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mercoledì 13 novembre 2013

La lettera mai spedita - Bombeck Erma -

L'altro giorno ho trovato una lettera per mia sorella che mi ero dimenticata di imbucare.
Bastava aggiornarla un po', per spedirla. Dopo «Il piccolo ormai...» ho cancellato «ha imparato a stare sul vasino» e ho scritto «finisce gli esami delle scuole superiori il mese prossimo».
E nel PS, dove avevo scritto «oggi ho trovato il primo capello bianco» ho cancellato «bianco» e ci ho scritto «nero».
Il resto della lettera andava ancora bene. «Mi sono messa a dieta perché ormai scoppio anche dalla pelle. I ragazzi sono impossibili e io mi sento sempre più fuori dalla realtà. La settimana prossima dipingerò il bagno e scriverò al resto della famiglia.» Il mio guaio è che non mi piace scrivere lettere, a meno che abbia qualcosa di veramente eccitante da raccontare. 
La gente capace di scrivere lettere emozionanti o elettrizzanti mi fa soggezione.
Ho un gruppo di amici che mi scrivono solo una volta all'anno... dalla crociera. Sanno che impazzirò di invidia e mandano cartoline con paesaggi stupendi, che cominciano con «Tesoro: ti pensiamo tanto, saltando da un'isola all'altra», e finiscono con «Devo scappare. C'è un tipo che assomiglia come una goccia d'acqua a Robert Redford che mi insegue per tutta la nave».
Altri amici delle cui lettere farei volentieri a meno sono quelli che hanno i figli superdotati. Le loro missive traboccano di notizie su Roberto che ha appena vinto una borsa di studio per Harvard. (E così intelligente che per laurearsi gli basterà starsene con il sedere su una sedia e respirare per quattro anni l'aria dell'università.) 
C'è anche Emy, nove anni, che vince tutte le gare di atletica leggera, si fa i vestiti da sé, ha appena venduto un articolo a Selezione e ha intenzione di passare le vacanze estive a leggere la Bibbia. E non dimentichiamo il piccolo Tom, che si alza durante la notte e si cambia i pannolini da sé. (E tu-sai-chi porta ancora le mutandine di plastica sotto la tenuta da football?)
Quelle che veramente non posso sopportare, però, sono le persone che scrivono su carta da lettera e busta coordinate. È facile scrivere quando si ha tutto il necessario a disposizione! Per me invece è già difficile trovare un pezzo di carta senza macchie o scarabocchi, una matita e un francobollo.
Oggi nella cassetta delle lettere ho trovato una lettera di mia sorella. 
Nella frase «Sono contenta che la guerra sia finita», ha cancellato la parola «guerra» e l'ha sostituita con «Natale». Dice che la loro nuova Dauphine va benissimo, poi ha cancellato Dauphine e ha scritto Toyota.
Io e mia sorella abbiamo lo stesso carattere recessivo, il Crampo dello Scrittore.

- Erma Bombeck - 
Fonte: "Se la vita è un piatto di ciliege perchè a me solo i noccioli?"



Non esiste un genitore perfetto, quindi basta essere un genitore vero.


Il rapporto tra madre e figlio è paradossale e, per un senso, tragico. Richiede il più intenso amore da parte della madre, e tuttavia questo stesso amore deve aiutare il figlio a staccarsi dalla madre e a diventare indipendente.

- Erich Fromm - 


Non sei da accordare, devi solo trovare chi ascolta la tua melodia.



Io ringrazio me stesso per aver trovato sempre la forza di rialzarmi e andare avanti, sempre.

- Oscar Wilde -





Se tutti lo facessero anche solo una volta al giorno...
regalare un sorriso, 
immagini che incredibile contagio di buon umore si espanderebbe sulla terra????

Buona giornata a tutti :-)





Preghiera della sera

 Signore, al termine di un altro giorno ti consegno la mia storia:
le mie afflizioni e le mie gioie,
i miei dubbi e le mie certezze,
lo sconforto e la speranza,
gli affetti e le delusioni.
Ti ringrazio,
per l'aiuto e il bene ricevuto:
la pazienza nelle cose irrisolte,
la serenità nelle emergenze,
la calma negli imprevisti.
Non abbandonare chi è solo,
allevia le sofferenze di chi è stremato dal dolore,
solleva chi è depresso e sfiduciato,
sorreggi chi vacilla nella fede.
Signore, al termine di un altro giorno ascolta e benedici.

