La riconoscenza
Esiste un sentimento che è
costruttivo e indispensabile per la famiglia, i rapporti umani, l'educazione e
la vita.
Sembra una cosa da niente.
È la fibra dell'amore e quasi nessuno ci
pensa.
La chiamano “gratitudine” e con un sinonimo molto bello “riconoscenza”.
Per don Bosco era importantissima. Aveva perfino inventato una festa apposita.
Era vicino l'inizio della stagione
dei monsoni e un uomo assai vecchio scavava buchi nel suo giardino.
«Che cosa stai facendo?» gli
chiesero.
«Pianto alberi di mango» rispose.
«Pensi di riuscire a mangiarne i
frutti?»
«No, io non vivrò abbastanza, ma gli
alberi sì. Ho pensato che per tutta la vita ho gustato manghi piantati da
altri. Questo è il modo di dimostrare la mia riconoscenza».
Ringraziare
L'uomo moderno s'indigna, protesta,
si vendica, raramente ringrazia. Eppure tutto quello che abbiamo, lo dobbiamo a
qualcuno.
Cominciando dalla vita.
Una bellissima preghiera che un tempo
conoscevano anche i bambini comincia così: «Ti adoro, mio Dio, e ti amo con
tutto il cuore. Ti ringrazio di avermi creato».
Dovremmo guardarci allo specchio
ogni mattina e ogni sera ringraziando per ciò che siamo, ciò che abbiamo
raggiunto, le gioie che abbiamo vissuto, i dolori che abbiamo superato e le
lezioni che abbiamo appreso.
Meravigliarsi
«Sì».
«Sì? Ma ne hai mai visto uno?»
«Un miracolo? Sì».
«Quale?»
«Tu».
«Io? Un miracolo?»
«Certo».
«Come?»
«Tu respiri. Hai una pelle morbida e
calda. Il tuo cuore pulsa. Puoi vedere. Puoi udire. Corri. Mangi. Salti. Canti.
Pensi. Ridi. Ami. Piangi...»
«Aaah... Tutto qui?»
Tutto qui. È tragico non essere
capaci di meravigliarsi.
Il bambino si apre alla vita attraverso una catena di
“stupori” e di meraviglie. Il compito più importante di un educatore è
conservare questa capacità nei ragazzi che crescono: sarà la qualità più
preziosa della loro esistenza.
Perché chi sa stupirsi non è indifferente: è
aperto al mondo, all'umanità, all'esistenza. Si viene al mondo con questa sola
dote: lo stupore di esistere. L'esistenza è un miracolo. Gli altri, gli
animali, le piante, l'universo, ci parlano di questo miracolo. E noi siamo
miracolosi come loro.
Per questo dobbiamo essere attenti e rispettosi.
Chi considera meravigliosa la vita,
sente di amare l'umanità, la rispetta in sé e negli altri. Donando agli altri
l'importanza che meritano, noi scopriamo la nostra importanza. La vita ha un
valore, una dignità. Nessuno ha il diritto di deturparla.
Sentirsi amati
Alessio, tre anni, chiede alla
sorellina: «Raccontami la storia del lupo cattivo».
Lisa, dieci anni, risponde: «Ma no,
non esistono lupi cattivi, ci sono solo lupi infelici».
Non esistono uomini cattivi. Gli
esseri umani non sono cattivi, sono tristi. E i tristi diventano cattivi. Sono
tristi perché non percepiscono la bellezza dell'esistenza.
La gratitudine è una virtù che nasce
dalla gioiosa umiltà di sentirsi amati e di lasciarsi amare. Non è merce di
scambio e non è “dovere”, ma purissimo, gratuito amore. È il segreto della
famiglia. Significa dirsi a vicenda “Grazie perché esisti!” Si tratta
soprattutto di imparare a “vedere”, accorgersi del valore delle persone che
vivono con noi, di ciò che ci è accaduto o di qualcosa che magari già era
nostro e non sapevamo quanto meraviglioso fosse.
In questo modo si formano due
qualità essenziali dell'amore familiare. La prima è la stima. La seconda è il
rispetto. Di qui nasce il vero collante della famiglia: il piacere di
stare insieme.
Diventare persone riconoscenti
Per coltivare la gratitudine nella
quotidianità è necessario viverla come un allenamento. Occorre iniziare con
piccoli pensieri quotidiani che vanno poi tradotti in parole, che
conseguentemente si trasformano in azioni. Ecco alcuni semplici esercizi
quotidiani.
I tuoi genitori ti hanno donato
quanto di più bello, importante e anche impegnativo esista: la vita. Prenditi
cura di loro con piccoli gesti quotidiani (una telefonata, un sms, una
sorpresa, ...) e sii loro grato per tutto ciò che hanno fatto per te, anche se
e quando hanno commesso errori.
Non invidiare chi consideri essere
più fortunato, solo perché ritieni che abbia o sia di più di te. Apprezza ciò
che nella tua esistenza c'è, non sottolineare ciò che manca. E ringrazia di
cuore.
Ogni persona che incontri sta
combattendo contro dolori di cui tu non sai niente. Sii gentile, offri il tuo
contributo e fa' in modo che la tua presenza sia sempre migliore della tua assenza.
Sii grato anche per chi non ti piace o per chi ti fa arrabbiare: è proprio
grazie a loro che puoi imparare, crescere, migliorare e mettere in pratica un
po' di pazienza, compassione.
La notte precedente la sua
esecuzione, Jacques Decour, un partigiano francese, scrive un'ultima lettera
alla famiglia: «Ora che ci prepariamo a morire, pensiamo a ciò che verrà. È il
momento di ricordarci dell'amore. Abbiamo amato abbastanza? Abbiamo passato
molte ore del giorno a meravigliarci degli altri uomini, a essere felici
insieme, a sentire il peso del contatto, il peso e il valore delle mani, degli
occhi, del corpo?».
don Bruno Ferrero - Anna Peiretti
da Bollettino salesiano, gennaio 2016
Preghiera del grazie
Grazie è la preghiera felice
Di chi fa quel che dice.
Grazie è la preghiera forte
Di chi del cuore apre le
porte.
Grazie è la preghiera grata
Di chi risponde con la risata.
Grazie è la preghiera
quotidiana
Di chi fa una vita buona e
sana.
Grazie è la preghiera migliore
Di chi è capace d'amore.