Tuttavia, i vangeli e gli scritti dei santi
attraverso i tempi, mostrano chiaramente che ci sono due poli nella Chiesa: il
Corpo di Cristo e i poveri. Gesù si è fatto povero ed ha annunciato che i
poveri erano Lui stesso. Il corpo spezzato di Cristo nell'Eucaristia è vissuto
veramente soltanto se è visto in relazione con il corpo e il cuore spezzato dei
poveri; e il corpo e il cuore spezzato del povero trovano il loro senso nel
Corpo spezzato di Cristo. I due sono così intimamente legati, che san Giovanni,
nel suo vangelo, non nomina l'Eucaristia in occasione dell'ultima Cena, ma
soltanto la lavanda dei piedi. La lavanda dei piedi del povero è Eucaristia.
Nel corso della vita della Chiesa, per certe ragioni storiche, il sacerdote,
poichè presiede in nome di Gesù l'assemblea eucaristica, arrivò a presiedere
anche tutte le attività della comunità cristiana. Divenne l'unica autorità,
come se i laici non avessero ricevuto lo Spirito Santo e fossero incapaci di
pensare e di assumere una responsabilità nella Chiesa. La Chiesa divenne
terribilmente clericale; i preti avevano tutto il potere. Il mistero della
Chiesa come comunità, come corpo nel quale ogni persona ha il suo posto, era
dimenticato.
Per il fatto che il sacerdote assumeva tutto il potere, in un certo
modo, i poveri erano dimenticati. La Chiesa restava centrata sull'Eucaristia e
l'adorazione, e perdeva di vista l'altro suo polo: il corpo spezzato dei poveri
e la comunità dei credenti chiamati insieme ad accoglierli. Per questa ragione,
la Chiesa è diventata ricca; ha perso una buona parte della sua credibilità;
spesso non è più un segno visibile del Regno d'amore.
Quando il corpo
vulnerabile è messo al centro della comunità, Maria, la Madre di Gesù ha un
posto privilegiato. È la prima ad aver accolto il corpo di Gesù, il Verbo fatto
carne. Gli apostoli e i discepoli sono stati santificati dalla parola di Gesù;
Maria è stata santificata dal suo corpo, dalla sua presenza reale. Era là, ai
piedi della croce, vicina al suo corpo spezzato e morente, mentre gli altri
erano fuggiti. Tutti i cristiani sono forse chiamati a fare il passaggio dalla
luce e dalla bellezza della parola alla povertà e alla piccolezza del corpo.
Prima che il Verbo diventasse carne in lei, Maria era piena di grazia, piena di
luce. Amava le parole dei profeti che la univano alla luce del Dio invisibile.
Quando il Verbo si è fatto carne in lei, quando Gesù è nato, il suo cuore è
stato toccato da una presenza e una comunione più profonde, più nascoste, più
mistiche. Dio si è reso visibile nella povertà del corpo di un bambino piccolo
che aveva bisogno di essere portato, nutrito e amato; un bambino che cercava la
comunione, nel momento stesso che la dava.
Il giorno in cui Giuseppe e Maria
hanno presentato il loro figlio Gesù al tempio, è una festa particolarmente
cara alle comunità Fede e Luce. Simeone, il vecchio sacerdote, dice a Maria che
una spada le trafiggerà il cuore.
Molti genitori che hanno un bambino
handicappato hanno avuto il cuore spezzato e trafitto dalla sofferenza. Tuttavia,
in modo misterioso, il loro figlio o la loro figlia è chiamato a rinnovare la
Chiesa e la Società. Ma a causa delle loro ferite e della loro debolezza non
possono farlo se non nella misura in cui altri cristiani li ascoltano e vivono
in comunione con loro.
- Jean Vanier -
Fonte: "La comunità luogo del perdono e della Festa", pagg. 224,225
Dire parrocchia per noi non significa dire le
sue attività pastorali: sogniamo una comunità radicata
su un territorio e significativa per esso, in dialogo con tutti e non chiusa
sulle proprie iniziative, dove il parroco si sentirà il parroco di tutte le
persone e le famiglie che abitano nel quartiere o nel paese.
Una parrocchia che
ha la sua più alta visibilità nella sua liturgia; che sa andare verso tutti nei
luoghi di tutti; che ha nei suoi laici una delle sue risorse più preziose in
ordine alla comunicazione del Vangelo negli ambienti e nei luoghi della vita:
dove tutti i laici che frequentano l'Eucaristia della domenica si sentono
responsabili di testimoniare e annunciare il Vangelo e di far vivere la loro
parrocchia con lo stesso affetto con cui si impegnano per la loro famiglia.
La giustizia è la volontà e la capacità di dare agli
altri, a iniziare dall'altro, ciò che loro spetta.
La giustizia è non pensare mai, non dire mai non fare mai: "Tutto mio!", ma: "Tutto nostro! ".
La giustizia è accogliere gli altri ed essere per gli altri non come una minaccia, ma come un dono.
La giustizia è non pensare mai, non dire mai non fare mai: "Tutto mio!", ma: "Tutto nostro! ".
La giustizia è accogliere gli altri ed essere per gli altri non come una minaccia, ma come un dono.
- don Tonino
Lasconi -
Buona giornata a tutti. :-)
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