Buona giornata a tutti. :-)

























venerdì 17 maggio 2013

Dovrebbe esserci una legge... - Bombeck Erma -


Quando nel corso degli umani eventi è in pericolo la propria sanità mentale, diventa necessario alzare una voce nel deserto.
È in nome della giustizia per le genti... ma soprattutto per me... che pronuncio la seguente dichiarazione, nella speranza che assicuri la pace della mente a tante persone.

La dichiarazione dei diritti del bambino

Articolo primo: è severamente proibito a chiunque abbia l'abitudine di mangiare aglio avvicinarsi a meno di cinque chilometri da un lattante, pena l'annegamento per sputo.

Articolo secondo: qualunque idiota venga sorpreso a fare il solletico sotto i piedi di un lattante fino a farlo svenire, o a buttarlo in aria appena mangiato, incorrerà in severissime pene pecuniarie.

Articolo terzo: il lattante colpevole di minzione improvvisa in grembo ad amici o parenti in visita avrà diritto a un veloce cambio di pannolini. Pubbliche dichiarazioni, descrizione di particolari e visite turistiche al sopramenzionato non sono considerati necessari.

Articolo quarto: la decisione di mangiare o meno omogeneizzato di pollo spetta al «nutrito», non alla «nutrice». Se poi il nutrito deciderà di sputare l'omogeneizzato di pollo di cui sopra in faccia alla nutrice, l'atto dovrà essere considerato l'espressione di un'opinione, non una dichiarazione di guerra.

Articolo quinto: ai bambini dev'esser lasciata piena libertà di vocalizzo, anche in chiesa, nei luoghi pubblici, durante i film e nelle ore notturne.
Non hanno ancora avuto modo di imparare che le risate e l'allegria devono durare tutta una vita e quindi non vanno sprecate.

Primo emendamento: è severamente proibito alloggiare un neonato in una casa priva di teneri abbracci, amore e risate.

(Bombeck Erma)
 Fonte: “Se la vita è un piatto di ciliegie, perché a me capitano solo i noccioli?” di Erma Bombeck





C'è un bambino in ognuno di noi. Ha delle necessità. disperatamente ci chiama.
Desidera vivere spensierato, leggero. E' stato caricato con troppi doveri e regole.
Gli è stata rubata una parte dell'infanzia. Solo tu puoi dargli ciò di cui più ha bisogno.
Lo puoi fare.
Fallo giocare, lascia che si diverta, che faccia scemate, che rida, che salti spensierato e libero e divertiti con lui.
Tutto ciò che dai a lui lo dai a te. La sua gratitudine sarà immensa.

- Gustav Birth -



I nostri bambini hanno bisogno più fiducia da parte nostra. Facciamo capire loro quanto sono importanti. Quanta forza portano dentro di sé. Così evitiamo di farli dipendere dai giudizi dei maestri, degli amici, e a volte persino dai nostri. Man mano che crescono cessiamo di essere genitori e diventiamo loro amici.

- Gustav Birth - 


Le donne sono le peggiori nemiche di se stesse. E i sensi di colpa sono il principale strumento della tortura che si autoinfliggono.


- Erica Jong - 



Smettiamo di implorare altri per ricevere amore e sicurezze.
Siamo noi che dobbiamo darceli altrimenti la nostra felicità dipenderà sempre da altri.

Buona giornata a tutti. :-)






venerdì 12 aprile 2013

Saluti e baci - Bombeck Erma

Questo paese ha urgente bisogno di un regolamento sull'opportunità o meno di salutare le persone con un bacio.
O siamo tutti d'accordo, o niente.
In tutta franchezza, personalmente non saluto più nessuno con un bacio dall'età di sette anni, dopo una traumatica esperienza con un'insegnante di pianoforte appassionata di aglio e cipolla.
Riusciva a farmi eseguire il “Valzer del minuto”  in dieci secondi.
Soltanto quando cominciai a comparire come ospite in alcuni programmi TV, mi capitò di nuovo di vedere persone adulte darsi i bacini in pubblico. Era strano.
Mi baciavano quando arrivavo allo studio, mi ribaciavano con lo stesso entusiasmo quando tornavo dal bar, dalla sala trucco o dalla toilette. 
Non solo, ma quando li ritrovavo sul set si comportavano come se non mi avessero più vista dai tempi della prima guerra mondiale, a Parigi, dove mi avevano lasciata come morta, in preda a un febbrone da cavallo.
In effetti salutare la gente con un bacio non è semplice.
Per prima cosa bisogna stabilire chi bacia e chi viene baciato.
Una volta definito questo particolare, non bisogna avere esitazioni.
Il baciarne deve afferrare il baciando per le mani o per le spalle e baciarlo da sinistra (solo i vampiri si avvicinano da destra).
Se decidete di baciare un'altra donna, fate attenzione agli orecchini: potrebbero accecarvi; alle spille: potrebbero sgonfiarvi le protuberanze; ai capelli: sono spesso causa di asfissia. (Una volta mi è capitato di venir punta e sgonfiata dalla spilla appuntata a un cartellino di riconoscimento con la scritta: «Salve, mi chiamo Ines Funk».)

