Lo psicologo
dottor Travis Bradberry, autore di “Intelligenza emotiva 2.0”, sostiene che i
neuroni possono favorire le lamentele e portarci a una lamentela automatica.
Quando facciamo qualcosa, i neuroni si ramificano per migliorare il flusso di
informazioni la prossima volta che si verificherà quel comportamento. Il lavoro
dei neuroni opera quindi come se stessimo costruendo un ponte. Non ha senso
costruirlo ogni volta che attraversiamo un fiume. È meglio farlo una volta per
tutte e fatto bene.
Succede questo
quando ci lamentiamo o ascoltiamo delle lamentele. Per noi è molto più facile farlo di nuovo, e la lamentela diventa quindi qualcosa di automatico. Diventa
la prima opzione, quello che faremo preferibilmente piuttosto che pensare in
positivo. Lamentarsi diventerà il nostro comportamento predeterminato, e
distruggerà la nostra chimica cerebrale come un virus difficile da controllare.
La lamentela è
contagiosa come un virus. Ne sono responsabili i cosiddetti “neuroni specchio”,
che sono la base della nostra capacità di provare empatia. Per questo, più si è
empatici, più si sarà influenzati dallo stato d’animo di un’altra persona.
Ascoltare lamentele è come la salute del fumatore passivo: non serve fumare per
risentire dei gravi effetti del contatto con il tabacco.
Lamentele
positive e lamentele negative?
Non per questo
bisogna chiudersi in una bolla di egoismo e isolarsi dalle persone che
soffrono.
Una cosa è
ascoltare la sofferenza di una persona che ha davvero un problema, o le
correzioni che può farci una persona che crede che abbiamo bisogno di sostegno
in un aspetto della nostra vita, un’altra è ascoltare come una persona descrive
costantemente il mondo a tinte fosche, come esprime incessantemente il suo
pessimismo vitale.
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Parlare di
difficoltà alla ricerca di una soluzione ha senso. E state tranquilli, perché
ascoltare i problemi di un amico non vi priverà di alcuna parte importante del
vostro ippocampo. Ve lo garantiamo. Di fatto, è molto positivo per stabilire
rapporti e legami più solidi con le persone con cui condividiamo la vita.
Ciò non toglie
che sia importante far capire a chi si lamenta costantemente che questa visione
pessimista è negativa per la sua salute mentale. È bene evitare di lamentarsi e
anche non trovarsi con chi vuole avere a che fare con voi solo per raccontarvi
problemi o criticare continuamente il vostro comportamento.
L’immunità al
virus della lamentela
Come
proteggersi da un circolo vizioso di lamentele? Il dottor Travis Bradberry
consiglia di sviluppare un atteggiamento di gratitudine. Il segreto è trovare
per ogni pensiero negativo un pensiero positivo, cercando l’equilibrio.
Ad esempio,
“Fa caldo, è un incubo, ma sono felice perché posso comprare un ventilatore che
a questo mondo non tutti si possono permettere”.
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Un altro
esempio: “Devo fare ancora una volta la dichiarazione dei redditi. La odio e
non so come farla, ma sarebbe peggio se non avessi un lavoro e dovessi scrivere
uno 0 in ogni casella”.
È proibito
nascondere i pensieri negativi sotto al tappeto. Se la paura è forte e si
ripete, a volte vale la pena di lavorare con un terapeuta, perché ignorare in
modo irresponsabile la sofferenza mentale può provocare una depressione
profonda. I problemi seri, poi, vanno semplicemente risolti, ed è importante
chiedere aiuto.
Se le vostre
lamentele sono però un riflesso con cui analizzate ogni elemento anche banale
della realtà, il metodo di praticare la gratitudine è quello che fa per voi.
Potete usarlo per ottenere felicità senza cercarla e migliorare seriamente la
vostra salute fisica e mentale.
Buona giornata a tutti. :-)
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