colpe, crederà che la società è contro di lui e che lo perseguita.
6) Raccogliere ciò che lascia in disordine: scarpe, libri, vestiti. Fare per lui ogni cosa, in modo da abituarlo a scaricare sugli altri tutti i propri pesi.
7) Lasciargli leggere, vedere, pensare tutto ciò che desidera. Dargli tazze dorate, senza preoccuparsi di che cosa ci sia dentro da bere.
8) Litigare spesso in sua presenza. Così farà anch’egli nella sua futura famiglia.

9) Dargli tutto il denaro che desidera. Non lasciate che se lo guadagni. Che sia felice intanto che è giovane.
10) Difenderlo sempre, di fronte a maestri, vicini, poliziotti… dicendo che tutti hanno pregiudizi contro di lui.

Quando poi da grande il bambino si comporterà male veramente, vi difenderete dicendo: "Con lui non siamo mai riusciti ad ottenere nulla."

Da: Don Mazzi "Come rovinare un figlio in 10 mosse" (San Paolo ed.)



Dammi un figlio, Signore,
che sia abbastanza forte
da riconoscere la sua debolezza
e abbastanza coraggioso
da affrontare se stesso davanti alla paura.
Dagli la forza di restare in piedi,
dopo una sconfitta onorevole,
così come la forza di restare umile
e semplice dopo la vittoria.
Dammi un figlio, Signore,
in cui i desideri non rimpiazzino le azioni,
un figlio che conosca Te e sappia
conoscere se stesso.
Fa che percorra, Te ne prego,
non il sentiero dell’agiatezza
e della comodità,
ma quello dello sforzo e della sfida
nella lotta contro le difficoltà.
Insegnagli a tenersi dritto nella tempesta,
ma ad avere comprensione per coloro
che sono deboli.
Dammi un figlio che abbia un cuore puro
e un ideale elevato,
un figlio che sappia dominarsi prima
di voler dominare gli altri,
un figlio che sappia ridere
senza dimenticare come si fa a piangere,
che avanzi verso il futuro senza dimenticarsi il passato.
E dopo tutto questo Signore,
dagli, Te ne prego, il senso dell’umorismo,
così che viva con serietà, ma sappia
guardare se stesso senza mai prendersi
troppo sul serio.
Dagli l’umiltà che gli ricordi sempre
la semplicità della vera grandezza,
l’apertura di spirito della vera sapienza,
e la dolcezza della vera forza.
E allora io, sua madre, potrò mormorare.
“Non ho vissuto invano”.



Buona   giornata a tutti. :-)







mercoledì 22 giugno 2011

Un decalogo per il papà… - don Antonio Mazzi

1. Non viziarmi. So benissimo che non dovrei avere tutto quello che chiedo. Voglio solo metterti alla prova.
2. Non essere incoerente: questo mi sconcerta e mi costringe a fare ogni sforzo per farla franca ogni volta che posso.
3. Non fare promesse: potresti non essere in grado di mantenerle. Questo farebbe diminuire la mia fiducia in te.
4. Non correggermi davanti alla gente. Ti presterò molta più attenzione se parlerai tranquillamente con me a quattr'occhi.
5. Non brontolare continuamente: se lo fai dovrò difendermi facendo finta di essere sordo.
6. Non badare troppo alle mie piccole indisposizioni. Potrei imparare a godere di cattiva salute se questo attira la tua attenzione.
7. Non preoccuparti per il poco tempo che passiamo insieme. È come lo passiamo che conta.
8. Non permettere che i miei umori suscitino la tua ansia perché allora diventerei ancora più pauroso. Indicami il coraggio.
9. Non dimenticare che non posso crescere bene senza molta comprensione ed incoraggiamento... ma non ho bisogno di dirtelo, vero?
10. Ricordati, io imparo di più da un esempio che da un rimprovero.

(don Antonio Mazzi)
Fonte:  Un'ala di riserva. Adolescenza, terra di qualcuno?”
di don Antonio Mazzi,  Ed. Mondadori, Milano, 2000.
Battesimo di Francesca - 29.11.2007

sabato 5 febbraio 2011

Avevo fame...- don Antonio Mazzi -

Avevo fame, e avete inventato le tavole rotonde.
Avevo sete, e avete prodotto 250 milioni di bottiglie di spumante.
Ero nudo, e avete moltiplicato le sfilate di moda.
Ero in carcere, e avete aumentato le volanti della polizia.
Ero malato, e avete aperto le cliniche private.
Ero tossico, e avete legalizzato le droghe.
Ero moribondo sull'asfalto,
e avete tirato diritto per evitare ritardi.
Ero disoccupato, e avete elaborato le borse lavoro.
Ero un bambino, e mi avete tolto il certificato di residenza.
Ero vecchio, e avete tagliato le pensioni.
Cercavo casa, e avete aperto il mezzanino del metro.
Ero pazzo, e avete chiuso gli ospedali psichiatrici.
Volevo una comunità,

e mi avete fatto bussare ad una porta che si è aperta dopo nove mesi.
Ero orfano, cercavo un padre, una madre, e mi avete dato uno psicologo.
Mi sono impiccato e ho sentito la gente, sotto, brontolare perché avevo imbrattato il pavimento di sangue, bava ed escrementi.
Ora sono felice, tra le braccia di un Dio che mi ha amato non perché ero giusto ma perché peccatore.

(don Antonio Mazzi)

Barbone
Nicola Iuppariello (Barra-Napoli, 3 ottobre 1917-6 luglio 1997)


Buona giornata a tutti :-)