La durata del bacio è un particolare di grande importanza.
Quanto deve durare, un bacio, per non superare i limiti del buon gusto? 
Ho visto presentatori baciare le loro ospiti con tanto entusiasmo da far pensare che:

a) stessero praticando la respirazione bocca a bocca a una morta,
b) dopo lo spettacolo avrebbero rapito la malcapitata su ali di tulle lasciandosi dietro una scia di confetti.

Un bacio di saluto dovrebbe essere una cosina rapida e impersonale e al tempo stesso traboccare della passione contenuta di un orangutan in calore.
Alcuni baci sono così spontanei che li si dà puntando gli occhi addosso a chi vien dopo.
I presbiti hanno altri problemi. Mi è capitato di abbracciare per ben cinque minuti un distributore automatico del caffè, ripetendo con insistenza: «Come, non ti ricordi di me, Fiorenza?»

È opinione generale che per una donna, baciarne un'altra, specialmente se le due si vedono sempre, sia una cosa «senza senso».
L'altro giorno ho baciato uno con uno stuzzicadenti in bocca. 
Ho detto: «Ahi!»

(Erma Bombeck)

 Fonte: “Se la vita è un piatto di ciliegie, perché a me capitano solo i noccioli?” di Erma Bombeck


La follia è ereditaria: te la passano i tuoi figli. 

- Erma Bombeck -




«Non esistono manuali per il matrimonio. Se ci fossero non si sposerebbe più nessuno.
Sarebbe come leggere un libro sulla nascita dei bambini: entrambi gli argomenti appaiono peggiori di come siano in realtà.
Non ci sono garanzie sul fatto che una volta giunti a casa il matrimonio funzioni, così come non esiste la possibilità di cambiare la merce, di ottenere uno sconto o di trovare un tipo di pile garantite a vita.
Si tratta piuttosto di una professione ad alto rischio.»

(da "Troppo tardi per tradire" di Erma Bombeck)



"Il problema non è che siamo noi che siamo grasse, sono le taglie che sono piccole."

(Geppi Cucciari)




Buona giornata :-)











venerdì 8 marzo 2013

Dialogo in guardaroba - Bombeck Erma -

Ieri ho attaccato in guardaroba il seguente cartello:


Tutti i capi di vestiario abbandonati in questo posto per più di novanta giorni verranno rimossi a spese del proprietario e venduti all'asta.

«Che cos'è questa storia?» mi ha chiesto il più piccolo dei miei figli.

«Significa che in fondo al tuo mucchio di vestiti ci sono ancora i pannolini, e hai tredici anni. Significa che non ne posso più di vederti vestire tutte le mattine sopra il tostapane. Significa che i tuoi vestiti hanno un posto e io voglio vederceli.»

«Avevo proprio intenzione di parlarti di questa storia», ha detto lui. «Si può sapere perché hai messo i miei blue jeans in lavatrice?»
«Perché erano in mezzo alla stanza, sul pavimento.»
«Erano accovacciati?»
«Accovacciati?»
«Sì, come se avessi appena sfilato le gambe dai buchi.» 
Annuii. «Cosa c'entra questo?»
«Quando sono così accovacciati significa che non sono sporchi.»
«E come faccio a sapere quando lo sono?»
«Quelli sporchi li butto sotto il letto con un calcio.»
«E perché non li metti sul letto?»
«Perché non voglio mescolarli ai vestiti puliti.»
«Invece di dormirci, con i vestiti puliti, perché non li metti in un cassetto?»
«Perché nei cassetti ci tengo la biancheria sporca che ho intenzione di indossare ancora.»
Respirai profondamente. «E perché mai dovresti indossare della biancheria sporca?» «Perché porta fortuna.» «A chi?» chiesi seccamente.
«Suppongo che vorresti che mettessi la biancheria nella cesta della biancheria?» mi chiese.
«Devo ammettere di averci pensato.»
«I miei vestiti si sciuperebbero a contatto con tutti quegli asciugamani bagnati.» «Veramente gli asciugamani bagnati dovrebbero stare sul portasciugamani.» «E che cosa dovrei fare di tutti i tuoi collant e golfini?»
«METTERLI IN GUARDAROBA», urlai.
«Questo significa che non posso più vestirmi sopra il tostapane?» mi chiese.
Gli piazzai con fermezza una mano sul sedere. «No, significa che la biancheria sporca ha smesso di portarti fortuna.»

