"Lo spirito del male dice:
'Riposati. Che farai nella mischia? Altri combatteranno abbastanza. Tu che sei
savio, non iscomodare le tue abitudini. Il male, continua il diavolo, è sempre
esistito ed esisterà sempre nelle stesse proporzioni.
I pazzi che vogliono
combatterlo non guadagnano nulla e perdono il loro riposo.
Tu che sei savio, dà
ad ogni cosa la sua parte e non dichiarare a niente la guerra.
È impossibile
illuminare gli uomini. Perché dunque tentarlo?
Fa pace con le opinioni che non
sono tue. Non sono esse tutte ugualmente legittime?'.
Così parla il demonio; e l'uomo separato dalla verità, perché ha paura di lei,
che è l'Atto puro, l'uomo, insensibilmente e a sua insaputa, si unisce
all'errore […] discende a poco a poco, durante il suo sonno, in
quell'indifferenza glaciale, placida e tollerante, che non s'indigna di niente,
perché non ama niente, e che si crede dolce perché è morta.
E il demonio vedendo quest'uomo immobile, gli dice: 'Tu gusti il riposo del
savio'; vedendolo neutro tra la verità e l'errore, gli dice: 'Tu li domini
entrambi'; vedendolo inattivo, gli dice: 'Tu non fai del male'; vedendolo senza
risorsa, senza vita, senza reazione contro la menzogna e il male […], gli dice
'Io t'ho ispirato una filosofia savia, una dolce tolleranza, tu hai trovato la
calma nella carità', perché il demonio pronunzia spesso le parole di tolleranza
e di carità.
L'uomo vivo, l'uomo attivo che ama e che è unito all'unità, afferra il rapporto
delle cose, e unisce fra loro le verità.
L'uomo morto ha perduto il senso dell'unità. Non unisce più verità fra di loro:
non concilia più, per la contemplazione dell'armonia, le cose che devono esser
conciliate, le cose vere, buone e belle.
Ma in cambio, compone una parodia satanica dell'unità; cerca di amare insieme
il vero e il falso, il bene e il male, il bello e il brutto; non sempre si
adira, almeno in apparenza, se si affermano i dogmi, ma preferisce che si
neghino.
Non avendo voluto unire ciò che è unito, credere a tutta la verità, conciliare
quel che è conciliabile, cerca di unire ciò che è necessariamente ed
eternamente contraddittorio, di credere insieme alla verità e all'errore, di
conciliare il Sì e il No; non avendo voluto amare Dio tutto intiero, cerca di
amare Dio e il diavolo: ma è l'ultimo che preferisce".
"Che si direbbe d'un medico il quale, per carità, avesse riguardi verso la
malattia del suo cliente? Immaginate questo tenero personaggio.
Direbbe al
malato: Dopo tutto, amico mio, bisogna essere caritatevole.
Il cancro che vi
corrode è forse in buona fede. Suvvia, siate gentile, fate con lui un po'
d'amicizia; non bisogna essere intrattabili; fate la parte del suo carattere.
In questo cancro, esiste forse una bestia; essa si nutre della vostra carne e
del vostro sangue, avreste il coraggio di rifiutarle quanto le occorre?
La
povera bestia morirebbe di fame. Del resto, io sono condotto a credere che il
cancro è in buona fede e adempio presso di voi ad una missione di carità.
È il delitto del secolo quello di non odiare il male, e di fargli delle preposizioni.
Non vi ha che una proposizione da fargli, è di scomparire. Ogni accomodamento
concluso con lui somiglia neppure al suo trionfo parziale, ma al suo trionfo
completo, perché il male non sempre domanda di scacciare il bene, domanda il
permesso di coabitare con lui.
Un istinto segreto lo avverte che domandando
qualche cosa, domanda tutto. Appena non è più odiato, si sente adorato".
Ernest Hello (1828 -1885)
nell'opera L'homme del 1872
[…] La difesa e la promozione dei
principi non negoziabili esige una militanza.
Ora, nella mente di tanti
cristiani, questo concetto non c’è più.
Si pensa, per esempio, che sia più
giusto, opportuno e anche più cristiano, presentare la bellezza della fede
cristiana piuttosto che prendere di petto le cose sbagliate.
Si pensa che la
fede, in questo modo, venga percepita come una opposizione, una negazione, un
dire dei no a questo e a quello, più che un annuncio.
Molti pensano che
una coppia di genitori cristiani dovrebbe testimoniare la bellezza di esserlo,
più che scendere in piazza per impedire agli altri di non esserlo.
A mio avviso, questo richiamo alla
positività dell’annuncio è vero e importante. Prima viene l’annuncio e poi la
denuncia. Il positivo ha sempre il primato. Però è impossibile annunciare il
bene senza anche contrastare il male.
Senza questa componente, la testimonianza
della positività diventa alibi al disimpegno.
I principi non negoziabili, poi,
sono radicali, ossia la loro negazione riguarda punti essenziali della persona
e della vita in società, con danni drammatici e irreparabili se non viene
contrastata.
Non si può, perché concentrati a testimoniare nella nostra vita il
positivo, non vedere che ci sono antropologie in conflitto e alcune dí queste
sono disumane.
Non ci si può chiudere nella torre dorata della nostra coerenza
personale o familiare e lasciare che la società vada alla deriva.
- mons. Giampaolo Crepaldi -
da: “A compromesso
alcuno” (Cantagalli 2015)
Hans Tichy (Brno 1861-Vienna 1925)
Donna e bambino
Buona giornata a tutti. :-)