Tanto – a qualcuno vien fatto di pensare – gli uomini poi si
salveranno lo stesso, perché in fondo sono tutti più infelici che veramente
colpevoli.
Tutti agiscono per quello che credono il meglio, e perciò tutti –
chi più chi meno – avranno in faccia a Dio la difesa della loro buona fede.
Per la verità, più che questo ragionamento ci persuade a una visione
ottimistica la certezza rivelata che il Signore ha più voglia di salvare tutti,
di quel che noi possiamo auspicare.
Ed è certo che questa volontà
salvifica universale è capace di raggiungere i suoi traguardi anche
nell’ipotesi che non trovi sufficiente collaborazione in coloro che dovrebbero
essere gli annunciatori della salvezza. Ma non è questo il punto.
Noi dobbiamo annunciare il Vangelo, in primo luogo perché è esplicito l’ordine che il Signore ci ha dato.
Noi dobbiamo annunciare il Vangelo, in primo luogo perché è esplicito l’ordine che il Signore ci ha dato.
Questo comando non è solo esteriore a noi: è
penetrato nell’intimo della nostra personalità di credenti.
Non si può essere
cristiani in senso vero e proprio, se non ci impegniamo per quel che ci è
consentito a far conoscere Cristo.
Qui c’è anzi una legge, iscritta nella vita battesimale che pulsa nelle nostre vene: a misura che siamo stati conquistati dalla verità che salva, dobbiamo irradiare la verità; a misura che siamo stati redenti, dobbiamo cooperare attivamente all’opera della redenzione; a misura che siamo stati raggiunti dal fuoco dello Spirito, dobbiamo incendiare gli altri con la fiamma dello stesso amore.
Qui c’è anzi una legge, iscritta nella vita battesimale che pulsa nelle nostre vene: a misura che siamo stati conquistati dalla verità che salva, dobbiamo irradiare la verità; a misura che siamo stati redenti, dobbiamo cooperare attivamente all’opera della redenzione; a misura che siamo stati raggiunti dal fuoco dello Spirito, dobbiamo incendiare gli altri con la fiamma dello stesso amore.
- Cardinale Giacomo
Biffi -
da: "Guai a me"
"Avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò
sino alla fine” (Gv 13, 1): Dio ama la sua creatura, l’uomo; lo ama anche nella
sua caduta e non lo abbandona a se stesso.
Egli ama sino alla fine.
Si spinge
con il suo amore fino alla fine, fino all’estremo: scende giù dalla sua gloria
divina.
Depone le vesti della sua gloria divina e indossa le vesti dello
schiavo. Scende giù fin nell’estrema bassezza della nostra caduta.
Si
inginocchia davanti a noi e ci rende il servizio dello schiavo; lava i nostri piedi sporchi,
affinché noi diventiamo ammissibili alla mensa di Dio, affinché diventiamo
degni di prendere posto alla sua tavola – una cosa che da noi stessi non
potremmo né dovremmo mai fare.
Dio non è un Dio lontano, troppo distante e
troppo grande per occuparsi delle nostre bazzecole.
Poiché Egli è grande, può
interessarsi anche delle cose piccole.
Poiché Egli è grande, l’anima dell’uomo,
lo stesso uomo creato per l’amore eterno, non è una cosa piccola, ma è grande e
degno del suo amore.
La santità di Dio non è solo un potere incandescente,
davanti al quale noi dobbiamo ritrarci atterriti; è potere d’amore e per questo
è potere purificatore e risanante.
- papa Benedetto XVI -
O Dio,
donami la grazia di accettare con serenità
le cose che non possono essere cambiate,
il coraggio di cambiare
le cose che devono essere cambiate,
e la saggezza di distinguere
le une dalle altre.
Concedimi di vivere un giorno per volta,
di assaporare un momento per volta,
di accettare le difficoltà come un sentiero verso la pace,
accogliendo, come ha fatto Gesù,
questo mondo di peccato così com'è,
e non come lo vorrei;
confidando che Tu volgerai tutto per il meglio
se mi arrenderò alla Tua volontà,
così che io possa essere ragionevolmente felice
in questa vita
e sommamente felice con Te per sempre nella prossima.
Amen.
- Reinhold Niebuhr -
donami la grazia di accettare con serenità
le cose che non possono essere cambiate,
il coraggio di cambiare
le cose che devono essere cambiate,
e la saggezza di distinguere
le une dalle altre.
Concedimi di vivere un giorno per volta,
di assaporare un momento per volta,
di accettare le difficoltà come un sentiero verso la pace,
accogliendo, come ha fatto Gesù,
questo mondo di peccato così com'è,
e non come lo vorrei;
confidando che Tu volgerai tutto per il meglio
se mi arrenderò alla Tua volontà,
così che io possa essere ragionevolmente felice
in questa vita
e sommamente felice con Te per sempre nella prossima.
Amen.
- Reinhold Niebuhr -
Buona giornata a tutti. :-)
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