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martedì 26 ottobre 2021

La paura del coinvolgimento - Osho

Solo tramite le decisioni diventi più cosciente, solo tramite le decisioni diventi più cristallizzato, solo tramite le decisioni diventi acuto, intelligente. Altrimenti rimarrai ottuso, poco intelligente.

La gente passa da un guru all’altro, da un maestro all’altro, da un tempio all’altro – non perché siano dei gran ricercatori ma perché sono incapaci di prendere decisioni. Passano da uno all’altro: questo è il loro modo di evitare di impegnarsi.

Lo stesso accade nelle altre relazioni umane: un uomo passa da una donna all’altra, continua a cambiare. 

La gente pensa che sia un grande amatore, ma la realtà è che non ama affatto. 

Sta solo fuggendo, sta cercando di evitare un coinvolgimento profondo perché con un coinvolgimento di questo genere ci sono dei problemi da affrontare, e il dolore che si prova è tanto. Di conseguenza la gente cerca semplicemente di andare sul sicuro, e non vuole andare troppo in profondità con qualcuno. Se vai troppo in profondità, potresti non essere in grado di tornare indietro facilmente. E se vai in profondità con qualcuno, anche l’altro andrà in profondità dentro di te; va tutto in proporzione. Se vado in profondità in te, l’unica possibilità è quella di permettere anche a te di raggiungere la stessa profondità dentro di me. È un dare e ricevere, è una condivisione. Se rimani troppo impegolato, ti sarà poi troppo difficile e doloroso andare via. 

La gente impara come andare sul sicuro: lascia che si incontrino solo le superfici – le loro storie d’amore sono un prendi e scappa. Prima di essere afferrato, scappa.

Questo è ciò che accade nel mondo moderno. La gente è diventata infantile, puerile; sta perdendo tutta la sua maturità.

Diventi maturo solo quando sei pronto ad affrontare il dolore del tuo essere; la maturità arriva solo quando sei pronto a raccogliere la sfida. E non c’è sfida più grande dell’amore.

Vivere felici con un’altra persona è la sfida più grande che esista. È facilissimo vivere in pace da soli, ma è molto difficile vivere in pace con qualcun altro, perché sono due mondi che si incontrano e si scontrano… e sono mondi completamente diversi. Sono attratti l’uno dall’altro proprio perché sono completamente diversi, quasi diametralmente opposti.

È molto difficile avere pace in una relazione, ma la sfida è proprio questa. Se la eviti, stai anche evitando la maturità. Se entri nella relazione e, pur con tutto il suo dolore, ci rimani, pian piano il dolore diventa un’estasi, la maledizione si trasforma in benedizione.

 

A poco a poco, attraverso il conflitto, l’attrito, nasce la cristallizzazione. Attraverso la lotta diventi più consapevole.

L’altro diventa uno specchio per te: in lui puoi vedere la tua bruttezza. L’altro stimola il tuo inconscio, lo porta in superficie. 

Devi arrivare a conoscere tutte le parti nascoste del tuo essere, e il modo più semplice è quello di farti rispecchiare, riflettere, in una relazione.

Lo chiamo il modo più semplice, perché non ce n’è un altro – ma in realtà è difficile. È difficile, arduo, perché in questo processo dovrai cambiare.

Quando arrivi da un Maestro sei confrontato da una sfida ancora più grande: devi decidere, e la decisione riguarda l’ignoto, e la decisione dev’essere totale, assoluta e irreversibile. Non è un gioco da bambini; è un punto di non ritorno. Il conflitto è molto forte. Ma non cambiare in continuazione, perché questo è il modo di evitare te stesso. E così rimarrai troppo soffice e infantile, non diventerai maturo.

Solo ciò che non conosci dovrebbe avere un fascino per te, perché non lo hai ancora vissuto, non sei mai entrato in quel territorio. Muoviti! Potrà accaderti qualcosa di nuovo. 

Decidi sempre in favore dell’ignoto, qualunque siano i rischi, e continuerai a crescere.

Se continui a decidere in favore di ciò che conosci già, ti muoverai in circolo, ripetendo il passato come un disco rotto.

Decidi. Prima lo fai, e meglio è. Rimandare è stupido. Domani dovrai comunque decidere, quindi perché non oggi? Pensi che domani sarai più saggio di come sei oggi? O più vivo? Pensi che sarai più giovane e più fresco di come sei oggi?

Domani sarai un po’ più vecchio, avrai un po’ meno coraggio; domani avrai più esperienza e quindi più malizia; domani la morte sarà un po’ più vicina, inizierai a tentennare e ad avere ancora più paura. Non rimandare mai a domani. Chi lo sa? Domani potrebbe arrivare oppure no; se devi decidere, fallo ora.

- Osho - 


L'uomo si identifica con il ruolo che è costretto a vivere: padre, figlio, padrone, operaio, impiegato, dirigente, disoccupato, ecc... per ognuno di questi ruoli esistono comportamenti sociali, abbigliamenti, modi di pensare e di esprimersi cui ciascuno si adegua inconsapevolmente.