(Erma Bombeck)

Fonte: “Se la vita è un piatto di ciliegie, perché a me capitano solo i noccioli?” di Erma Bombeck






"Non ho mai capito come può un bambino baciare un cane sulle labbra, prendere una gomma già masticata dal portacenere, appoggiare la bocca a una pompa da giardino tutta sporca di fango... e poi rifiutare di bere dallo stesso bicchiere del fratello!"

(da "Se la vita è un piatto di ciliegie, perché a me solo i noccioli?" di Erma Bombeck)



«Per quanto ricordi, la nostra casa ha sempre ospitato un quarto bambino… Non-lo-so. Tutti lo vedono tranne me. Io so soltanto una cosa, che è odioso. “Chi ha lasciato aperta la porta d’ingresso?”. “Non-lo-so”. “Chi ha lasciato il sapone a mollo nell’acqua?”. “Non-lo-so”. [...] Sinceramente, Non-lo-so mi farà diventare matta. Ha perso due ombrelli, quattro paia di stivali e una bicicletta. [...]. Stamattina a colazione ho detto a mio marito: “Chi vuole il fegato per cena?”. Lui ha alzato gli occhi e ha detto: “Per-me-è-lo-stesso”. Questo può significare soltanto una cosa. Non-lo-so ha un fratello».

(Erma Bombeck)







"Cogli l'attimo.... Pensa a tutte quelle donne, sul Titanic, che hanno detto di no al dessert pensando che avrebbe compromesso, in futuro, la loro linea"


- Erma Bombeck - 



Tutto quello che avevo bisogno di sapere me lo ha insegnato mia madre 

(da "Mogli e buoi.... meglio i buoi" di Nando Timoteo)

Mia madre mi ha insegnato a valorizzare il lavoro altrui:
"Se tu e tuo fratello volete ammazzarvi fatelo fuori che ho appena finito di pulire casa!"

Mia madre mi ha insegnato la contraddizione:
"Chiudi la bocca e mangia!"

Mia madre mi ha insegnato a valorizzare un sorriso:
"Se non mi rispondi ti spacco i denti!"

Mia madre mi ha insegnato la religione: 
"Prega che questa macchia venga via dal tappeto..." 

Mia madre mi ha insegnato la motivazione: 
"Continua a piangere e te la do io la ragione per farlo!"

Mia madre mi ha insegnato il contorsionismo: 
"Guarda queste orecchie come sono sporche..."



Buongiorno a tutti:-).. anzi a tutte! :-)))


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venerdì 15 giugno 2012

Sono sempre le piccole cose a distruggere i matrimoni - Erma Bombeck -

Sono sempre le piccole cose a distruggere i matrimoni. Per esempio, una donna può girare per il Louvre, a Parigi, e vedere cinquemila quadri da togliere il fiato appesi alle pareti. Un uomo può girare per il Louvre, a Parigi, e vedere cinquemila chiodi infissi in quelle stesse pareti.
È questa la differenza fondamentale.
Non capisco che cosa, in un chiodo infisso nel­la parete, abbia il potere di spingere alle lacrime uomini forti e virili. La prima volta che mi accorsi di questo fenomeno fu una settimana dopo il matrimonio con mio marito.
Un giorno lo incrociai in cucina. Avevo un chiodino e un martello in mano.“Dove vai con quel chiodo e quel martello?” mi chiese, cominciando a impallidire.“Voglio fissare un portasciugamani alla parete”, dissi io.
Non sarebbe potuto sembrare più sconvolto se gli avessi detto che volevo infilare un paletto nel cuore di un vampiro.“E devi proprio ficcarlo nella parete?” “No”, dissi io, appoggiandomi al lavandino, “potrei appoggiare il portasciugamani nell’angolo. Potrei appenderlo a una corda legata intorno alla vita, oppure potrei farne a meno del tutto e tenere un bel cagnone peloso vicino al lavandino per asciugarmi le mani.”

