Ella gli porse tutto il suo pezzetto di pane e disse:
- Ti faccia bene! - e continuò la sua strada.
Poi venne una bambina, che si lamentava e le disse:
- Ho tanto freddo alla testa! Regalami qualcosa per coprirla.
Ella si tolse il berretto e glielo diede.
Dopo un pò ne venne un'altra bambina, che non aveva indosso neanche un giubbetto e gelava; ella le diede il suo.
E un pò più in là un'altra le chiese una gonnellina, ella le diede la sua.
Alla fine giunse in un bosco e si era già fatto buio, arrivò un'altra bimba e le chiese una camicina; la buona fanciulla pensò: "E' notte fonda nessuno ti vede puoi ben dare la tua camicia." Se la tolse e diede anche la camicia.
E mentre se ne stava là, senza più niente indosso, d'un tratto caddero le stelle dal cielo, ed erano tanti scudi lucenti e benchè avesse dato via la sua camicina ecco che ella ne aveva una nuova, che era di finissimo lino.
Vi mise dentro gli scudi e fù ricca per tutta la vita.
Jacob Grimm (1785-1863) e Wilhelm
Grimm (1786-1859) famosi come Fratelli Grimm famosi per aver raccolto e
rielaborato fiabe e saghe della tradizione popolare tedesca (Hansel e
Gretel, Cenerentola, Il principe ranocchio, Cappuccetto Rosso, Biancaneve, i
musicanti di Brema e tantissime altre). All'inizio del XIX secolo la
Germania era frammentata in centinaia di principati e piccole nazioni,
unificate solo dalla lingua tedesca. Una delle motivazioni che spinsero i Grimm
a trascrivere le fiabe, altro retaggio culturale comune dei popoli di lingua
tedesca, fu il desiderio di aiutare la nascita di una identità germanica. Si narra nella famosa favola dei
fratelli Grimm che un giorno la mamma di Cappuccetto Rosso le diede un pezzo di
focaccia e una bottiglia di vino da portare alla nonna che abitava nel bosco:
“Va’ da brava, senza uscire di strada, sennò cadi …” è la sua raccomandazione.
Cappuccetto Rosso parte ed entra nel bosco, qui incontra un lupo “ma non sapeva
fosse una bestia tanto cattiva e non ne ebbe paura”. Basterebbero già questi
elementi per giustificare un’interpretazione esoterica di questa favola oramai
facente parte dell’immaginario collettivo. La bambina rappresenta un’anima che
deve intraprendere un percorso evolutivo. Il cappuccetto rosso (che le viene
regalato dalla nonna) rappresenta il paramento iniziatico indossato dal
discepolo prima di affrontare una prova. La protagonista lascia la casa su
indicazione della mamma (lo spirito), per compiere un cammino nel bosco e
giungere dalla nonna, ossia la mamma della mamma (lo spirito consapevole): il
punto di arrivo si trova a un’ottava superiore rispetto al punto di partenza.
Porta con sé il pane e il vino (la carne e il sangue), i due alimenti simbolici
per eccellenza. Nonostante la raccomandazione della
mamma di non deviare per non rischiare di cadere, quando Cappuccetto Rosso
incontra il lupo non se ne spaventa e comincia a rispondere alle sue domande.
Il bosco buio rappresenta il cammino dell’anima nella materia, questo è infatti
il luogo dove incontra il lupo famelico, che simboleggia le brame della
personalità, la quale si cura unicamente di riempirsi lo stomaco (la sua
sopravvivenza). Cappuccetto Rosso non ne ha paura perché non si avvede della
pericolosità dell’ascoltare la personalità anziché l’anima, per cui segue il
consiglio del lupo e comincia a vagare nel bosco in cerca di fiori. Molto
interessante la frase con cui il lupo convince la bimbetta: “Guarda un po’
quanti bei fiori ci sono nel bosco, Cappuccetto Rosso; perché non ti guardi
attorno ? Te ne stai tutta seria come se andassi a scuola, invece è tutto così
allegro nel bosco !” Il lupo la inganna distraendola dal
suo cammino iniziatico. Le dice di guardarsi intorno, la affascina con le
bellezze che si trovano nel bosco, a tal punto che la protagonista esce dal
sentiero per raccogliere i fiori. Questo episodio rappresenta le anime che
restano intrappolate nelle illusioni della materia e si dimenticano che il
bosco va solo attraversato velocemente, senza perdere troppo tempo e senza
prestare ascolto ai lupi. Adesso arriviamo a un punto cruciale:
mentre Cappuccetto Rosso è distratta dal bosco, il lupo corre dalla nonna e la
mangia, quindi si traveste e finge di essere lei. Cosa significa ? A causa del
lungo tempo trascorso nel bosco la personalità famelica ha avuto il tempo di
travestirsi da spirito. Il lupo ha preso le sembianze della realizzazione della
consapevolezza finale. Cappuccetto Rosso crederà di aver compiuto il suo
cammino iniziatico ed essere finalmente giunta dalla nonna, quando invece si
troverà di fronte a un travestimento del lupo. Questa è la fase più importante della
prova del discepolo: deve stare in guardia rispetto alle false realizzazioni.
Il suo scopo è “raggiungere la nonna” o “tornare a casa del Padre”, come accade
anche nel viaggio iniziatico di Pinocchio, e come nella parabola del figliol
prodigo, che si colloca a fondamento di queste fiabe esoteriche. Ma a un certo
punto, proprio prima della realizzazione finale, l’iniziando può cadere
nell’illusione mentale (un’ossessione che lo porta a credere di aver realizzato
l’Uno) o emotiva (stati di beatitudine mistica). Il lupo ha inglobato la nonna
dentro di sé e adesso finge di essere lei. Cappuccetto Rosso si lascia ingannare
e viene a sua volta mangiata dal lupo. Dopodichè il lupo si mette a dormire (la
personalità addormentata). A questo punto accade qualcosa di inaspettato,
compare una figura nuova: il cacciatore. Apre con un paio di forbici la pancia
del lupo e ne tira fuori prima la bambina e poi la nonna. Chi è costui che
libera sia l’anima che lo spirito rimasti intrappolati nella macchina
biologica, portando così la protagonista a realizzare la sua missione (il
sacrificio della carne e del sangue serviti alla nonna/spirito, come in una
messa)? Il cacciatore è un potente shock
addizionale provocato dalla ferma Volontà di risvegliarsi. Utilizza due
simboli, uno maschile fallico, il fucile, e uno femminile, le forbici. Scrivono
i fratelli Grimm: “Stava per puntare lo schioppo quando gli venne in mente che
forse il lupo aveva ingoiato la nonna e che poteva ancora salvarla. Così non
sparò, ma prese un paio di forbici e aprì la pancia del lupo addormentato.” Il cacciatore avrebbe potuto uccidere
rapidamente il lupo sparandogli con il fucile, ma in questo modo avrebbe
condannato anche il contenuto del lupo; allora decide di non ucciderlo ed
estrarre invece ciò che la personalità porta in sé: l’anima e lo spirito. In
questo modo porta a compimento l’Opera alchemica. “Che paura ho avuto! Era così
buio nella pancia del lupo!” dice la protagonista ormai liberata. Eccovi servita Cappuccetto Rosso … una
favola per bambini! - Salvatore Brizzi - Dipinto di Carl lersson Buona giornata a tutti :-) |
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