E quindi non siamo mai individui autentici, ma veri e propri imitatori: imitiamo modelli prodotti dalla società in cui viviamo. Persino nei comportamenti più intimi recitiamo in realtà dei ruoli precostituiti, che non si limitano soltanto a comportamenti e ad atteggiamenti convenzionali, ma che penetrano anche all'interno delle nostre convinzioni, dei nostri giudizi, della nostra coscienza. Insomma continuiamo a recitare. L'inquinamento della nostra mente è troppo esteso. Bisogna imparare a dire la verità, ma per dire la verità, bisogna essere diventati capaci di conoscere che cos'è la verità e che cos'è la menzogna... soprattutto in se stessi.

- Georges Ivanovič Gurdjieff - 

filosofo armeno


Buona giornata a tutti :-)






venerdì 27 settembre 2019

"L'uomo non è libero" - Georges Ivanovič Gurdjieff

"Ogni uomo viene al mondo simile a un foglio di carta bianca; ma le circostanze e le persone che gli stanno intorno fanno a gara per imbrattare questo foglio e per ricoprirlo di ogni genere di scritte. 
Ed ecco intervenire l'educazione, le lezioni di morale, il sapere che chiamiamo conoscenza, tutti i sentimenti di dovere, onore, coscienza ecc. [...] 
A poco a poco il foglio si macchia, e più è macchiato di pretese «conoscenze», più l'uomo è considerato intelligente. 
Più sono numerose le scritte nel posto chiamato «dovere», più il possessore è considerato onesto; e così via per ogni cosa. 
Il foglio così sporcato, accorgendosi che le macchie vengono scambiate per meriti, le considera preziose. 
Ecco un esempio di ciò che chiamiamo «uomo», cui aggiungiamo spesso delle parole come «talento» e «genio». Eppure il nostro «genio» vedrà il suo umore guastarsi per tutto il giorno se al mattino, svegliandosi, non trova le pantofole accanto al letto.
L'uomo non è libero, tanto nelle sue manifestazioni che nella vita. 
Non può essere ciò che vorrebbe essere, e nemmeno ciò che crede di essere. 
Non somiglia all'immagine che ha di se stesso [...].
«Uomo»: una parola altisonante, ma dobbiamo chiederci di che tipo di uomo si tratta. 

Non certo l'uomo che si irrita per delle sciocchezze, che presta attenzione a delle meschinità e si lascia coinvolgere da tutto ciò che gli succede intorno. Per avere il diritto di chiamarsi uomo, bisogna essere un uomo [...].
Qualcuno vi loda, e voi siete contenti; qualcuno vi rimprovera, e il vostro umore si guasta. 

Qualche novità vi attira, e immediatamente dimenticate ciò che tanto vi interessava un attimo prima [...]. 
È questo che ci lega e ci impedisce di essere liberi. E, quel che è peggio, questo fatto assorbe tutte le nostre forze e il nostro tempo, e ci toglie ogni possibilità di essere oggettivi e liberi [...].
Chiedetevi: «Sono libero?». [...]
Ognuno di voi non è che un banale esemplare di automa animato. Probabilmente pensate che, per fare ciò che fate e per vivere come vivete, siano necessari un'«anima» e persino uno «spirito». Ma forse basta una chiavetta per ricaricare la molla del vostro meccanismo [...] a rinnovare continuamente l'inutile sarabanda delle vostre associazioni. 

Da questo sfondo emergono dei pensieri slegati, che voi cercate di connettere insieme presentandoli come preziosi e personali. E, altrettanto, coi sentimenti e le sensazioni passeggere, con gli umori e le esperienze vissute, ci creiamo il miraggio di una vita interiore. 
Ci vantiamo di essere coscienti, capaci di ragionamento, parliamo di Dio, dell'eternità, della vita eterna, e di argomenti elevati; parliamo di tutto ciò che si può immaginare, discutiamo, definiamo e valutiamo, ma omettiamo di parlare di noi stessi e del nostro reale valore oggettivo. [...]
Ma mano che un uomo comincia a conoscersi, scopre continuamente dentro di sé nuove zone di meccanicità, che chiameremo automatismo: zone in cui la sua volontà, il suo «io voglio» non ha alcun potere, e dove tutto è così confuso e sfuggente." 

- Georges Ivanovič Gurdjieff -
Tratto da Vedute sul mondo reale, che raccoglie alcune conferenze che tenne Gurdjieff ai suoi allievi tra il 1917 e il 1931 (pp. 49-55).




Ci affidiamo a te, Signore

Guardiamo il cielo
e ci affidiamo a te, Signore.
Contempliamo l’eterno scorrere del tempo,
il sorgere del sole,
il nascere di ogni creatura,
e ci affidiamo a te,
Dio del cielo e della terra.
Sappiamo di essere nelle tue mani
come perla preziosa
che tu custodisci.
Siamo sul palmo della tua mano, Signore,
e nulla ci spaventa:
né il presente né il futuro
perché tu sei con noi e ci ami
Amen.

Suor Mariangela Tassielli, fsp




Buona giornata a tutti. :-)


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