“Ma che cos’hanno, le donne, che non riescono a sopportare la vista di una parete liscia e nuda?” borbottò lui.“Ma che cos’hanno, gli uomini, che non
rie­scono a sopportare la vista degli oggetti indispensabili appesi alle pareti?”
“Quali oggetti indispensabili?” chiese lui. “Di certo quello specchio in corridoio non è indispensabile.”“Hai detto lo stesso degli interruttori della luce.”Socchiuse minacciosamente gli occhi e io ebbi la netta sensazione che stesse per pronunciare la frase decisiva, quella che mi avrebbe dato il colpo di grazia. “Ti rendi conto”, disse lentamente, “che in questa casa non c’è una sola parete su cui si possano proiettare i nostri filmini?
E così la lotta tra chiodi e pareti nude va avanti da anni, in casa nostra.
Mio marito si è rifiutato di appendere un calendario sopra la mia scrivania perché dopo dodici mesi sarebbe diventato inutile. Si è rifiutato di appendere le foto dei bambini appena na­ti, perché poi gli sarebbero spuntati i denti e nessuno li avrebbe riconosciuti.
Mi ha impedito di mettere un gancio nel bagno, costringendomi a fare la doccia con l’accappatoio in mano. Mi ha impedito di appendere un orologio in cucina: secondo lui avrei dovuto attaccarlo a uno sbalzo della parete situata, guarda caso, proprio DIETRO il frigorifero.
A volte bisogna aver pazienza e aspettare la nemesi.
Ieri è passato su un chiodo con la macchina e ha forato.

(Erma Bombeck)

Fonte: “Se la vita è un piatto di ciliegie, perché a me capitano solo i noccioli?” di Erma Bombeck

Quando non si può tornare indietro,
bisogna soltanto preoccuparsi del modo migliore per andare avanti.
(Paulo  Coelho)

Buona giornata a tutti :-)

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domenica 13 maggio 2012

La mamma "speciale" – Erma Bombeck -

Vi è mai capitato di chiedervi come vengano scelte le madri di figli handicappati? In qualche maniera riesco a raffigurarmi Dio che dà istruzioni agli angeli, che prendono nota in un registro gigantesco.

"Armstrong, Beth, figlio. Santo patrono Matteo". "Forrest, Marjorie, figlia. Santa patrona Cecilia". "Rutledge, Carrie, gemelli. Santo patrono ... diamo Gerardo. E'abituato alla scarsa religiosità".
Finalmente, passa un nome a un angelo che sorride: "A questa diamole un figlio handicappato". L'angelo è curioso. "Perché a questa qui, Dio? E' così felice". "Esattamente" risponde Dio sorridendo "Potrei mai dare un figlio handicappato a una donna che non conosce l'allegria? Sarebbe una cosa crudele".
"Ma ha pazienza?" chiede l'angelo. "Non voglio che abbia troppa pazienza, altrimenti affogherà in un mare di autocommiserazione e pena. Una volta superati lo shock e il risentimento, di sicuro ce la farà". "Ma, Signore, penso che quella donna non creda nemmeno in Te".
Dio sorride: "Non importa. Posso provvedere. Quella donna è perfetta, è dotata del giusto egoismo". L'angelo resta senza fiato. "Egoismo? E' una virtù?".

Dio annuisce: "Se non sarà capace di separarsi ogni tanto dal figlio, non sopravviverà mai. Si, ecco la donna cui darò la benedizione di un figlio meno che perfetto. Ancora non se ne rende conto, ma sarà da invidiare. Non darà mai per certa una parola. Non considererà mai che un passo sia un fatto comune.

Quando il bambino dirà "mamma" per la prima volta, lei sarà testimone di un miracolo e ne sarà consapevole. Quando descriverà un albero o un tramonto al suo bambino cieco, lo vedrà come poche persone sanno vedere le mie creazioni. Le consentirò di vedere chiaramente le cose che vedo Io - ignoranza, crudeltà, pregiudizio - , e le concederò di levarsi al di sopra di esse. Non sarà mai sola.

Io sarò al suo fianco ogni minuto di ogni giorno della sua vita, poiché starà facendo il mio lavoro infallibilmente, come se fosse al mio fianco". "E per il santo patrono?" chiede l'angelo, tenendo la penna sollevata a mezz'aria.
Dio sorride ancora: "Basterà uno specchio".

(Erma Bombeck)

 “I genitori devono dare tanto, ma per poter dare hanno bisogno a loro volta di ricevere, altrimenti si svuotano, si prosciugano. I genitori non sono la fonte, come anche noi sacerdoti non siamo la fonte: siamo piuttosto come dei canali, attraverso cui deve passare la linfa vitale dell’amore di Dio. Se ci stacchiamo dalla sorgente, noi stessi per primi ne risentiamo negativamente e non siamo più in grado di educare altri”. (Papa Benedetto XVI)

Buona giornata a tutti :-)



martedì 17 aprile 2012

Amare e proteggere finché russata... pardon, morte non vi separi - Erma Bombeck

Amare e proteggere finché russata... pardon, morte non vi separi. Perché a nessuno viene mai in mente di chiedere informazioni prima? L’abitudine di russare può costituire una seria minaccia per un matrimonio, specialmente se si tratta di un fracasso capace di far saltar via i paralumi dalla base, i quadri dalle pareti e di svegliare gli animali nel raggio di settanta chilometri.

Il russo più potente, secondo il Guinness dei primati, è stato registrato al St. Mary’s Hospital di Londra: sessantanove decibel.

Il più potente fino a ieri sera.

Quando mio marito ha battuto il record respirando e assordandomi a settantadue. Settantadue decibel, per chi non lo sapesse, equivalgono al rumore di un cannone che spari nel sedile accanto al vostro al Palazzo dello sport.

«Ehi, Grano», ho gridato io, «svegliati, ci risiamo.»

«Ci risiamo che cosa?» ha chiesto lui.

«Stai russando.»

«E mi svegli per dirmi questo! Te l’ho detto mille volte, io non russo. Se lo facessi, lo saprei.»

«Questa è la logica di quel tizio che diceva, "Se soffrissi di amnesie, me ne ricorderei".»

«Come russavo?»

«Sembravi il dirigibile della Goodyear che perde aria lentamente.»

«Be’, e che cosa ti aspettavi? Un concerto?»

«Credo che farò quello che fece Lucilla Di Maggio dopo che suo marito russando l’aveva quasi fatta impazzire.»

«E che cosa fece?» ha chiesto lui mezzo addormentato.

«Oh, niente. Gli mise un cuscino sulla faccia.»

«Dio buono, donna, così uno smette di respirare, non di russare.»

«Be’, lui smise anche di russare.»

«Perché non mi fai rotolare sul fianco?»

«Ci ho provato. Mi hai dato un cazzotto.»

Andò avanti così tutta la notte.

Sinceramente, non ne posso più dei rimedi degli specialisti - autoipnosi, tappi di cera per le orecchie, girare il disturbatore su un fianco -: non funzionano mai. I soli rimedi da prendere in considerazione sono i seguenti:
  • Cambiare letto
  • Costringete il disturbatore a trovarsi un altro letto... preferibilmente in un’altra città.
  • Rimandare il momento del sonno
Questo rimedio funziona benissimo. Quando state per infilarvi a letto accanto al vostro trombone, fategli fare un bel salto dicendo così, senza parere: «Oggi ha telefonato l’ufficio delle tasse, richiameranno domani».

Alcuni esperti pensano che sia necessario andare alla radice e scoprire il perché della rumorosa abitudine di certi mariti. Si è detto che le persone russano perché sono preoccupate, perché portano protesi imperfette, perché fumano o bevono troppo, perché hanno le tonsille infiammate o soffrono dei disturbi della vecchiaia.

Non credeteci. Gli uomini russano per una sola ragione... per dar fastidio alle loro mogli.
(Erma Bombeck) 
Fonte: "Se la Vita è un piatto di Ciliege, perché a me solo i Noccioli?" di Erma Bombeck


Un uomo che non sa rilassarsi. È un problema diffuso. A un sacco di donne è capitato di sposare lavoratori compulsivi e l’unica possibilità è quella di convincerli a prendersi due settimane di vacanza all’anno. Sembra semplice? Io ho portato mio marito al mare per due settimane. Ha subito steso un grosso telo di spugna sulla sabbia, ha aperto la cartella e ha cominciato a pareggiare il libretto degli assegni. L’ho portato in un albergo lussuoso in una grande città. Ha passato un’intera settimana a trafficare con il televisore nel tentativo di eliminare la neve dal quadro.